Il 14 aprile il Fronte della Gioventù Comunista (FGC) ha lanciato la campagna fotografica “CubaRespira” per denunciare il criminale blocco economico, imposto ormai da cinquant’anni dall’amministrazione USA, che impedisce al governo l’acquisto di respiratori polmonari necessari a potenziare il sistema sanitario a fronte dell’emergenza Covid-19.
All’iniziativa stanno aderendo molti giovani, lavoratori e personaggi pubblici, artisti e intellettuali progressisti. Si legge nell’appello:
“Nel momento di crisi più grave attraversato dal nostro Paese nel dopoguerra, i lavoratori e le classi popolari hanno ricevuto la pronta solidarietà internazionalista di Cuba. Un supporto non scontato per tutto il personale della nostra sanità pubblica messa in ginocchio dal Covid-19. Un aiuto concreto e disinteressato, con un alto valore pratico e simbolico.
Mentre noi riceviamo solidarietà, medici ed infermieri, la pandemia è arrivata anche a Cuba. Lì il sistema sanitario ha a disposizione sicuramente strutture, posti letto e un pieno organico di personale sanitario. Il modello della sanità pubblica socialista sta compiendo già un grande sforzo per tutelare la salute dei cubani e dei popoli dei 67 paesi in cui sono attive missioni mediche cubane. Ma per un’isola di 11 milioni di abitanti è praticamente impossibile essere del tutto autosufficienti, e la sanità cubana ha bisogno di acquistare all’estero dei nuovi ventilatori polmonari per affrontare al meglio il nuovo Coronavirus.
L’acquisto di questi ventilatori da parte dell’agenzia governativa cubana Medicuba è stato però impedito. Le aziende produttrici contattate hanno risposto di aver ricevuto nuove linee guida aziendali che imponevano l’interruzione di ogni rapporto con Cuba. Questo a causa del Bloqueo, il blocco economico illegale imposto unilateralmente dagli Stati Uniti dal 1961, che ha già causato enormi sofferenze al popolo cubano impedendo per decenni l’acquisto di beni anche di prima necessità non prodotti sull’isola.
Mentre Cuba esporta medici ed infermieri, gli Stati Uniti impediscono a Cuba di poter acquistare la strumentazione necessaria per affrontare il virus.
Non possiamo rimanere a guardare passivamente gli effetti di questa azione odiosa. Facciamo appello ai giovani, agli studenti, ai lavoratori, agli artisti e a tutti coloro che hanno a cuore la solidarietà internazionalista e la lotta contro l’ingiustizia. Facciamoci sentire, aiutiamo chi ci sta aiutando. Rispondi anche tu all’appello, diffondiamo il messaggio: «A chi esporta solidarietà vogliono negare anche l’aria. Via il Bloqueo!”.
Se Cuba può svolgere il ruolo che svolge è perché, come la Repubblica Popolare Cinese o la Repubblica Popolare Democratica di Corea, ha mantenuto gran parte delle conquiste dei primi paesi socialisti. L’apparato produttivo, il sistema sanitario, la ricerca scientifica sono ancora per la stragrande maggioranza pubblici e gestiti secondo un piano conforme agli interessi delle masse popolari e queste sono, in una certa misura, mobilitate a partecipare alla gestione del paese, alla vita pubblica, alle attività sociali e politiche.
L’aspetto principale, dunque, non sono le idee o i sentimenti di giustizia, ma la natura del sistema economico, politico e sociale. è la proprietà e la gestione pubblica del sistema produttivo che permette agli elementi più coscienti e avanzati delle masse popolari di dedicarsi al benessere collettivo, a fare in modo che la pandemia non diventi, come nei paesi imperialisti, un’emergenza ingestibile, ad attribuire alla solidarietà il valore che essa deve avere.
Grazie ad una sanità pubblica all’avanguardia (Cuba conta il più alto numero al mondo di medici per abitante) e a misure di prevenzione incentrate anzitutto sulla protezione dei soggetti più a rischio (anziani, malati gravi, ecc.) in questo paese ad oggi si sono registrati appena poco più di 1000 casi totali di contagio e solo 64 morti su 11 milioni di abitanti!