Le mobilitazioni della classe operaia e delle masse popolari

Le fabbriche hanno riaperto (molte non hanno mai chiuso, benché non producessero servizi essenziali) e alla faccia della propaganda della borghesia per cui “il rischio contagi” sussiste solo a causa dei comportamenti irresponsabili della popolazione, è proprio nelle aziende che sono scoppiati nuovi focolai (come alla BRT di Bologna). Intanto i licenziamenti continuano, anche se sarebbero sospesi, come le delocalizzazioni, le svendite di aziende, le chiusure e le speculazioni. Gli accordi sotto banco fra multinazionali e istituzioni, le manovre sporche dei padroni che cercano di rosicchiare l’osso quanto più possono, sono prassi quotidiana.
Tuttavia, c’è un altro dato che emerge con forza: dal nord al sud del paese si susseguono le mobilitazioni operaie che rivendicano non solo il lavoro, ma anche la garanzia delle idonee misure di sicurezza: la vita dei lavoratori vale più del profitto dei padroni!
Laddove prevale il ricatto di Confindustria che pretende che ogni fabbrica continui a produrre, si erge forte la protesta dei lavoratori che, sempre più consapevoli della propria forza e della propria funzione, cominciano a coordinarsi, a influenzare e spingere avanti il resto dei lavoratori, degli studenti e delle masse popolari.
Sono gli operai a produrre quanto è indispensabile alla vita quotidiana di tutta la popolazione e quello che accade dentro le aziende riguarda tutta la società: se gli operai si fermano, si ferma tutto, ma se sono gli operai a spingere in avanti per i propri interessi, allora tutta la società avanza.
Dalla Whirlpool alla AST, dalla GKN alla Jabil diventa sempre più chiaro che l’unica soluzione per difendere la produzione e tenere aperte le fabbriche è la mobilitazione della classe operaia.

Riportiamo a seguire solo alcune delle mobilitazioni che stanno attraversando il nostro paese e di cui siamo venuti a conoscenza, alcune grandi e altre più piccole, ma tutti esempi positivi ai fini della costruzione del nuovo potere. Da esse emergono:

– la tendenza al coordinamento tra lavoratori dello stesso comparto o fabbrica, ma anche di comparti diversi e di settori variegati della società;

– la tendenza allo sviluppo della solidarietà reciproca e di percorsi condivisi (vedi Patto d’azione) per far fronte all’isolamento e agli attacchi del padrone;

– l’assunzione di un ruolo superiore che alcuni organismi sono portati ad assumere a partire dalle condizioni oggettive in cui si sviluppa la lotta di classe.

Milano. Durante il pieno della pandemia alla TNT Fed-EX di Peschiera Borromeo (MI), viene annunciato il licenziamento di 66 operai. Nonostante un accordo che ne prevedeva la stabilizzazione a partire da aprile, la vertenza continua: al blocco del magazzino la polizia risponde con un ingente schieramento in tenuta antisommossa che picchia selvaggiamente gli scioperanti. Ma la repressione non fiacca la lotta, anzi la anima: il 24 giugno, un presidio di circa 200 tra lavoratori Si Cobas e solidali ha chiesto con forza che la Prefettura di Milano ricevesse una delegazione dei lavoratori e assumesse un ruolo positivo nella vertenza. La prefettura prende tempo. Su questa vertenza il Si Cobas ha avviato una mobilitazione nazionale di solidarietà nelle principali aziende della logistica da Torino a Napoli, a dimostrazione che le irruzioni, le manganellate della celere e l’intervento dell’esercito all’interno delle aziende dove gli operai hanno scioperato, non solo non sono bastate a soffocare le proteste, ma hanno anzi spinto il Si Cobas a divenire centro di riferimento autorevole per l’organizzazione e la mobilitazione della classe operaia e a collegarsi con altre realtà e organizzazioni per far fronte alla repressione.

Genova. Dopo l’annuncio di un piano che prevedeva un taglio di 3 mila posti di lavoro, il 9 giugno si è scioperato all’ex ILVA di Genova. Hanno aderito allo sciopero anche gli operai della Sanac di Vado Ligure.

Terni. 27 giugno, al CSA Germinal Cimarelli di Terni, si è svolta un’assemblea sul futuro dell’AST a cui hanno partecipato operai, delegati sindacali e compagni della zona. Si è trattato di un momento di confronto fra comunisti (P.CARC, PC di Marco Rizzo), organizzazioni sindacali (FIOM e USB), lavoratori avanzati ed elementi avanzati delle masse popolari per ragionare su un’azione comune per difendere i posti di lavoro e l’azienda dalla morte lenta a cui l’hanno condannata padroni e istituzioni.

