[Milano] La solidarietà del Collettivo L’Altra metà del Cielo al compagno Luciano Pasetti

Rilanciamo la presa di posizione del Collettivo L’Altra metà del cielo in solidarietà al compagno Luciano Pasetti e contro il suo trasferimento (seppur temporaneo) nella sede DìPerDì di Zelo Surrigone. 

Questa presa di posizione è un esempio di un collettivo che si occupa (non in modo esclusivo) di diritti delle donne, della questione di genere, della lotta di emancipazione delle donne, inserendoli e inquadrandoli in un più ampio contesto sociale, mettendo al centro il tratto comune fra uomini e donne delle masse popolari: far tutti parte della categoria di quelli che per vivere devono lavorare, vivendo, pur con contraddizioni differenti a seconda del genere di appartenenza, situazioni molto simili (precarietà, ricatto nei posti di lavoro, subalternità, dover trovare mille sotterfugi per portare a casa da mangiare e avere di che vivere).  Fanno in questo modo valere nei confronti di Luciano la solidarietà di classe, come si evince bene (seppur non usano queste parole) dalla presa di posizione: “Il Collettivo L’Altra metà del Cielo, lo abbiamo detto all’inizio, ha un occhio di riguardo per la lotta di emancipazione delle donne, ma siamo consapevoli che il cambiamento deve avvenire in ogni aspetto sociale di cui il lavoro è componente fondamentale e imprescindibile. Luciano è, come noi, un lavoratore ed è importante ora che abbia al suo fianco altre lavoratrici e lavoratori, come lui è stato al loro fianco in tante occasioni!”.

E’ un esempio perché oltre alla solidarietà e alla “protesta” lanciano una proposta: esercitare delle forme di controllo popolare nei luoghi di lavoro e a favore dei lavoratori (di tutti, dipendenti e autonomi!), prendendo spunto proprio dal contributo dato da Luciano in queste settimane di emergenza sanitaria sul suo posto di lavoro (si è impegnato a vigilare sull’attuazione delle norme all’interno del supermercato dove lavora e a denunciare le situazioni insicure). Invitiamo il collettivo a intraprendere con fiducia e spirito di conquista questa strada e a portarla fino in fondo, perché esercitare il controllo operaio e popolare nei luoghi di lavoro e promuovere che altri lo facciano, creare rete fra quanti non stanno percependo forme di reddito, è un contributo importante alla causa comune e al superamento dell’emergenza in modo positivo.

Invitiamo a seguire il Collettivo sulla loro pagina facebook e a rispondere all’appello che fanno alla fine della presa di posizione e alla loro volontà di mettersi a disposizione per dare voce a chi non è organizzato e a chi vuole denunciare la situazione in cui lavora o le difficoltà che vive!

 

***

 

LE NORME ANTI-CONTAGIO VANNO APPLICATE PRIMA DI TUTTO NEI POSTI DI LAVORO!

Solidarietà al delegato sindacale Luciano Pasetti

 

Luciano Pasetti è uno storico e generoso militante politico e sindacale che il 2 maggio ha ricevuto la comunicazione (ancora verbale e non in forma scritta) di distacco dalla sede del supermercato dove lavora (Carrefour di Viale Famagosta a Milano) per andare per 15 giorni nella sede DiPerDì di Zelo Surrigone, un paese a 30 km da Milano. Carrefour aveva già tentato 2 anni fa di licenziare Luciano con un pretesto, ma il tribunale lo ha reintegrato.

Abbiamo visto il 25 aprile a Milano la polizia fermare, multare e menare gruppi di compagni che portavano i fiori alle targhe partigiane, in nome delle “norme anti-contagio”. Le norme anti-contagio sembrano valere solamente in una direzione, quella dei lavoratori e dei comuni cittadini, le grandi aziende, invece, stanno facendo il buono e il cattivo tempo.

Come Collettivo esprimiamo la nostra solidarietà a Luciano perché è un lavoratore, uno di quei lavoratori che non chinano la testa, uno di quei lavoratori che combattono per i diritti di noi tutti. È uno di quei lavoratori che il Carrefour non vuole fra i piedi perché è “scomodo”.

Esprimiamo la nostra solidarietà a Luciano perché in queste settimane ha vigilato e si è battuto per far applicare le norme anti-contagio all’interno del Carrefour di Viale Famagosta, per la tutela della salute sua e dei suoi colleghi, ma anche di chi fa la spesa! Come ricompensa di questo servizio alla collettività Luciano viene spedito a lavorare fuori Milano!

Siamo solidali con Luciano anche perché la decisione di Carrefour ha il gusto amaro di una vera e propria rappresaglia:

  • Carrefour spedisce in un comune irraggiungibile coi mezzi di trasporto pubblico, se non con due ore di viaggio (sia all’andata che al ritorno), un dipendente che non è automunito e non ha la patente: ma ce lo stanno dicendo in tutti i modi di evitare di prendere i mezzi pubblici perché Trenord e ATM “non ce la fanno”!
  • Carrefour mette a rischio la vita di un suo dipendente cardiopatico, quindi uno dei soggetti più a rischio Covid-19, perché serve fare profitti in un comune fuori Milano e nel frattempo si permette di comunicare la cassaintegrazione per oltre 4000 dipendenti!

 

Le norme anti-contagio devono valere SEMPRE e PER TUTTI e devono valere in prima istanza nei luoghi di lavoro! Per questo motivo siamo al fianco di Luciano nella sua battaglia contro il trasferimento!

Il Collettivo L’Altra metà del Cielo, lo abbiamo detto all’inizio, ha un occhio di riguardo per la lotta di emancipazione delle donne, ma siamo consapevoli che il cambiamento deve avvenire in ogni aspetto sociale di cui il lavoro è componente fondamentale e imprescindibile. Luciano è, come noi, un lavoratore ed è importante ora che abbia al suo fianco altri lavoratrici e lavoratori, come lui è stato al loro fianco in tante occasioni!

 

VOGLIAMO METTERCI A DISPOSIZIONE!

Sulla scorta dell’esempio di Luciano VOGLIAMO METTERCI A DISPOSIZIONE IN QUESTA NUOVA FASE, PER RACCOGLIERE LE TESTIMONIANZE DI CHI è TORNATO AL LAVORO (o ha continuato a lavorare anche durante il pieno dell’emergenza), di chi lavora da casa, di chi dovrebbe ricevere la CIG, di chi non sta percependo alcuna forma di reddito, per esercitare una vera e propria azione di vigilanza popolare sul rispetto delle norme anti-contagio nei luoghi di lavoro, perché chi lavora da casa abbia i mezzi per farlo (e preferibilmente che se ne occupi l’azienda!), per mettere insieme quei lavoratori (dipendenti o autonomi) che non stanno percependo alcuna forma di reddito.

Scriveteci all’indirizzo email laltrametadelcielocollettivo@gmail.com (pubblicheremo in forma anonima)!

 

 

 

 

 

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