[Milano – Settimana Rossa] Un 25 aprile di repressione ma soprattutto di riscossa

Mentre scriviamo questo comunicato apprendiamo che il Coordinamento Precari della Scuola Autoconvocati è stato fermato e sanzionato in piazza del Duomo a Milano mentre rivendicava assunzioni e internalizzazioni di tutto il personale scolastico (docenti, ATA ed educatori precari). A questi lavoratori e lavoratrici va la nostra solidarietà!

Governo, autorità e istituzioni hanno provato a imbavagliare il 25 Aprile
La Sezione di Milano Teresa Noce del Partito dei CARC esprime incondizionata solidarietà ai compagni e alle compagne che, nel giorno della Liberazione, sono stati caricati e pestati, denunciati e sanzionati perché portavano omaggio ai partigiani caduti nella Resistenza.

Il dispiegamento di forze, l’atteggiamento, il contenuto dell’azione delle Forze dell’Ordine contro chi celebra il 25 Aprile (nel completo rispetto delle norme di sicurezza: distanziamento di almeno un metro e mascherine. E’ la polizia che non le ha o non le usa e si assembra e provoca essa stessa problemi di sicurezza per la salute pubblica) è la premessa della “Fase 2” del governo e delle autorità: lo stato borghese si smaschera definitivamente calpestando il 25 Aprile e, con esso, la vuota retorica su “democrazia e libertà”. Mentre centinaia di migliaia di famiglie sono ancora abbandonate a loro stesse, senza assistenza medica, senza tamponi, senza sostegno pratico per reperire i mezzi della loro sussistenza. “Tirano avanti” solo o principalmente grazie all’azione delle Brigate di solidarietà.

Forze dell’ordine e autorità hanno provato a cancellare il 25 Aprile e a criminalizzare chi si è organizzato per celebrarlo con la propria presenza fisica in strada, nel rispetto delle norme anti-contagio (e ricordiamolo, con maggiore senso di responsabilità e rispetto della salute pubblica del presidente Fontana che ha inaugurato in pompa magna e con un’affollatissima conferenza stampa l’ospedale di Rho). Ma non ci sono riusciti e anzi, i compagni del Tventotto il 26 aprile si sono nuovamente recati dove sono stati aggrediti dalla polizia il giorno prima, per portare omaggio alla lapide, per ribadire che ogni giorno è il 25 aprile e dimostrando in questo modo che la repressione non può porre freno all’organizzazione delle masse popolari.

Nelle strade di Milano continua a battere il cuore della Resistenza
Le masse popolari di Milano si sono mobilitate e hanno voluto omaggiare in mille forme la Resistenza, senza farsi frenare da divieti e restrizioni. Come Sezione di Milano del P.CARC abbiamo pubblicamente lanciato la Staffetta Partigiana, l’abbiamo organizzata con i compagni e i simpatizzanti che abitano nel municipio 2 e in altri quartieri della città. Come noi sono stati tanti i collettivi, i comitati, e i singoli cittadini che si sono voluti ritrovare alle lapidi partigiane, che hanno voluto prendersene cura, che hanno lanciato nei giorni precedenti appelli a portare fiori, drappi rossi e messaggi alle decine di lapidi e ai monumenti che costellano la città di Milano, a testimoniare il prezioso e importante contributo della città nella Resistenza.

In via Padova la mattina del 25 Aprile si sono mossi vari gruppi e organizzazioni: l’ANPI Crescenzago, il partito dei CARC, il COA Tventotto e un gruppo di antifascisti che abita nel quartiere e sono stati vari i singoli cittadini che si sono presentati alle lapidi per portare il loro omaggio. In altre zone della città ci sono stati cortei spontanei e staffette partigiane e gli abitanti si sono dati appuntamento alle lapidi (a Niguarda la staffetta del CIP Tagarelli, una sfilata degli abitanti la sera del 24 e un corteo spontaneo il 25 alle 15, in Barona, in Porta Vittoria, Affori ecc.). Si sono mobilitate le Brigate Volontarie per portare garofani rossi e fiori alle lapidi nei giorni antecedenti al 25, anche loro invitando pubblicamente a prendersi cura delle lapidi partigiane, e il 25 hanno sfilato nelle strade della città. Si sono mobilitati i lavoratori ATM che hanno portato alle lapidi dei loro depositi fazzoletti rossi e fiori, per onorare i loro colleghi caduti per la libertà.
Sono state tantissime le iniziative che in ogni angolo della città si sono svolte, sia a opera di comitati e collettivi, sia a opera di singoli cittadini.