Firenze. GKN di Campi Bisenzio, 3 giugno, sciopero e picchetto davanti all’azienda per tutto il giorno per il reintegro di 22 operai in staff leasing licenziati dopo 3 anni di lavoro. Di particolare importanza la presenza di diverse organizzazioni studentesche fiorentine: il Fronte della Gioventù Comunista, il Collettivo di Scienze Politiche e il collettivo Crisis. Una mobilitazione che era già partita dal momento dell’assunzione con questa forma di lavoro in appalto, istituita con la Legge 30 di Biagi e definitivamente liberalizzata con il Jobs Act di Renzi: il Collettivo di Fabbrica e la RSU non hanno mai accettato questa forma di contratto e hanno avviato una campagna di informazione e di lotta. La battaglia non è stata vinta, ma ha rafforzato l’organismo operaio al suo interno e ha creato attorno ad esso un’importante rete di solidarietà.

Napoli. Il 23 giugno sono tornati in piazza gli operai della Whirlpool. Gli operai si sono incatenati fra di loro, sfilando in corteo per denunciare l’immobilismo del governo sulla loro vertenza. Due giorni dopo, il 25 giugno, hanno partecipato alla manifestazione nazionale di Roma promossa dai sindacati confederali dei metalmeccanici per le vertenze in sospeso e il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici. Il 2 luglio è previsto un nuovo incontro al MISE. I lavoratori rimangono in mobilitazione e sostengono attivamente le lotte di altri operai.

Aversa (CE). Il 23 giugno si è svolto un presidio in solidarietà con Giuliano Granato, operaio e RSA dell’USB, oltre che militante di Potere al Popolo, licenziato dalla ditta Klevers nel 2019, ufficialmente per cali produttivi, ma in realtà per la sua attività sindacale. L’udienza è stata rinviata al 20 ottobre, sulla base del rifiuto aziendale della conciliazione proposta dal giudice. Al presidio per sostenerlo nel processo per il reintegro hanno partecipato anche alcuni operai in rappresentanza dei lavoratori della Avio di Pomigliano d’Arco iscritti alla FIOM e hanno mandato un messaggio di solidarietà i lavoratori Whirlpool di Napoli. Un importante esempio di unità operaia che guarda alla classe d’appartenenza e non alle tessere sindacali che si hanno in tasca.

Marcianise (CE). La Jabil nel 2019 ha annunciato l’intenzione di licenziare 350 dipendenti sui 700 impiegati in azienda. Fra dimissioni e incentivi all’esodo questo numero è calato a 190 che la multinazionale sembrava intenzionata a effettuare a ogni costo. In questa vertenza i lavoratori Jabil sono stati attivamente sostenuti da quelli di Whirlpool, fatto che ha contribuito ad aprire verso l’esterno una lotta che fino a quel momento era stata condotta mantenendola entro i confini aziendali. È del 3 giugno la notizia che l’azienda ha ritirato i licenziamenti unilaterali, procedendo con la CIGO e predisponendo percorsi per dimissioni volontarie incentivate e ricollocamenti.

Riders. Dopo il commissariamento di Uber Italy per caporalato, la rete nazionale ‘Rider X i diritti’ ha indetto uno sciopero bianco in diverse città d’Italia per denunciare “la situazione di assoluta precarietà in cui stanno lavorando tutti i fattorini del delivery”. I fattorini non hanno fatto le consegne al piano, chiedendo ai clienti di scendere a ritirare il cibo. Insieme al pasto veniva consegnato materiale informativo sulla condizione dei lavoratori in questo settore. Una mobilitazione che ha la caratteristica di unire i lavoratori in un contesto molto particolare (non hanno un vero e proprio contratto, legalmente risultano come lavoratori autonomi, ma nella pratica sono dipendenti, operai) e di promuovere e allargare la partecipazione anche a chi utilizza questo servizio. Non esiste ambito in cui lavoratori non sono in grado di organizzarsi.

Trasporto pubblico locale. Giovedì 18 giugno, sciopero nazionale di 4 ore del trasporto pubblico locale indetto da USB “a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e della collettività nella Fase 2; nessuna misura a sostegno dei lavoratori del TPL varata dal Governo; ri- pubblicizzazione dei servizi essenziali”.

