[Milano] Solidarietà al Lambretta e alla Brigata Lena-Modotti!

10, 100, 1000 spazi liberati per far valere i diritti e rispondere ai bisogni dei lavoratori e delle masse popolari!

Ma Sala si distingue dalla Giunta Regionale per cosa, precisamente? Per le dichiarazioni che fa o per gli atti che promuove?

 

Il Partito dei CARC esprime solidarietà alle compagne e ai compagni del centro sociale occupato e autogestito Lambretta, alle attiviste e agli attivisti della Brigata Lena-Modotti per la minaccia di sgombero che stanno subendo in questi giorni.

Come scritto anche nella lettera aperta con la quale hanno denunciato l’avvio della procedura di sgombero il Lambretta ha svolto nella sua lunga vita varie e tante attività per la città e soprattutto ha dato un contributo importante per affrontare positivamente l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e alla conseguente emergenza economica che ha aggravato le già precarie vite dei lavoratori e delle masse popolari che vivono nella periferia milanese. Grazie alle Brigate volontarie per l’emergenza migliaia di famiglie hanno potuto sopravvivere alla gestione criminale dell’emergenza che l’Italia sta attraversando e che ha avuto in Lombardia il suo epicentro.

Mentre il Governo faceva proclami roboanti che si sono risolti in “aria fritta” e in misure insufficienti, mentre la Regione Lombardia bloccava le domande di CIG, emanava ordinanze che hanno condannato a morte decine di migliaia di anziani nelle RSA, mandava forze dell’ordine a perseguitare i cittadini, il Lambretta, insieme a tanti centri sociali e collettivi della città, ha dato vita alle Brigate per l’Emergenza garantendo la distribuzione di cibo alle famiglie, sviluppando una rete di solidarietà che ha permesso di raccogliere e distribuire pacchi alimentari a chi non ha entrate economiche, è diventato punto di riferimento per chi era ed è in difficoltà, ha mappato le situazioni di disagio e le ha denunciate pubblicamente, dando voce a chi non ce l’ha. Insomma, ha lavorato (senza averne i mezzi) come dovrebbe fare un’istituzione che lavora negli interessi delle masse popolari. I compagni e le compagne, insieme ai volontari e alle volontarie della Brigata Lena-Modotti, sono “colpevoli” di essersi organizzati per risolvere i problemi dei lavoratori e delle masse popolari, di aver adibito un posto in disuso a centro operativo di raccolta, lavorazione e distribuzione di pacchi alimentari per chi non può permettersi una spesa dignitosa, di aver praticato la solidarietà e la cura di coloro che per vivere devono lavorare e che durante il lockdown sono stati licenziati, messi in CIG, hanno perso la casa o la salute.

La Brigata Lena-Modotti e lo spazio Lambretta sono sotto attacco per l’ennesima volontà dei padroni del cemento di speculare e perché è in atto, in varie forme (oltre agli sgomberi, stanno arrivando a pioggia multe per i molteplici presidi che sono stati organizzati in questi mesi), la repressione di ogni forma di autorganizzazione, pure quando questa dimostra di essere l’unica forma efficace per fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale.

Lo stesso Comune di Milano che durante la quarantena ha delegato alle Brigate, tra cui la Lena-Modotti, il sostegno alle famiglie, tace o è complice o addirittura è co-promotore di sgomberi di spazi come il Lambretta, Cascina Torchiera, insieme con la Regione Lombardia (a cui fa capo Aler). Non contento si presta a “nuove” speculazioni edilizie come nel quarteire di San Siro e in viale Mac Mahon, persiste nella sua opera di devastazione degli spazi verdi, come quello in Baiamonti chiuso “al volo” in occasione della festa delle Brigate, il Parco Bassini, il Parco della Goccia in Bovisa etc.

