Nelle settimane di lockdown, in risposta alle molte iniziative di lotta e organizzazione messe in campo – nel rispetto delle misure di sicurezza – per far fronte all’emergenza Covid-19 e alla crisi, lo Stato ha comminato centinaia di migliaia di multe lasciando mano libera alle forze dell’ordine anche di commettere abusi, minacce e violenze: a riprova di ciò, non ci risulta di procedimenti nei confronti di agenti anche a seguito di fatti documentati, nemmeno uno straccio di dichiarazione. Così nelle giornate del 25 aprile e del 1 maggio sono fioccate le multe e le azioni repressive verso la maggior parte di coloro che si sono mobilitati. Allo stesso modo in risposta agli scioperi nella logistica dei giorni scorsi e alle denunce da parte dei lavoratori della sanità sulla mancanza di dispositivi di sicurezza, le risposte di Stato e padroni sono state l’isolamento, il licenziamento dei lavoratori e l’invio dell’esercito per reprimere.
Queste sono evidenti prove di uno stato di polizia mascherate dalla necessità di far rispettare un distanziamento sociale, frutto di una gestione schizofrenica e inadeguata dell’emergenza. Nessuno infatti prenderà le misure urgenti e necessarie se non saranno le masse popolari a imporle e attuarle direttamente dove possibile: la fase ne è esempio concreto e la “Fase 2” lo sta confermando, c’è un miglioramento delle condizioni delle masse popolari se esse stesse si fanno carico di lottare e mobilitarsi per migliorarle (Brigate volontarie e di solidarietà, scioperi per ottenere i DPI nelle aziende ecc.). Il bilancio della “Fase 1” porta infatti con sé più di 25 mila morti, la strage di anziani nelle RSA, milioni di operai, lavoratori, precari, Partite IVA senza nessun adeguato sostegno al reddito, senza cure mediche e assistenza domiciliare per chi è in difficoltà. Se il bilancio non è stato peggiore è grazie alla mobilitazione degli operai che ha costretto padroni e governo a prendere misure, anche se parziali, alla vigilanza e denuncia (pagata anche con il lavoro) dei lavoratori della sanità all’interno degli ospedali, combinati all’opera delle brigate volontarie di solidarietà che ha impedito l’isolamento di decine di migliaia di famiglie e ha fornito loro generi di prima necessità in una situazione di completo abbandono da parte delle istituzioni.
La lotta per la conquista dell’agibilità politica, perché le masse popolari assumano il ruolo necessario a risolvere in maniera positiva questa emergenza, è una lotta che nessun altro può fare per loro al pari delle altre. Al pari delle altre è necessaria per far fronte all’emergenza in corso. Quello che gli eletti e i rappresentanti delle istituzioni possono concretamente fare è offrire loro tutto il supporto che possono dare, mettendo a disposizione delle masse popolari tutti i mezzi e gli strumenti che hanno a questo scopo.
Per questo rilanciamo quanto messo in campo dalla senatrice Nugnes, dal presidente della X municipalità di Napoli Civitillo e dalla consigliera comunale di Quarto Giusy Rollin come esempi positivi di quello che ogni eletto a cui sta a cuore il benessere delle masse popolari e la tutela e l’applicazione della Costituzione può e deve fare per supportare le legittime mobilitazioni delle masse popolari e contrastare la repressione. Sono esempi a due livelli, nazionale e locale, di quanto tutti possono e devono fare per mettersi sulla strada indicata. La senatrice Nugnes ha infatti presentato un’interrogazione al ministro della giustizia relativamente alla repressione messa in campo nella giornata del 25 aprile, il presidente della X municipalità di Napoli Civitillo ha scritto una lettera al prefetto per incalzarlo a non collaborare con le misure antipopolari e astenersi dalla loro applicazione sul territorio metropolitano di Napoli, mentre la consigliera comunale di Quarto Giusy Rollin è scesa in piazza a supporto delle mobilitazioni per avere chiarimenti dall’amministrazione locale sui buoni spesa.
Sono esempi importanti perché rappresentano prima di tutto un supporto alle masse popolari, alla loro organizzazione e agibilità politica, legittimando le mobilitazioni messe in campo e quelle future; al tempo stesso denunciano le misure antipopolari messe in campo dal governo e dalle sue istituzioni. Nell’interrogazione in particolare, mettendo al centro i diritti sanciti nella costituzione, vengono smascherati e resi pubblici gli abusi nell’utilizzo dei DPCM. Viene quindi fissata nettamente la distinzione tra misure di sicurezza anti-contagio e l’utilizzo di queste in funzione repressiva, al netto di presidi e manifestazioni fatti nel totale rispetto delle misure di sicurezza. Responsabili si quindi, ma non obbedienti al tentativo di limitazione delle libertà di espressione, circolazione e riunione.
Bene quindi quanto hanno fatto la senatrice, il presidente della X municipalità di Napoli e la consigliera comunale di Quarto e bene hanno fatto anche a rendere pubbliche le loro azioni. Adesso devono proseguire sulla strada avviata e andare fino in fondo nelle intenzioni, supportando praticamente le lotte in atto nel paese. La situazione di emergenza sanitaria, economica, politica e sociale in cui le classi dominanti hanno precipitato l’Italia rende infatti necessarie misure d’emergenza da parte di operai, lavoratori e masse popolari e rende quindi necessario che anche gli eletti elevino il loro compito con atti d’emergenza.
Quello che loro, come tutti gli eletti e i rappresentanti delle istituzioni che a ogni livello vogliono far fronte all’emergenza in maniera positiva per le masse popolari e che vogliono sinceramente mettere fine al sistema di potere e abusi, devono fare adesso è legarsi strettamente alle mobilitazioni in corso nel paese. Possono farlo:
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promuovendo con ogni strumento a loro disposizione il rafforzamento e il ruolo delle organizzazioni degli operai nelle aziende, dei lavoratori e degli utenti in ogni ospedale, e delle BdS in ogni quartiere. Perché siano loro a farsi garanti e ad attuare direttamente nella pratica le misure d’emergenza necessarie, dall’applicazione dei dispositivi e delle norme di sicurezza, alla gestione della produzione e distribuzione del lavoro, al controllo della gestione e distribuzione di beni, servizi e supporti economici come i buoni spesa;
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andando personalmente a controllare in ogni azienda, ospedale e quartiere e presenziando a ogni mobilitazione facendosi garanti per la tutela dei lavoratori e contro la repressione;
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dando forma di delibere e leggi – e mobilitando altri eletti a farlo – alle misure che di volta in volta le organizzazioni di operai, lavoratori e masse popolari individuano e appoggiandosi a queste per la loro attuazione. Attivandosi quindi per le assunzioni, la stabilizzazione e la tutela dei lavoratori della sanità; la garanzia di salario e di supporto economico adeguato; la chiusura temporanea e la riconversione delle aziende per il superamento dell’emergenza; la sanificazione e la gestione del contagio, la distribuzione di beni e servizi necessari, la sospensione di affitti e tasse e degli sfratti;
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schierandosi senza se e senza ma contro le misure antipopolari e la repressione ai danni delle masse popolari, astenendosi e mobilitando altre istituzioni ad astenersi dall’applicarli su ogni territorio e facendosi promotori di campagne nazionali per non pagare le multe;
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mobilitando le Forze dell’Ordine non contro lavoratori e masse popolari ma a vigilare che aziende e ospedali non siano focolai di contagio, che in ogni quartiere nessuno sia lasciato indietro;