Come Federazione Toscana del P.CARC aderiamo e invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione organizzata da Priorità alla scuola a Firenze sabato 23 maggio in Piazza Santissima Annunziata alle 15:30.
Con l’emergenza Coronavirus, abbiamo visto come il governo e le istituzioni abbiano lasciato il mondo della scuola e dell’istruzione abbandonato a sé stesso. Da un giorno all’altro tutto è cambiato e insegnanti, studenti, genitori e personale della scuola si sono trovati a dover gestire una situazione inedita senza sapere come. Le direttive, infatti, sono state più che altro indicazioni parziali, contraddittorie e totalmente inadeguate a gestire l’emergenza e chi a scuola materialmente studia o lavora ha dovuto mettere delle toppe qua e là dove lo Stato è il grande assente. Insomma, un bel pasticcio!
Non sta andando meglio oggi che la quarantena è finita: le scuole non riaprono (perché se tutto il resto è aperto?), i concorsi banditi per l’assunzione dei docenti precari sono totalmente insufficienti (32mila posti a fronte degli stimati 200mila insegnanti che servirebbero), i lavori per rendere le scuole adeguate alle nuove norme non sono ancora iniziati e settembre è molto vicino, i fondi stanziati per l’istruzione dal nuovo DL rilancio sono esigui e legati principalmente alla digitalizzazione al sostegno della Didattica a Distanza: il capolavoro più eclatante di questa quarantena! Mentre vengono dati più di 6 miliardi di euro a FCA, a prestito ma garantiti dallo Stato, per la scuola ci sono solo le briciole.
Lo smantellamento pezzo dopo pezzo dell’istruzione pubblica viene da lontano, da decenni di riforme che hanno minato il diritto allo studio per i ragazzi e il diritto a un lavoro utile e dignitoso per gli insegnanti e il personale ATA; l’emergenza Covid19 non ha fatto altro che esasperare una situazione già critica.
Questo perché la scuola, così come la sanità e gli altri servizi pubblici, è un campo di speculazione per la classe dominante, che non ha interesse che la scuola funzioni e formi in modo efficiente i suoi studenti.
Ma, a fronte di questa situazione, gli studenti e i lavoratori della scuola non sono rimasti a guardare: in tutto il paese c’è stata ed è in corso una mobilitazione generale contro il sistema della didattica a distanza, scioperi, presìdi, manifestazioni di ogni tipo. In molte zone del paese studenti e insegnanti si sono anche aggregati spontaneamente in Brigate di Solidarietà: organismi nati per far fronte all’emergenza, facendo la spesa o la raccolta alimentare per le famiglie indigenti. A Prato è nata anche una brigata formata solo da insegnanti che si sta occupando anche dei bisogni educativi della città.
Questa delle Brigate è una piccola ma significativa dimostrazione di come le masse popolari (coloro che per vivere devono lavorare) si possano organizzare per fare quello che il governo non fa o fa male. Per quanto riguarda la scuola il discorso è analogo: non possiamo aspettarci nessuna soluzione dalle stesse istituzioni che ci hanno cacciato in questo marasma! La soluzione non può che venire “dal basso”, perché insegnanti, studenti e personale della scuola sono gli unici che hanno interesse a far sì che le cose funzionino davvero!
Per questo dobbiamo usare le mille proteste e battaglie di lavoratori della scuola, studenti e genitori per rafforzare la rete di organizzazione che esiste a macchia di leopardo in tutto il paese e costituire un governo emanazione delle masse popolari organizzate, che metta mano ai problemi della scuola, ma anche della sanità, del lavoro e dell’ambiente, che ponga fine agli effetti più devastanti della crisi: un governo di emergenza popolare. Ogni scuola può diventare il centro di mobilitazione e orientamento delle masse popolari della zona e contribuire allo sviluppo della rete di nuova governabilità: vuol dire costruire organizzazioni che si pongono nell’ottica di mettere mano alle esigenze concrete degli studenti e dei lavoratori, organizzazioni che passano dall’essere centri rivendicativi verso le autorità al diventare centri che applicano le misure necessarie, a partire da quelle che già hanno la forza di individuare e attuare direttamente.
Il Partito dei CARC sostiene chi è deciso a organizzarsi, mobilitarsi e coordinarsi su questa strada. Il contributo che ogni individuo può dare per porre fine al catastrofico corso delle cose è contribuire a porre fine al capitalismo, a instaurare un nuovo sistema di rapporti sociali alla base del quale vi è la proprietà e gestione pubblica dell’apparato produttivo e dei servizi essenziali come la scuola: il socialismo.
Niente sarà più come prima, ma tutto può essere meglio di prima!