08.05.2020
Lavoratori autonomi, P.IVA, lavoratori dipendenti delle aziende pubbliche e private, unitevi e organizzatevi per imporre i vostri interessi a capitalisti, banchieri, speculatori e affaristi nazionali e internazionali!
Già prima del 4 maggio, momento in cui una parte importante delle attività produttive ha riaperto, migliaia di ristoratori, ambulanti, parrucchieri, estetisti e altri venditori di beni e servizi hanno iniziato a organizzarsi per protestare nelle principali città del paese. Con la mascherina sulla bocca e mantenendo le distanze di sicurezza sono scesi in piazza per chiedere al Governo Conte 2 una maggiore attenzione a problemi di carattere economico che non sono di certo nuovi. Infatti, già prima del Covid-19 esisteva la crisi nel commercio, ma che si sono aggravati a causa del deflagrare della crisi economica e politica dovuta all’emergenza da coronavirus.
Le rivendicazioni dei lavoratori autonomi allo stato e al governo vanno dalla richiesta del blocco del pagamento delle tasse alla riduzione dei canoni d’affitto, dagli incentivi economici alla richiesta di poter tornare a lavorare per quelle aziende che ancora oggi vengono ritenute superflue (salvo aver mantenuto aperte, per tutta l’emergenza, produzioni come quella bellica è il caso della Leonardo).
Se i lavoratori autonomi nelle ultime settimane hanno iniziato a scendere in piazza per ribadire le proprie necessità e i propri diritti, altrettanto stanno facendo i lavoratori dipendenti da quelli della logistica ai metalmeccanici, dal personale medico e sanitario ai lavoratori che prestano servizio alla persona.
Centinaia sono stati gli scioperi che si sono susseguiti nelle ultime settimane, per rivendicare il diritto a riscuotere la cassa integrazione ma anche per opporsi ai licenziamenti arbitrari e per fare applicare alle aziende i protocolli e gli accordi in materia di sicurezza.
Noi comunisti appoggiamo e promuoviamo la partecipazione alle manifestazioni promosse dalle P.IVE, dai lavoratori autonomi, proprietari di piccole imprese negozi, ristoranti, ecc. Esse si aggiungono e combinano con le proteste degli operai della fabbriche, con le proteste degli studenti e dei precari e con quelle di altri settori.
Sia per i lavoratori autonomi che per quelli dipendenti delle aziende pubbliche e private la risposta dello stato è stata la repressione: multe e denunce (come nel caso dei ristoratori di Milano: https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/05/06/new/fase_2_bar_e_ristoranti_di_milano_protestano_in_piazza_vogliamo_regole_chiare_altrimenti_non_riapriamo_multati_per_asse-255838512/); manganellate ai lavoratori della logistica del nord Italia; (http://sicobas.org/2020/05/05/italia-fedex-tnt-le-forze-dellordine-sgomberano-i-lavoratori-in-sciopero-ecco-la-fase-2-tra-licenziamenti-e-repressione/.) e repressione aziendale ai dipendenti delle aziende private e pubbliche, come nel caso dell’infermiere Marco Lenzoni denunciato dalla ASL Toscana Nord-Ovest per “aver leso l’immagine dell’azienda” a seguito delle giuste e legittime denunce di mancanza di DIPI sul suo posto di lavoro (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/07/coronavirus-denuncio-le-scarse-protezioni-per-gli-operatori-dellospedale-di-pontremoli-procedimento-disciplinare-contro-infermiere/5793749/).
Noi comunisti esprimiamo la nostra incondizionata e totale solidarietà alle masse popolari (cioè a chi per vivere deve lavorare) che protestano e si organizzano per far fronte all’emergenza sanitaria, economica e politica nel nostro paese, che scendono in piazza e che sperimentano tutte le iniziative necessarie a far sentire la loro voce nonostante i tentativi da del Governo Conte bis di approfittare della situazione per imporre un vero e proprio Stato di polizia!
Nella crisi generale del capitalismo, per continuare ad accumulare profitti, i padroni devono spremere non solo i lavoratori salariati ma anche i lavoratori autonomi la cui attività, che è legata all’economia reale del sistema capitalista (produzione e vendita di beni e servizi) è erosa, soffocata dalla finanza. Questa situazione cambia, inevitabilmente, la condizione dei lavoratori autonomi anch’essi travolti dalla crisi cronica e profonda del sistema capitalista. L’unica soluzione per uscirne è quella di allearsi con i lavoratori dipendenti, in primis con la classe operaia, per far valere i loro interessi contro i grandi speculatori, affaristi, capitalisti e banchieri (a cui i partiti delle Larghe Intese dal PD passando per la Lega di Salvini fino a Fratelli d’Italia della Meloni, sono asserviti).