 

In un’intervista a Radio Popolare (del 17 luglio 2020, ndr) il sindaco Sala ha affermato che i centri sociali producono una cultura alternativa e sono centri di aggregazione che hanno aiutato i cittadini durante l’emergenza. A queste parole devono seguire i fatti: Beppe Sala è un Sindaco e come tale ha il dovere di attuare la Costituzione e ha il potere per farlo, ha il potere per fare un’ordinanza con cui predisporre l’esproprio di una proprietà privata a fini sociali (art. 42 e 43 della Costituzione), ma può anche assegnare direttamente degli spazi comunali a chi ha dato e fatto molto per la città di Milano. Insieme a Sala tutta la giunta e le forze di maggioranza (la Vicesindaco Scavuzzo, Pierfrancesco Majorino, Limonta, per citarne solo alcuni) possono e hanno il dovere di schierarsi pubblicamente e attivarsi concretamente per risolvere la situazione. Si sono spacciati per anni come gli amici delle periferie, come promotori della partecipazione dal basso, bene è ora che facciano (e che siano costretti a fare) e che dimostrino che le loro non erano chiacchiere ma dichiarazioni d’intenti!

 

Lo sgombero del Lambretta riguarda tutti. Sgomberare una realtà che è stata protagonista in prima linea della lotta al Covid-19 e soprattutto delle sue conseguenze in campo sociale significa abbandonare decine di migliaia di persone nella disperazione e significa delegittimare un lavoro che volontariamente e senza i mezzi e le risorse un gruppo di giovani ha svolto per tutta la collettività e delegittimare il lavoro di tutte le Brigate Volontarie per l’Emergenza.

I militanti del Lambretta sono un esempio da seguire e lo spazio che hanno liberato è da difendere, solo in questo modo possiamo difendere e far crescere quel germe di nuovo e di cambiamento che con il loro attivismo hanno contribuito a seminare e che è sempre più necessario alimentare.

La battaglia contro lo sgombero si può vincere, in virtù di tutto il lavoro svolto specialmente in questi mesi. Si tratta per il Lambretta e i volontari della Brigata Lena-Modotti di far valere l’autorevolezza e la fiducia che si sono conquistati in questi mesi e raccogliere la solidarietà delle famiglie a cui hanno portato e stanno dando sostegno e assistenza, mobilitandole, facendo loro conoscere lo spazio, organizzando insieme a loro dei momenti di aggregazione, di socialità, assemblee di vie in cui far incontrare e parlare dei problemi che vivono le famiglie. Per vincere occorre proiettarsi più di quanto fatto finora nel quartiere, fare volantinaggi per far conoscere il Lambretta e ciò che ha fatto in questi mesi, chiedere alle famiglie di raccontare pubblicamente come le stanno aiutando, organizzare presidi e momenti di piazza e di lotta in cui coinvolgere direttamente le famiglie e i volontari delle Brigate.

Oltre a questo sviluppare e promuovere il coordinamento con la classe operaia, con gli insegnanti, con i lavoratori in smart working e i lavoratori in genere (lavoratori della TNT-Fedex di Peschiera Borromeo, alle lavoratrici della GdO,  ai lavoratori degli alberghi e a quelli della sanità)!

Insieme alla mobilitazione popolare il Lambretta deve chiamare uno per uno a far prendere posizione e far schierare pubblicamente (con videomessaggi, interviste, foto, comunicati, visite all’interno del Lambretta ecc.) tutti quei consiglieri progressisti e democratici, che si sono esposti contro la gestione criminale e affaristica della giunta regionale, degli eletti nei consigli di municipio, nel consiglio comunale e regionale affinché questi rafforzino a livello istituzionale la loro battaglia: non si può sgomberare una realtà che ha fatto ciò che le istituzioni locali non hanno voluto o saputo fare.

 

La solidarietà è un’arma, usiamola!

10, 100, 1000 spazi sociali come il Lambretta!

Avanti Brigate!

Partito dei CARC – Sezione di Milano Nord Est “Teresa Noce”

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