Con un comunicato uscito in data 28 maggio le compagne e i compagni della Casa Rossa hanno denunciato che l’incendio divampato un mese prima, la notte del 28 aprile, all’interno dello spazio occupato è di natura dolosa. Non sappiamo se gli autori del rogo siano fascisti facenti capo a strutture organizzate o meno, ma sicuramente di fascisti si tratta, perché sono i fascisti che da sempre incendiano le sedi comuniste, le case del popolo, gli spazi occupati e sociali.
Quel che è certo è che il terreno sul quale è germinato questo incendio è quello dell’anticomunismo e della mobilitazione reazionaria, pompata ad arte dalla classe dominante, come una delle strade per cercare di far fronte agli effetti della crisi del suo stesso sistema che tenta di tenere in piedi orientando il crescente malcontento popolare verso la guerra fra poveri .Un terreno che sul piano locale viene continuamente coltivato da campioni dell’anticomunismo che si distinguono, oltre che per la totale inutilità nella risoluzione dei problemi concreti che affliggono le masse popolari dei nostri territori e ai quali in ragione del loro ruolo sarebbero chiamati a mettere mano, per la continua promozione di campagne d’odio contro i comunisti e per la lotta serrata ad ogni forma di autorganizzazione e ad ogni spazio di agibilità politica.
Ricordiamo, per citarne due: Mallegni che della chiusura della Casa Rossa ha fatto uno dei punti della sua campagna elettorale con tanto di selfie davanti alla struttura; o il principe del nulla Benedetti che da anni porta avanti una sistematica campagna contro ogni struttura antifascista e in particolare contro il nostro Partito. Ricordiamo i ripetuti attacchi allo Spazio Popolare di Via S. Giuseppe Vecchio, alla Casa Rossa, all’ANPI, all’Associazione Cerbaja e alla Festa di Riscossa Popolare, giusto per citarne alcuni
Alle compagne e ai compagni della Casa Rossa con i quali abbiamo condiviso in questi anni mille battaglie (dai picchetti davanti alle fabbriche in sostegno dei Lavoratori, alle decine di piazze antifasciste passando per le decine di lotte sociali e ambientali che hanno attraversato la nostra città ) va la nostra totale solidarietà e vicinanza.
Viva gli spazi liberati!
Avanti con l’organizzazione delle masse popolari, verso l’era della riscossa!
Sezione di Massa del Partito dei CARC
Di seguito il comunicato della Casa Rossa
Lo scorso 28 aprile un incendio è divampato all’interno della Casa Rossa Occupata.
Immediatamente ci siamo mobilitat_ per presidiare il luogo ed assicuraci che lo stabile non avesse subito danni strutturali ma sopratutto abbiamo deciso che, emergenza sanitaria o meno, non poteva più restare chiuso e così dal giorno successivo abbiamo ripreso a viverlo, ovviamente seguendo le norme igieniche necessarie. La nostra priorità è stata, nonostante alcune parti non fossero al momento utilizzabili, riprendere l’attività mutualistica che, in questo momento di difficoltà economica per tante persone, riteniamo fondamentale. Come abbiamo detto tante volte “nessuno deve essere lasciato solo” per questo, mentre mettevamo in sicurezza, abbiamo subito iniziato ad allestire un magazzino per i beni di prima necessità, che divenisse punto di appoggio per le attività mutualistiche già avviate con gli sportelli durante il lockdown.
Nei giorni successivi abbiamo iniziato una serie di indagini e perizie per capire meglio le cause dell’incendio, aiutat_ anche da tecnic_ specializzat_ e periti solidali.
