Ai lavoratori organizzati nella campagna Il padrone di merda (PDM) a Bologna che stamattina hanno ricevuto cinque “divieti di dimora” e un “divieto di avvicinamento”, insieme agli altri 13 denunciati, va la nostra totale solidarietà: l’obiettivo è chiaro, e cioè intimorire i lavoratori che si organizzano e lottano per i propri diritti e per la propria dignità.
Come P. CARC abbiamo sufficiente esperienza di lotta alla repressione, alla criminalizzazione, alla denigrazione da sapere che quando il nemico colpisce duro, è perché ha il bisogno di farlo, ha paura, è in una situazione di debolezza e gioca sporco. Ai compagni del PDM, quindi: avete colpito nel segno, avanti!
Questo attacco avviene nella cornice della Fase 2 in cui i padroni hanno fame di riprendere a fare profitto e quindi un’azione come quella promossa da PDM non può essere tollerata, essendo un fastidio e un ostacolo. Ma la lotta di classe non contempla la sottomissione degli interessi dei lavoratori alla legalità, alle prassi e ai costumi della classe dominante: è una questione di interessi di classe, da praticare e garantire. Non solo, ma è anche una questione di giustizia di classe come ha sottolineato una lavoratrice anonima : “siamo stanchi di andare dentro ai tribunali e aspettare sentenze che non arrivano!”. Per questo, cioè far valere gli interessi dei lavoratori contro sfruttamento e precariato, è giusta e legittima l’azione che PDM porta avanti pubblicamente!
Nel comunicato, PDM scrive: “Pretendere di ricevere il salario pattuito da questa mattina ufficialmente si chiama “estorsione”! Andare dal padrone di merda a chiedere conto di truffe e molestie, disturbando così i suoi sporchi affari, da questa mattina ufficialmente si chiama “violenza”!”. Ebbene, estorcere ai padroni denaro, condizioni migliori, tutele, garanzie è frontiera delle lotte rivendicative, una necessità dei lavoratori. D’altro canto padroni, autorità e istituzioni vogliono costringere i lavoratori a “rispettare la legalità” che significa in realtà mano libera per loro nello sfruttare e nell’evadere contributi: è legittimo tutto quello che è conforme agli interessi dei lavoratori e delle masse popolari, anche se è considerato illegale dalle autorità e dalle istituzioni borghesi! Per questo è fondamentale organizzarsi in gruppi di lavoratori, allargando l’orizzonte oltre il terreno immediato e legando ogni singola battaglia all’ampia rete di mobilitazioni popolari e cittadine, “uscendo” dai posti di lavoro e puntando alla prospettiva: puntare a governare i territori e il Paese. C’è bisogno di un governo d’emergenza popolare!
Infatti: “Il centro dello scontro [nella “Fase 2”] non sono le misure per la riapertura, ma il tipo di prospettiva verso cui indirizzare il paese: il mantenimento del vecchio sistema di relazioni economiche, politiche e sociali (cambiare tutto per non cambiare niente) oppure una profonda trasformazione basata sugli interessi delle masse popolari” – da Resistenza n. 5/2020.
Che l’azione de Il Padrone di Merda non si fermi, anzi: passare da accusati ad accusatori, spostando sul piano politico quello che la borghesia vorrebbe tenere sul piano tecnico e legale, è passo necessario per allargare il fronte e rendere inefficaci le misure cautelari.