Dunque, l’unità nazionale tanto sbandierata dai lacchè di Confindustria, non è altro che il tentativo di far ripartire il sistema di produzione a garanzia dei grandi capitalisti, speculatori e banchieri. È in ragione di questi interessi che ai lavoratori salariati viene imposto di aumentare i ritmi di produzione e rinunciare alla sicurezza per permettere ai padroni di recuperare il business perso nei giorni di lockdown e a quelli autonomi di pagare di tasca propria la sanificazione dei locali, all’acquisto dei dispositivi in plexiglass per i distanziamenti, i Dispositivi di Protezione Individuali.
La verità è che le istituzioni della Repubblica Pontificia rapinano il paese, succhiano il sangue ai lavoratori, rendono sempre più difficile la vita alle masse popolari, per arricchire i ricchi e soddisfare le pretese dei banchieri e dei caporioni delle società finanziarie. Basti pensare al trattamento riservato dal Governo Conte 2 a grandi aziende come Ferrari, Exor della famiglia Agnelli, ENEL, ENI, Telecom, Ferrero che succhiano soldi pubblici che dovrebbero essere destinate alle famiglie in difficoltà, ai commercianti, ai lavoratori autonomi e alle P. IVA, oltretutto senza versare un euro di tasse, dato che hanno le loro sedi nei paradisi fiscali (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/03/olanda-da-fca-a-ferrero-e-mediaset-ecco-i-gruppi-italiani-con-sede-ad-amsterdam-e-la-ue-vieta-di-escluderli-dagli-aiuti-pubblici/5787900/).
Quindi, ogni rivendicazione che i lavoratori autonomi e quelli delle aziende pubbliche e private pongono al Governo Conte 2 per fare fronte agli effetti peggiori della crisi è una rivendicazione giusta e legittima!
Tra i lavoratori autonomi e quelli dipendenti esiste un doppio legame dovuto sia ai rapporti di dipendenza dall’oppressore capitalista, sia agli effetti che entrambi subiscono a causa delle leggi attuate dello Stato. Quindi sono loro, coloro che per vivere devono lavorare (le masse popolari), a essere sulla stessa barca; a essere pagati dalla classe dominante con la stessa moneta: la moneta delle tasse, dei mutui, della speculazione, della disoccupazione, del precariato, dell’incuria, del degrado e della repressione!
Ma sono quelle stesse masse popolari a dover imporre le misure che servono al paese! I lavoratori, autonomi e dipendenti, devono organizzarsi e coordinarsi per far fronte all’emergenza sanitaria, economica e politica dovuta alla pandemia da CVOID-19.
Nel concreto significa unirsi per:
– garantire un salario dignitoso e condizioni di lavoro sicure a chi continua a lavorare per produrre beni e servizi necessari al paese;
– blocco dei licenziamenti, stabilizzazione dei precari, nuove assunzioni per garantire la produzione di beni e servizi necessari;
– chiusura temporanea delle aziende non indispensabili al paese con garanzia di salario pieno ai lavoratori per tutti il tempo in cui le aziende restano ferme;
– integrazione delle produzioni essenziali svolte da lavoratori autonomi e assegnazione di un reddito dignitoso e sospensione di tasse, mutui, ecc. per i lavoratori autonomi che non svolgono attività essenziali;
– annullamento di debiti, tasse, mutui, sospensione dei pagamenti senza costi e penalità verso finanziarie e banche;
È lottando per imporre queste misure che i lavoratori autonomi e dipendenti alimenteranno l’ingovernabilità dal basso territorio per territorio; riusciranno a imporre ai governi locali fino a quello nazionale quello che serve a tutelare i loro interessi fino alla costituzione di un governo che sia realmente rappresentativo delle loro esigenze; un governo che attui per decreto tutte le misure loro necessarie: un Governo di Emergenza Popolare.
Questo è l’unico obiettivo di prospettiva immediata e funzionale a mettere mano ai disastri della crisi economica, politica e sociale deflagrata a causa dell’emergenza Coronavirus.
Niente tornerà come prima perché tutto può essere meglio di prima!
Federazione Toscana del Partito dei CARC