La Federazione Toscana del Partito dei CARC aderisce e partecipa alla mobilitazione cittadina indetta da Firenze Antifascista: “Giù la maschera! Firenze è antifascista!” che si svolgerà sabato 6 giugno con concentramento alle ore 16:00 in Piazza della Repubblica.
La pandemia da Covid-19 è la conseguenza particolare in campo sanitario della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale che opprime nei modi e nelle forme che tutti conosciamo il mondo intero.
La gestione dell’emergenza sanitaria da parte del governo Conte bis ha di fatto acuito lo scontro tra le due classi in lotta per la conquista del potere (borghesia e classe operaia). La borghesia ha tentato in mille modi di promuovere l’unità attraverso la parola d’ordine “siamo tutti sulla stessa barca”, provando a far coincidere gli interessi della classe dominante con quelli delle masse popolari, manovrando per dividere e contrapporre diversi strati di masse popolari (il movimento delle mascherine tricolori ne è esempio), alimentando una massiccia opera di intossicazione dell’opinione pubblica per distoglierele masse popolari dai problemi principali (attuare le misure necessarie per far fronte all’emergenza sanitaria, economica e politica deflagrata a causa della pandemia Covid, coerentemente con quello che serve ai malati, ai loro familiari e alle masse popolari tutte).
L’esperienza pratica di tanti singoli e organismi che nei due mesi di lockdown si sono organizzati nelle Brigate di solidarietà conferma l’importanza della mobilitazione popolare per dare risposte ai bisogni immediati delle masse popolari, e la voglia di partecipazione e protagonismo da parte,soprattutto, dei giovani, quegli stessi giovani che la borghesia cerca di infognare nel mondo virtuale, nell’apatia, nel nichilismo e nell’individualismo.
La verità è che nessun governo prono a Confindustria, al Vaticano e ai gruppi imperialisti americani, europei e sionisti attuerà mai le misure necessarie alle masse popolari!
Per attuare queste misure è necessario un governo che obbedisca alla parte del paese già organizzata: come le Brigate di solidarietà, i comitati dei parenti delle vittime del Covid che si stanno moltiplicando soprattutto in Lombardia, le organizzazioni operaie e i sindacati combattivi (come il SI COBAS) che nei mesi di febbraio e di marzo hanno imposto la chiusura delle aziende la cui produzione non era indispensabile e l’adozione dei DPI; le organizzazioni popolari che operano nei quartieri e che lottano contro le speculazioni sui beni pubblici e contro il degrado frutto delle politiche di abbandono da parte delle istituzioni; quella parte incarnata dal lavoro di tanti medici, infermieri, personale sanitario che in questi mesi ha affrontato un’emergenza sanitaria dovuta, principalmente, alle politiche di smantellamento del SSN che vanno avanti da decenni anche nella Regione Toscana!
Questi sono solo alcuni dei tanti esempi che potremmo fare per rendere l’idea di quello che serve al paese per mettere mano agli effetti devastanti della seconda crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale (una crisi strutturale e generale che è entrata nella sua sua fase acuta e terminale da almeno un decennio e che si è ulteriormente aggravata per effetto della pandemia da Covid) e per scongiurare la mobilitazione reazionaria delle masse popolari, cioè la mobilitazione diretta da gruppi della borghesia imperialista o del clero, contro altre masse popolari facendo leva su contraddizioni reali in seno alle masse popolari (contraddizione tra autoctoni e immigrati, tra lavoratori privati e pubblici, tra italiani del nord e italiani del sud, tra occupati e disoccupati, tra uomini e donne, ecc.).
Per far fronte a questa situazione, in una fase in cui il movimento comunista è ancora debole ma sta rinascendo, occorre imporre un governo, un Governo di Emergenza Popolare che sia espressione dell’organizzazione popolare e che dia forza di legge alle misure che queste stesse organizzazioni individuano sulla base delle esigenze della popolazione e del paese.
Per avanzare su questa strada i comunisti e la parte già organizzata delle masse popolari devono combinare due movimenti:
– la rivendicazione dell’attuazione delle misure che servono al paese (attraverso scioperi, manifestazioni, proteste),
– l’attuazione diretta delle misure che servono al paese, in base alla propria forza e coordinandosi con altri al fine di allargare la rete e gli ambiti d’intervento.
Estendere la solidarietà di classe “senza se e senza ma”(cioè al di là delle differenze politiche e sindacali tra le varie organizzazioni, senza distinzione nelle pratiche, senza cedere alla divisione tra buoni e cattivi promossa dalla classe dominante) è il passo da compiere per condurre battaglie unitarie per imporre le misure che servono e contro gli attacchi repressivi, per opporsi alle multe, alle restrizioni che il Governo Conte bis continua a imporre, per difendere gli spazi di agibilità politica responsabilmente ma in modo risoluto!
Promuovere il protagonismo e l’organizzazione dei lavoratori nelle aziende capitaliste e in quelle pubbliche, dei giovani nelle scuole, dei proletari nei quartieri popolari è la base per costituire il governo che serve alle masse popolari e per avanzare con determinazione nella costruzione della rivoluzione socialista!
Niente sarà come prima, tutto può essere meglio di prima!
La Federazione Toscana del P.CARC