[Toscana] Solidarietà al delegato della CISL, licenziato a causa dei vincoli di fedeltà aziendale

Solidarietà al lavoratore della sanità e delegato della CISL licenziato per aver tentato di tutelare la salute dei suoi colleghi e di tutte le masse popolari del territorio denunciando, tramite un’intervista rilasciata al TG2, i limiti nella gestione dell’emergenza Coronavirus all’ospedale San Giovanni di Dio di Torregalli. 

Questo caso si aggiunge a quello dell’infermiere Marco Lenzoni, sottoposto a commissione disciplinare proprio per lo stesso motivo, ed è l’ennesimo caso di lavoratori della sanità licenziati, intimiditi e repressi (molti di loro non arrivano nemmeno a denunciare pubblicamente proprio a causa di simili intimidazioni) con il supporto dell’obbligo di fedeltà aziendale, sancito dall’articolo 2105 del Codice Civile, che mina la libertà d’espressione sancita nella Costituzione. Questo perché il vincolo di fedeltà aziendale sancisce che è illegale “divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio”, mentre invece è legale che negli ospedali continuino a mancare i DPI, piani di screening periodici per il personale sanitario e operatori, costringendo medici e infermieri a turni massacranti che mettono a rischio anche l’incolumità dei pazienti. Un vero e proprio ricatto per i lavoratori e per gli operai che, più che mai in questa fase, si trovano a dover scegliere tra lo smascherare quanti continuano a speculare sull’emergenza anziché tutelare la loro salute, oppure subire in silenzio, senza mettere a rischio il proprio posto di lavoro. 

Le dichiarazioni che in queste ore si stanno susseguendo da parte di esponenti della Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – pronti a gridare allo scandalo – niente altro sono che una guerra tra bande a fini elettoralisti all’interno del sistema delle Larghe Intese. Sistema di cui PD, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, sono due facce della stessa medaglia! Rossi in Toscana fa quello che Fontana fa altrove; a dimostrarlo la gestione criminale della Regione Lombardia (a cui è andata la solidarietà del PD!) che ha promosso la distruzione della sanità pubblica e ha perpetuato un assassinio di più di 15 mila persone. Il problema non è il Rossi o il Fontana di turno, ma l’intera classe dirigente che ha progressivamente reso la vita delle masse popolari sempre più dura, precaria e peggiore.

Chi tra i parlamentari oggi vuole davvero difendere la sanità pubblica e i lavoratori della sanità che vengono repressi e puniti per aver fatto il loro dovere, passi dalle parole ai fatti e porti in Parlamento interrogazioni, proposte di modifica ed estensione della legge whistleblowing già esistente; facciano interrogazioni parlamentari in solidarietà a Marco Lenzoni e a tutti gli altri lavoratori licenziati o in procinto di esserlo per aver denunciato fatti gravi, veri e provati; usino il loro potere, la loro visibilità e le loro relazioni per rafforzare la mobilitazione popolare in solidarietà ai lavoratori delle aziende pubbliche e private che sono repressi sui posti di lavoro a causa di questi vincoli. Lo stesso devono fare gli amministratori locali e chi si candida alla guida delle Regioni in vista delle prossime elezioni: la discontinuità va dimostrata nei fatti e non con le chiacchere!

Chi denuncia la mala gestione, l’insicurezza e il malaffare non dev’essere punito ma premiato!

I lavoratori della sanità, così come gli operai e gli altri lavoratori non possono sottostare a questo vincolo, non possono essere fedeli a chi ha speculato sulla vita di migliaia di persone. Devono invece essere fedeli alla loro classe perché solo tramite le loro denunce e la loro mobilitazione in ogni ospedale è possibile ricostruire il SSN, imponendo sicurezza, assunzioni e salute pubblica. Così come gli operai hanno dimostrato nella Fase 1 di saper gestire in sicurezza la produzione; così come le Brigate di Solidarietà hanno dimostrato di saper gestire la distribuzione di beni e servizi necessari. Da questa emergenza non ci tirerà fuori chi ha smantellato il settore pubblico dell’economia, né chi continua a portare avanti la retorica degli infermieri e dei medici eroi per poi licenziarli non appena si rifiutano di lavorare senza tutele adeguate. 

Il potenziamento del Servizio Sanitario pubblico è una misura urgente e indispensabile, è la misura principale e decisiva! Serve un piano straordinario per la salute pubblica che solo i lavoratori e gli utenti possono indicare e attuare costituendo comitati in ogni ospedale e in ogni reparto. Per questo è necessario che i lavoratori della sanità continuino a denunciare, che lo facciano collettivamente, che estendano la solidarietà a chi oggi viene colpito da repressione. Laddove non è possibile farlo pubblicamente deve essere fatto in maniera anonima, in sicurezza ma in maniera decisa indirizzandola alle organizzazioni di lavoratori, ai comitati, alle istituzioni. Praticare i diritti sanciti dalla Costituzione applicandoli! Abolire l’obbligo di fedeltà aziendale.

Federazione Toscana del Partito dei CARC

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