Personale sanitario, Milano. 18 giugno, sciopero di lavoratori e lavoratrici dell’ospedale San Raffaele contro il passaggio dal contratto della sanità pubblica a quello privato previsto da Aiop, l’Associazione Italiana Ospedalità Privata. I dipendenti dell’ospedale si sono mossi in corteo dentro la struttura, per poi raccogliersi in presidio nel piazzale esterno.

Personale sanitario, Massa. 23 giugno, mobilitazione dei lavoratori del CUP, che si occupano di pulizie in appalto dall’USL. Sono lavoratori che hanno contratti da fame e su cui gli stessi enti pubblici speculano. Dopo aver dovuto concedere dei miglioramenti salariali durante l’emergenza, l’USL tenta di toglierli.

Insegnanti. Il coordinamento “Priorità alla scuola”, costituitosi a Firenze e allargatosi poi a livello nazionale, il 25 giugno ha promosso una mobilitazione che si è svolta in 60 città italiane, coinvolgendo insegnanti, educatori, precari, esternalizzati e raccogliendo la solidarietà e la partecipazione anche di genitori e studenti.

 

Se la AUSL non chiude Bartolini, Bartolini la chiudiamo noi
Sul focolaio da Covid-19 riscontrato alla Brt Corriere Espresso di Bologna Roveri (ex Bartolini), il Si Cobas aveva informato il 15 giugno scorso, la Regione, l’azienda e la prefettura della presenza di sei persone sintomatiche.
La prefettura non ha risposto, l’azienda si è tratta d’impaccio affermando di applicare le norme di sicurezza in materia di prevenzione del contagio e così, mentre scriviamo, i casi positivi sono diventati 107 e l’Ausl di Bologna valuta la chiusura del magazzino. A seguire il comunicato del Si Cobas.
“Sono 130 i lavoratori che al cambio turno condividono gli spogliatoi e alle 19,30 la mensa.
I bagni sono in totale 10, utilizzati anche dal personale driver (corrieri) e dagli oltre 30 lavoratori delle agenzie, che cambiano di giorno in giorno: due di questi lavoratori erano reclutati direttamente dal Centro di Accoglienza di via Mattei. Dopo i primi casi è solo il Si Cobas a fermarsi in due scioperi.
È Bartolini, leader nel settore della Logistica, all’interno una cooperativa di lavoratori del magazzino, tutti iscritti Si Cobas ed altamente sindacalizzati, e poi i driver suddivisi in decine di cooperative ed i lavoratori delle agenzie, quelli più ricattabili, quelli che lavorano un giorno qui ed uno lì.
La catena dei subappalti è anche la catena del Covid, non solo a Bologna, Brt, ma anche in Germania, nei mattatoi, dove si ammalano a centinaia i lavoratori meno garantiti, i turchi, gli immigrati, come a Mondragone, dove il lavoro costa 3 euro l’ora, e gli immigrati sono famiglie bulgare che ogni anno arrivano per guadagnare pochi soldi.
La Germania ha individuato in questa forma di esternalizzazione selvaggia una delle cause di diffusione dell’epidemia ed ha vietato l’appalto di mano d’opera nei mattatoi.
Nella Logistica il subappalto, le cooperative che si avvicendano ogni due anni, in una danza che lascia a terra non la scarpetta di Cenerentola, ma i soldi dei lavoratori per il TFR, gli scatti di anzianità, i livelli, è la regola.
Bologna è una regola diceva Luca Carboni: Brt il subappalto è la regola, ed il Covid la conseguenza.
Siamo qui oggi, unico sindacato tra tutti che ribadiamo che la vita è superiore all’economia, che i posti infetti vanno chiusi, che le condizioni di lavoro vanno migliorate.
+80% la crescita della Logistica maggio 2019-maggio 2020 in un mondo in cui c’è solo e-commerce…e quindi tanti più dipendenti in capannoni privi dei più elementari diritti, e comfort: aria condizionata nel caldo, riscaldamento d’inverno, bagni per tutti, orari di lavoro ridotti, spazi adeguati a questo 2020 malato.
Per questo basta titubanze: Bartolini va chiusa, sanificata e riorganizzata sentendo lavoratori, RLS e sindacato. Senza se e senza ma, da subito. E questo caporalato diffuso va combattuto, e ci si augura eliminato. Fino alla vittoria

Si Cobas Nazionale

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