Riceviamo e pubblichiamo questo documento scritto da alcuni lavoratori dell’ANFFAS di Firenze (struttura sanitaria che si occupa di assistenza ai disabili). Il testo fa un punto della situazione sulla gestione dell’emergenza Covid-19, denunciando le manovre sporche della Regione Toscana, ma soprattutto mettendo in evidenza come sono gli stessi lavoratori che pongono le questioni e propongono delle soluzioni. L’organizzazione degli operatori della Sanità a tutti i livelli e il loro coordinamento è la prospettiva verso cui tendere per rimettere in sesto il Servizio Sanitario Nazionale e prendere in mano la gestione di ospedali, cliniche e RSA, per fare l’interesse dei cittadini e non di chi specula sulla pelle delle persone!
“A due mesi dall’esplosione dell’emergenza COVID, possiamo dire che la situazione all’ANFFAS di Firenze si è stabilizzata, nel senso che sono state adottate tutta una serie di misure, a partire dalla fornitura puntuale e in adeguata quantità di tutti i DPI, screening e tamponi sui dipendenti: misure che hanno di fatto impedito l’irrompere della malattia nella struttura, cose evidentemente mancate in tante RSA della Toscana.
Un’altra misura che ci preme sottolineare (è per noi una conquista) è la modifica dell’orario e dei turni applicando una autogestione di fatto, che prevede la maggiore e migliore rotazione del personale. Questo è molto importante anche per far fronte alle assenze per malattia e alle ferie, che si accumulavano continuamente, per lavorare in modo più sereno ed evitare – come capitava – di fare anche dieci giorni di lavoro a diritto. È una grande conquista per noi ma soprattutto un beneficio per gli utenti, che avranno un’assistenza di qualità ancora superiore.
Sappiamo che, appena finita l’emergenza, la dirigenza cercherà di riprendersi ciò che abbiamo conquistato, ma devono stare sereni che non intendiamo tornare a “prima”: difenderemo questa conquista strappata con tanta fatica dopo oltre un anno di lotta, anzi diciamo che il COVID ha dimostrato che semmai ci sarebbe bisogno di personale da assumere, per non ritrovarsi in affanno a cercare sostituti tutte le volte da formare da capo!
Vogliamo portare all’attenzione un’altra questione che ci sembra di estrema gravità, e cioè la direttiva da parte della Regione Toscana (ordinanza n. 28 del 7 aprile, cap. 5 pagina 5) di fare prendere in carico a strutture come la nostra e alle RSA “d’intesa con il gestore” malati COVID in convalescenza e in condizioni non così gravi da necessitare il ricovero (anche di altre strutture): però sono comunque portatori della malattia e quindi veicoli di contagio.
Abbiamo visto come questa scelta abbia provocato in Lombardia una vera e propria strage, di anziani ma anche di colleghi, per cui speriamo di vedere presto avvisi di garanzia e dimissioni. Chiediamo quindi pubbliche spiegazioni al presidente Rossi e all’assessore Saccardi su questa direttiva che forse abbiamo male interpretato, se poteva avere un (molto vago) senso due mesi fa, quando non si conoscevano appieno i pericoli del virus, oggi ci appare del tutto illogico se non criminale un comportamento del genere. Appoggiamo quindi la scelta coraggiosa dei nostri dirigenti di rifiutare tale “libera scelta”, anche perché la continuità dell’ANFFAS dipende in buona parte dalle rette che proprio la Regione Toscana stanzia e non vorremmo che questa scelta provochi nessun tipo di ritorsione… una soluzione a questo problema viene secondo noi dalle 300 stanze degli “hotel quarantena” che profumatamente paghiamo a ignoti benefattori, la requisizione di parte delle 10mila case rimaste sfitte in città dall’assenza dei turisti, continuare a ripristinare strutture come i Fraticini o presidi come quello di Gavinana e il S. Rosa chiusi negli scorsi anni dalla medesima giunta: c’è l’imbarazzo della scelta.
Naturalmente tutto ciò va accompagnato dalle dovute assunzioni di personale che devono essere a tempo indeterminato, per poter rimpolpare gli organici ridotti all’osso di quel personale ospedaliero con cui dobbiamo coordinarci al meglio per perseguire l’obiettivo comune di un SSN pubblico, universale e gratuito: altro che tornare al “prima”! Qui dobbiamo battagliare per imporre una via diametralmente opposta al fallimentare modello privatistico, criticato perfino dal signor Rossi!
“Andrà tutto bene” se i lavoratori della sanità si organizzano per difendere sé stessi e i pazienti, per imporre le misure che servono e portare pubblicamente all’esterno tutti i problemi di salute e sicurezza dell’azienda, rompendo gli odiosi vincoli di fedeltà aziendale che sono soltanto un’arma di ricatto per metterli a tacere. Il confronto, l’organizzazione e la mobilitazione collettiva per noi sono stata l’arma vincente, mettendo da parte sigle e bandierine abbiamo anche cominciato a superare vecchie divergenze e incomprensioni, che in questa situazione rischiavano di farci perdere di vista l’obiettivo principale, arrivando ai risultati di cui vi scriviamo.
Un saluto a colleghi e colleghe, in attesa della rapida risposta delle istituzioni ai chiarimenti urgenti e necessari che abbiamo richiesto.”
Alcuni lavoratori ANFFAS di Firenze