[Lombardia] Per un Commissariamento popolare della Regione Lombardia. Sulla manifestazione del 20 giugno

Sabato 20 giugno abbiamo partecipato al presidio “Vogliamo giustizia” sotto la Regione Lombardia; a presidiare la Regione sono state le Brigate volontarie per l’emergenza assieme alle organizzazioni di operai e lavoratori, ai sindacati di base, ai collettivi studenteschi e ai comunisti, portando un messaggio chiaro: non basta cacciare Fontana e Gallera, serve un commissariamento popolare della regione e la costruzione diuna commissione d’inchiesta popolare! Commissione composta da tecnici, esponenti di Emergency, Medicina Democratica, delle Brigate Volontarie per l’Emergenza, dirigenti dei sindacati di base, RSU-RLS che operano negli interessi delle masse popolari e ne hanno conquistato la fiducia; e che – basandosi sull’esperienza e sulla promozione della partecipazione degli operai, dei lavoratori della sanità e delle Brigate – deve indicare quali sono le misure urgenti da attuare, a partire dal potenziamento delle strutture ospedaliere pubbliche, dei servizi di prevenzione e di assistenza domiciliari, e promuovendo una gestione trasparente e democraticamente decisa dei fondi e delle risorse.

Non si tratta infatti di sostituire la Lega e Forza Italia col PD, né Fontana con un altro speculatore e affarista più presentabile, e neanche di mettere semplicemente la Lombardia commissariata in mano al Governo che continuerebbe a gestirla né più né meno come accade ora, tutelando sempre gli stessi interessi. Si tratta invece di prendere in mano la gestione della sanità e dell’intera emergenza in maniera positiva per le masse popolari. Alla regione Lombardia serve un’Amministrazione Locale d’Emergenza i cui esponenti non siano legati a doppio filo ai governi delle Larghe Intese, ma decisi invece a rompere definitivamente con il sistema criminale a questi connesso.

Perché ciò avvenga il ruolo determinante è quello che devono continuare ad assumere gli operai organizzati, quegli stessi operai che già nella Fase 1 hanno imposto la chiusura di intere filiere e aziende e che ora si mobilitano per la sicurezza sul lavoro e del lavoro. Quello che deve continuare ad assumere il personale sanitario che ha e sta ancora denunciando la mancanza di DPI, che lotta per la sicurezza e la tutela della salute pubblica, per le assunzioni e contro il vincolo di fedeltà aziendale. Quello che devono continuare ad assumere le Brigate di volontarie per l’emergenza, che hanno gestito l’approvvigionamento e la distribuzione dei beni e servizi necessari affinché nessuno fosse lasciato indietro in maniera autonoma e alternativa alla gestione criminale delle istituzioni.

Questi sono i centri del nuovo potere che in Lombardia, come nel resto del paese, sta nascendo e si sta rafforzando a ogni passo, che è in grado di cacciare i Fontana e Gallera di turno, commissariandoli direttamente e avvalendosi in questo della collaborazione e del contributo di quanti hanno gestito l’emergenza nella stessa loro direzione: da Emergency e Medicina Democratica, ai sindacati di base, agli RSU e RLS. Di simili esponenti, disposti a fare quanto necessario fare nell’interesse delle masse popolari, ne fioriranno sempre di più quanto più gli operai, i lavoratori e le Brigate di Solidarietà continueranno ed estenderanno la loro azione per rafforzare il proprio sistema politico contro il sistema politico dei padroni,imponendo direttamente le misure necessarie a fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso in Lombardia e nel resto del paese. Ma quali sono queste misure?

  • Continuare a distribuire il cibo e a dare assistenza a singoli e famiglie indigenti, malate e in quarantena, mobilitando gli stessi assistiti nella raccolta e distribuzione della spesa e nelle mobilitazioni politiche;
  • Promuovere presidi e assemblee nei quartieri popolari per individuare i lavori che servono, mobilitare i disoccupati a farli imponendo che siano pagati con proteste e autoriduzioni (scioperi alla rovescia)
  • Rendere pubbliche le mappature degli immobili sfitti; obbligare le istituzioni a ristrutturare e assegnare le case sfitte con procedura d’urgenza o provvedere a farlo direttamente, mobilitare i disoccupati e gli inquilini nelle ristrutturazioni e nelle occupazioni; promuovere gli scioperi degli affitti, il blocco dei mutui, la sospensione degli sfratti a tempo indeterminato.
  • Vigilare sul rispetto dei protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro e farli rispettare con denunce pubbliche (anche in forma anonima!), scioperi, astensione dal lavoro; imporre il blocco dei licenziamenti e la stabilizzazione dei precari; sblocco delle CIG coordinandosi con le mobilitazioni delle partite IVA e dei precari per il reddito;

Questo è il futuro della giunta lombarda, come di altre giunte nel paese: un’Amministrazione Locale d’Emergenza che dovrà governare in tal senso. La prima amministrazione locale così fatta aprirà la via anche alle altre, fino all’imposizione di un governo d’emergenza popolare necessario al paese.

Il mondo dei padroni è in fiamme, sta crollando, ma non quello delle masse popolari, che invece possono e devono approfittare della loro crisi per rafforzare ed estendere il loro potere e imporre la propria direzione al paese intero. La sola forza capace di farlo è quella che nasce proprio dall’unione dei comunisti con gli operai e con il resto delle masse popolari organizzate.

Non sono i padroni ad essere forti, sono gli operai e le masse popolari a dover far valere la propria forza!

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