L’unione fa la forza

Per un coordinamento nazionale della siderurgia

Il 28 aprile scorso, Camping CIG (organismo promosso da alcuni operai Ex-Lucchini di Piombino) ha organizzato un incontro on line per discutere con altri operai siderurgici delle prospettive del settore e delle problematiche acuite dall’emergenza Covid-19. All’incontro (“L’unione fa la forza”) hanno partecipato operai della Dalmine Tenaris Bergamo, della JSW di Piombino (ex Lucchini), dell’AST di Terni, delle Fonderie Torbole di Casaglia (BS), della SANAC di Massa, dell’Ilva di Genova, dell’Alfa Acciai di Brescia e della Marcegaglia di Ravenna.

Fin dall’indizione dell’incontro è apparso chiaro che l’obiettivo che ci si propone di raggiungere è la costituzione di un coordinamento nazionale degli operai siderurgici: un obiettivo sicuramente difficile da perseguire a causa delle profonde divisioni fra le sigle sindacali che ostacolano persino il confronto e l’iniziativa comune fra operai di stabilimenti diversi che però fanno capo alla stessa proprietà (vedi l’ex-ILVA), ma anche necessario, sia per fare fronte alle manovre che le multinazionali dell’acciaio promuovono per smantellare la produzione in Italia, che per ragionare di un piano nazionale di rilancio della siderurgia.

La discussione è stata accesa e ricca e gli operai intervenuti hanno portato testimonianze concrete su cosa significa per i padroni mettere il profitto prima della salute dei lavoratori. A questo proposito è emersa ed è stata condivisa una linea comune da portare nelle aziende: dove non sono garantite le misure di tutela sanitaria ci si deve rifiutare di lavorare fino alla messa in sicurezza del reparto. è quello che è successo proprio a Piombino solo pochi giorni dopo la riapertura: coraggiosamente e rompendo con la cappa di repressione aziendale, alla JSW un gruppo di operai si è astenuto dal lavoro per la mancata applicazione delle misure anticontagio, cosa che ha spinto l’azienda ad azioni di rappresaglia contro alcuni operai che essa ha individuato come gli animatori della protesta. La rappresaglia però risulta efficace fintantoché scoraggia, divide e isola chi la subisce, mentre se chi la subisce resiste e prosegue nella lotta, allora sono i padroni a rimanere disarmati.

Alla luce del successo della discussione del 28 aprile, il 29 maggio Camping CIG ha rilanciato con un secondo dibattito on line a cui hanno già aderito, oltre le realtà su citate anche gli operai dell’ex-ILVA di Taranto, delle Ferriere di Trieste e della Sanac di Vado Ligure. Il dibattito prosegue quindi serrato perché le stesse condizioni oggettive spingono verso la costituzione, anche formale, di un coordinamento stabile di operai che, al di là della tessera sindacale, si faccia promotore della difesa degli interessi e dei diritti dei lavoratori e dell’elaborazione di un piano nazionale di rilancio del settore siderurgico.

Scriviamo questo articolo pochi giorni prima dello svolgimento dell’incontro, di cui però daremo riscontro perché, per quanto ancora circoscritto, il dibattito in corso e i suoi sviluppi riguardano appieno il futuro del paese: mobilitarsi per ricostruirlo su basi nuove significa infatti portare gli operai a porsi alla testa di questa mobilitazione. Questa la strada da seguire se si vuole farla finita con lo sfruttamento e la sottomissione alle grandi multinazionali della speculazione.

 

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