[Bergamo] La realtà e la truffa

Finalmente si esce dalla quarantena

perché la sua gestione da parte del governo e della regione è stata un disastro per il paese. Non è stata la presenza del virus la causa di più di 30 mila morti, ma la disorganizzazione del sistema, insieme allo stato di abbandono in cui versa la sanità pubblica per le speculazioni sulla salute a cui sono sottoposti il paese e la società intera sotto la direzione della borghesia imperialista!

Che fanno governo e Regione invece di mappare la popolazione e ricostruire la medicina territoriale, preventiva e la ricerca?

In Lombardia sono attive 70 unità territoriali di assistenza (2 medici e 1 infermiere) su 220; hanno fatto ospedali da campo anziché attrezzare i reparti vuoti come quelli esistenti negli ospedali Papa Giovanni di Bergamo, a Legnano, a Milano; hanno assunto operatori sanitari come precari; lasciano le analisi di laboratorio nelle mani degli speculatori (mentre in Cina fanno 11 milioni di tamponi in 10 giorni da noi siamo a poco meno di 3 milioni da febbraio!) e se non si scoprono i positivi questi non vengono curati e continuano a diffondere l’epidemia. L’emergenza è stata salvata, a Bergamo, con l’abnegazione dei sanitari, le donazioni e il lavoro gratuito di almeno mille volontari che suppliscono molti posti di lavoro necessari. E le amministrazioni vogliono continuare a fare così, mentre cercano di reprimere quanti sempre più contestano le scelte antipopolari del governo erede delle Larghe Intese. Non è serio, è vergognoso e criminale!

L’emergenza sociale è già in corso

A Bergamo da gennaio a marzo si contano 5838 lavoratori in meno rispetto a gennaio-marzo 2019; entro giugno si esauriscono almeno 21500 contratti a termine, oltre quelli “a chiamata” e simili; molte imprese artigiane e familiari del terziario e piccoli professionisti chiudono o rischiano la chiusura; i redditi da lavoro nero sono spariti subito. Le promesse di aiuto dal governo centrale e regionale sono risultate per pochi e soggette ai vari appetiti elettorali (la CIG che arriva a gocce, i buoni spesa terminati, i costi che aumentano) e i grandi capitalisti fanno la parte del leone: stanno giocando sulla pelle della gente. E Confindustria minaccia lacrime e sangue in termini di reddito, posti di lavoro, diritti.

L’obiettivo di tornare alla normalità propagandato da Confindustria, dal governo, dal Vaticano e dai vari comitati d’affari è un delitto, perché quella normalità è stata il contesto e la causa del disastro sanitario, economico e sociale in corso; è un’illusione, perché niente tornerà come prima: sotto la direzione della borghesia imperialista, come visto finora tutto può solo andare peggio perché mira solo al profitto.

Organizzarsi e mobilitarsi nelle aziende e nei territori

  • per imporre la sicurezza sanitaria nelle aziende e all’esterno

  • per impedire chiusure e licenziamenti

  • per imporre l’erogazione di un reddito dignitoso e un lavoro utile a chi non li ha o li ha persi

  • per assegnare un’abitazione dignitosa a tutti coloro che non l’hanno al fine di ridurre il rischio di contagio

I soldi non sono un problema, ce ne sono a bizzeffe: sono i quasi 27 miliardi di spese militari e i 20 miliardi per la TAV Torino Lione, tanto per fare due esempi

Gli operai dell’Arcelor-Mittal ce lo mostrano: i prossimi saranno mesi di lotte per impedire che il costo del disastro sanitario, economico e sociale ricada sulle spalle dei lavoratori e delle masse popolari. Lotte per un lavoro utile e dignitoso, per mantenere ed estendere l’accesso ai diritti essenziali (sanità, scuola, ecc.). Serve estenderle e coordinarle per renderle la base per prendere in mano il governo del paese: un governo delle masse popolari organizzate, che aprirà la strada al socialismo nel nostro paese.

Noi sosteniamo coloro che vogliono organizzarsi su questa strada

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