(Qui la controinchiesta sull’incendio: https://casarossaoccupata.wordpress.com/…/…/controinchiesta/
)
Fin dai primi rilievi sono emersi vari indizi sul fatto che l’incendio non fosse stato una casualità. Il fatto è avvenuto il 28 Aprile, data che ancora brucia a_ nostalgic_ del ventennio, durante un periodo in cui la CRO non era presidiata per l’emergenza sanitaria da covid-19 e pochi giorni prima dell’allentamento delle misure di lockdown; le fiamme sono divampate col favore delle tenebre; c’erano evidenti segni di effrazione; nessuna traccia di cortocircuito; ritrovamento di accelerante (probabilmente benzene) su libri e mobilio nelle stanze adiacenti a quella incendiata. Tutti questi indizi lasciano adito a pochi dubbi: mentre eravamo impegnat_ ad aiutare chi era in difficoltà attraverso gli sportelli telefonici, qualche codard_ ha pensato bene di dare alle fiamme il centro sociale.
Non abbiamo mai sentito di atti del genere, ai danni di spazi sociali antagonisti come questo, per cui si siano scoperti colpevoli o mandanti, non ci interessano ne l’opinione di chi di norma perseguita compagn_, lavorator_ e migranti che lottano per i propri diritti o di chi li giudica nei tribunali. Da sempre siamo il bersaglio di campagne d’odio e menzognere da parte di politicanti locali, di destra e non, e a volte qualche coraggios_ camerata, sfrecciando in macchina di notte sull’Aurelia, urla qualche impropero o tira qualche bottiglia. Ad ogni tornata elettorale siamo tirat_ in ballo da politici come Benedetti o Mallegni: pagliacci di bassa risma che minacciano sgomberi con siparietti sgradevoli sui Social Network.
Non sappiamo chi sia stato ad appiccare le fiamme: se militant_ o simpatizzant_ di un organizzazione politica di estrema destra, qualche disgraziat_ imbevut_ di propaganda leghista o qualche codard_ a cui andiamo particolarmente indigest_. Sappiamo però qual’era l’obbiettivo di chi ha compiuto questa vigliaccata: impedirci di proseguire l’attività politica, carbonizzare un luogo di controcultura, aggregazione, organizzazione e solidarietà.
Purtroppo per quest_ smidollat_ non e andata così. L’aiuto materiale di compagni e compagne vicini\e al nostro collettivo, di chi ha frequentato lo spazio nelle sue molteplici iniziative e di chi riconosce la genuinità del nostro lavoro, la solidarietà ricevuta da tutta Italia, bastano a far scomparire la piccolezza di quel gesto vile.
Se qualcuno ci vuole chius_ vuol dire che la direzione è quella giusta e invece di scoraggiarci ottiene l’effetto contrario, rafforza la nostra determinazione e il nostro impegno. La raccolta e la consegna di generi necessari è già realtà, chi è interessato a partecipare può venire negli orari indicati e chi ha bisogno ha già la possibilità di venire e selezionare i prodotti direttamente in Casa Rossa, secondo le sue esigenze specifiche.
In realtà non ci siamo mai fermat_ solo non potevate vederci per via delle restrizioni contro il covid19, ora siamo pront_ a ripartire con tutte le nostre consuete attività: culturali, sociali, di protesta, di lotta, di solidarietà, politiche, all’interno della Casa Rossa e per le strade.
Ci sono cose che non bruciano ed altre che non smetteranno mai di farlo come la rabbia di fronte alle ingiustizie, l’odio per gli oppressori, la solidarietà tra gli oppressi, la necessità di combattere contro un modello socioeconomico disumano fondato su barbarie, profitto e sfruttamento e chi lo sostiene. Per questo, mentre nelle piazze da un lato ripartono le attività commerciali e dall’altro riprendono manifestazioni e repressione, noi siamo pronti per urlare ancora una volta che: alla normalità non ci vogliamo tornare perché la normalità era il problema!
A chi ci voleva mettere i bastoni fra le ruote diciamo una cosa: ogni volta che proverete a fermarci il risultato sarà lo stesso perché la nostra determinazione e la nostra comunità vanno oltre quelle quattro mura.
Ci sono cose che non bruciano!