La cupola del Vaticano e l’emergenza Covid-19

Dura da tre mesi il silenzio generale dei media sul ruolo e le responsabilità del Vaticano nei disastri legati all’emergenza sanitaria e nel processo di distruzione della sanità pubblica di cui essa è figlia. Le collusioni, gli accordi tra Stato italiano e Vaticano sono però emerse in vari modi e i ripetuti inviti di Bergoglio a “pregare per i governanti che devono prendere decisioni difficili”, come le rimostranze della CEI (prontamente accolte dal governo) per ottenere la riapertura sollecita di chiese e luoghi di culto ne sono esempio.

Il Vaticano è pienamente invischiato e corresponsabile del disastro sanitario di questi mesi, e lo è più che per quanto ha detto o fatto pubblicamente, soprattutto per ciò che non ha fatto e si guarda bene dal fare. La Chiesa di Roma è il gruppo di potere economico e politico più influente nel nostro paese ed è di fatto il governo occulto e di ultima istanza a cui le istituzioni italiane obbediscono (si vedano, a tal proposito, i provvedimenti presi dai sindaci di Roma e Napoli che hanno mandato l’esercito a sanificare le chiese invece delle strade, suscitando le proteste anche del sindacato dei militari). È inoltre il più grande, potente e organizzato gruppo privato esistente al mondo, quello con la rete di relazioni, di risorse economiche e materiali tali da consentirgli di esprimere, anche in altri paesi, un sistema di potere parallelo a quello degli stessi Stati.

Possiede o gestisce un gran numero di centri di ricerca, scuole, università, hotel, negozi e immobili di vario tipo (si stima che faccia capo alla Chiesa cattolica circa il 20% del patrimonio immobiliare italiano). È, tra l’altro, di questi giorni la notizia dello smantellamento, per ragioni di bilancio, della rete di holding svizzere che il Vaticano aveva costituito a seguito della stipula dei Patti Lateranensi nel 1929 e che comprende, tra le altre cose, 9 società immobiliari in cui confluiscono immobili e terreni per un valore di diversi miliardi di euro. Si tratta di immobili di lusso, spesso e volentieri affittati a canoni ridicoli a politicanti, alti funzionari, uomini dello spettacolo…tutto alla faccia di chi in questi mesi di quarantena è stato impossibilitato a rimanere a casa perché una casa non ce l’ha!

Può contare su finanziamenti pubblici diretti e indiretti che lo Stato italiano gli garantisce (basti pensare che solo l’8×1000 gli frutta ogni anno più di 1 miliardo di euro e che le convenzioni tra il SSN e le strutture sanitarie cattoliche costano ai cittadini italiani circa 167 milioni di euro).

Possiede, solo in Italia, un numero enorme di strutture sanitarie, cliniche, ambulatori e ospizi di ispirazione cattolica, molte delle quali hanno stipulato convenzioni con il Servizio Sanitario Nazionale. Da stime approssimative si tratta di circa 300 strutture ospedaliere, con poco più di 23.000 posti letto e circa 78.000 dipendenti, più le 1.500 e passa case di riposo con quasi 80.000 posti letto [dati tratti da “Sanità cattolica: meno cliniche, più ospedali da campo”, La Stampa del 20/12/2015). Le strutture sono concentrate prevalentemente nel Lazio (dove ha sede il Vaticano), in Toscana (anche a causa della “riforma” della sanità pubblica – leggasi tagli – del 2015 del presidente di Regione PD Rossi) e, guarda caso, in Lombardia e Veneto in cui, grazie alla privatizzazione promossa in vent’anni da Galan, Zaia, Formigoni, Maroni e Fontana, hanno potuto godere di una quantità crescente di fondi sottratti alla sanità pubblica, con i risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi (le strutture sanitarie della Chiesa non sono state né requisite, né messe a contributo nella gestione dell’emergenza se non quando le Regioni hanno versato loro un indennizzo pari al 100%).

Tuttavia, al di là della propaganda, il Vaticano si è guardato e si guarda bene dal mettere a disposizione la sua autorità, le sue risorse e strutture per un qualsivoglia uso non a fine di lucro, come la gestione della pandemia da Covid-19. Non ne facciamo una questione morale perché non lo è, ma i fatti dimostrano che in Italia il Vaticano è a tutti gli effetti il governo occulto (sulla carta il nostro è uno Stato laico e democratico retto da istituzioni proprie), irresponsabile (non risponde a nessuno dei suoi atti) e di ultima istanza del nostro paese. Questo a riprova che le decisioni che ci riguardano non si prendono in Parlamento, ma nelle “segrete stanze” in cui il Vaticano è interlocutore privilegiato del nostro governo.

Anche prendendo in considerazione solo una piccola parte delle risorse che il Vaticano incassa dallo Stato italiano e dei costi che il rispetto dei suoi privilegi e prebende comporta per noi, possiamo vedere come le lamentazioni della borghesia sui “soldi che non ci sono” o sulle “strutture che mancano” siano solo slogan, al pari della propaganda ipocrita e buonista di Bergoglio sulla “sobrietà” che la Chiesa si starebbe imponendo in questa fase e sull’aiuto che starebbe dando alla soluzione dell’emergenza (esemplare a tal proposito la donazione di 110 milioni di euro alla Caritas, risalente al mese di marzo: una donazione fatta a sé stessi!). Se nemmeno nell’emergenza più profonda si mettono in discussione e si intaccano i privilegi dello Stato Pontificio… chi è che allora comanda davvero in Italia?

In un contesto di drammatica crisi economica e sociale, se il Vaticano persevera nel rifiuto di mettere a disposizione le sue ricchezze e il patrimonio per fare fronte alle esigenze delle masse popolari, bisogna che il governo intervenga in maniera netta e risoluta nel

– requisire tutti gli ospedali e le strutture di proprietà del Vaticano, delle Congregazioni e degli ordini religiosi;

– requisire senza indennizzo gli immobili vuoti di proprietà della Chiesa per assegnarli ad usi che sono nell’interesse delle masse popolari;

– abolire l’8×1000 alla Chiesa Cattolica;

– eliminare dalla Costituzione l’articolo 7 sui “Patti Lateranensi”.

Ogni governo che si rifiuta di procedere in questo senso, quali siano “il colore”, le dichiarazioni dei suoi esponenti e le promesse che fa, continuerà ad essere strumento di oppressione delle masse popolari. Nessun governo che sia espressione della classe dominante andrà oltre le dichiarazioni e le promesse, per allentare la stretta dei tentacoli del Vaticano è necessario il Governo di Blocco Popolare.

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