Rilanciamo l’appello dell’infermiere Marco Lenzoni di Pontrmoli (MS) contro i vincoli di fedeltà aziendale e la petizione online lanciata in sua solidarietà dal Comitato Salute Pubblica Alta Lunigiana e che potete firmare a questo link: https://www.change.org/p/presidenza-del-consiglio-dei-ministri-governo-italiano-contro-gli-obblighi-di-fedelt%C3%A0-aziendale-in-solidariet%C3%A0-con-l-infermiere-marco-lenzoni.
Di seguito riportiamo l’appello di Marco che illustra in modo esaustivo il contenuto della lotta che il personale del SSN, gli utenti ma in generale tutti i lavoratori delle aziende pubbliche e private e i cittadini devono fare per praticare diritti costituzionalmente sanciti come quello di denunciare problemi e mala gestione sui propri posti di lavoro e la tutela del diritto alla salute. È così facendo che, nei fatti, possiamo contrastare una leggere infame come quella sui vincoli di fedeltà aziendale. Invitiamo tutti a dare ampia diffusone al suo appello, a stamparlo e volantinarlo, ad affiggerlo nei quartieri, a renderlo strumento di organizzazione dei lavoratori e degli utenti del SSN.
A Marco e a tutti i lavoratori che ogni giorno si battono, si organizzano e si mobilitano per far valere i loro diritti, estenderli, migliorarli e praticarli va tutto il nostro sostegno.
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CONTRO L’OBBLIGO DI FEDELTÀ AZIENDALE, APPLICHIAMO LA COSTITUZIONE!
Sono Marco Lenzoni, infermiere presso l’ospedale di Pontremoli in provincia di Massa Carrara.
Il 29 aprile scorso mi è stata notificata una contestazione disciplinare da parte della ASL Nord-Ovest Toscana a seguito delle denunce che ho fatto circa la mancanza di DPI adeguati e in quantità sufficiente forniti dalla azienda per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Secondo i vertici della ASL, con la mia denuncia avrei leso “l’immagine” dell’azienda e per questo motivo sono stato convocato a Livorno dalla Commissione Disciplinare per il prossimo giovedì 9 giugno alle ore 10.00.
Questi sono gli effetti dell’esistenza di una legge: la legge sulla fedeltà aziendale (art.2105 codice civile), utilizzata come strumento di repressione all’interno di tutte le aziende pubbliche e private del nostro paese.
Questa legge tenta di imbavagliare i lavoratori di tutti i settori, di ricattarli. Questa legge non permette ai cittadini e all’intera popolazione di sapere cosa avvenga sui luoghi di lavoro, quali siano gli episodi di clientelismo e malaffare, non permette di sapere quando e come i diritti dei lavoratori e dei malati vengono violati.
Qualche anno fa fui minacciato di licenziamento perché per protesta pagai il ticket per una ragazzina di 15 anni malata alla quale la ASL rifiutò un prelievo di sangue perché la madre non aveva abbastanza soldi per pagare le analisi. Anche allora denunciai la violazione di uno dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, il diritto alla salute, e soltanto dopo una forte e decisa mobilitazione pubblica in mia solidarietà e la presa di posizione del collegio infermieristico regionale l’azienda tornò sui suoi passi e mi chiese scusa pubblicamente, avevo agito in rispetto dell’etica professionale e in rispetto della Costituzione.
Anche in questa fase di emergenza sanitaria, economica e politica dettata dalla diffusione del Coronavirus stiamo assistendo a ricatti, minacce, nonché licenziamenti di lavoratori che denunciano la mancanza di DIP sui loro posti di lavoro come l’ASL Nord-Ovest cerca di fare con me. Ancora una volta si vuole fare carta straccia della Costituzione e dell’art. 21 che garantisce il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Con la scusa della diffamazione e della “lesa immagine” dell’azienda si cerca di chiudere la bocca ai lavoratori, ma un conto è la diffamazione, altro conto è dire la verità, denunciare fatti veri, gravi e provati!
Nessuna legge aziendale può togliere ai lavoratori e ai cittadini i diritti sanciti dalla Costituzione Italiana, negare nella pratica i diritti costituzionali rappresenta a tutti gli effetti un reato!
Ebbene, con questo appello mi rivolgo a tutti i lavoratori della sanità pubblica e privata chiedendo loro di:
• Applicare praticandola la Costituzione: denunciando i problemi sul posto di lavoro, le speculazioni, la mancata attuazione di DPI (come tanti colleghi hanno cominciato a fare in queste settimane);
• Disobbedire agli obblighi di fedeltà aziendale che sono palesemente in contrasto con i diritti costituzionali: pratichiamo il nostro diritto/dovere a denunciare ogni abuso e a pretendere che le condizioni di salute nostra e degli utenti siano garantite.
Rivolgo questo appello non solo ai lavoratori dei servizi sanitari pubblici e privati ma anche agli utenti e a tutti i lavoratori delle aziende pubbliche e private che subiscono e pagano gli effetti di una legge incostituzionale come quella sui vincoli di fedeltà aziendale.
Noi lavoratori vogliamo essere fedeli solo ai diritti fondamentali dell’uomo, al rispetto di un lavoro utile e dignitoso per tutti, a un ambiente salubre, al controllo popolare del patrimonio e dei servizi pubblici oggi sotto attacco, alla tutela psicofisica di lavoratori e utenti di tutti i settori.
In una parola, siamo fedeli alla nostra Costituzione antifascista! Ogni cittadino e ogni lavoratore che denuncia abusi, ruberie, malfunzionamenti sul proprio posto di lavoro va premiato, non va punito, ammonito o licenziato!
I politici che oggi ci dipingono come eroi devono sostenere questa battaglia; devono schierarsi a fianco dei lavoratori che denunciano le pessime condizioni sui loro posti di lavoro e attivarsi per l’abrogazione della legge sui vincoli di fedeltà aziendale.
Vi invito a diffondere questo appello tra i vostri colleghi e conoscenti; a firmare la petizione online in mia solidarietà e a partecipare al presidio che il Comitato di Salute Pubblica della Alta Lunigiana lancerà in vista dell’udienza del 9 giugno a Livorno.
Un saluto di lotta e dignità a tutti e tutte
Marco Lenzoni
infermiere presso l’ospedale di Pontremoli (MS)