Non solo. Immediata e numerosa è stata la solidarietà degli abitanti di via Padova, che si sono stretti attorno agli antifascisti e hanno dato forza alla mobilitazione, contro gli abusi  che le forze dell’ordine hanno compiuto nei confronti sia dei partecipanti alla Staffetta Partigiana (intimidazioni iniziate in via Cesarotti e arrivate a momenti di tensione su via Padova all’angolo con via Don Orione) sia degli antifascisti in via Democrito: tantissimi affacciati dai balconi urlavano contro le forze dell’ordine e applaudivano i compagni, tantissime le persone che hanno ripreso con i telefoni dalla strada o dai balconi gli atti repressivi e dato immediata diffusione delle immagini di quanto stava accadendo, esercitando in questo modo il controllo popolare sull’operato delle forze dell’ordine e contribuendo a inibirlo. Tante persone sono scese in strada per sostenere i compagni, evitando in alcuni casi che venissero presi e portati via. Altri hanno reclamato la propria vicinanza e solidarietà ai compagni fermati richiedendo di essere a loro volta multati.

Alimentiamo la mobilitazione, facciamo soffiare il vento della riscossa
Quanto è successo a Milano il 25 aprile deve rinsaldare e alimentare la voglia di mobilitarsi di tutti coloro che hanno chiaro che non si può aspettare a casa la fine dell’emergenza perché insieme all’emergenza sanitaria, che ancora non è risolta per precise responsabilità politiche di governo centrale e della Giunta Regionale guidata da Fontana, vanno affrontate l’emergenza economica (la miseria diffusa) e quella politica (i tentativi di imporre uno Stato di Polizia), e gli unici che possono porvi rimedio sono le masse popolari organizzate, in modo responsabile (nel rispetto delle norme anti-contagio) ma risoluto (senza farsi fermare da divieti e restrizioni che valgono soltanto per i lavoratori e non per le autorità e i padroni). Il 25 aprile le masse popolari dell’Italia intera si sono mosse: questo sentimento, questa spinta, questa resistenza, sono la linfa vitale e animatrice per riprendere il cammino interrotto e avanzare verso un nuovo 25 aprile!

Abbiamo davanti a noi la Giornata Internazionale dei Lavoratori, il Primo maggio, usiamolo fino in fondo per far soffiare il vento della riscossa, per alimentare l’organizzazione e la mobilitazione dal basso per far fronte alla situazione d’emergenza con misure di emergenza, per prendere in mano la direzione della Fase 2 negli interessi dei lavoratori e delle masse popolari (esenzione dal lavoro non sicuro, violazione della fedeltà aziendale, reddito di quarantena per tutti coloro che non lavorano o sono precari, nazionalizzazioni e difesa dell’apparato produttivo, piano straordinario per la sanità).

Fare fronte comune contro la repressione e per l’attuazione dei diritti democratici sanciti dalla Costituzione.
Il 25 aprile oltre alle cariche violente della polizia sono stati fatti verbali: 4 compagni del P. CARC sono stati multati per aver preso parte alla Staffetta Partigiana. Faremo ricorso e ci mobiliteremo in ogni modo per non pagare queste multe fatte in piena violazione della Costituzione. Invitiamo quanti nella giornata del 25 aprile hanno ricevuto sanzioni a fare altrettanto, a mettersi in contatto con noi e a coordinarsi per respingere colpo su colpo i tentativi di reprimere la mobilitazione popolare e per trovare le modalità più adeguate per promuovere la solidarietà nel proprio ambito e contesto (sul lavoro, nel proprio caseggiato, da parte del proprio collettivo).

Aderiamo e invitiamo ad aderire e dare ampia diffusione alla lettera scritta e promossa da singoli e associazioni di via Padova, che ha raccolto in breve tempo molte firme da tutta Italia: “Dopo il 25 aprile viene il resto dell’anno. L’EPISODIO DI VIA PADOVA CHE CI PREOCCUPA”. Lettera che trovate a questo link sulla pagina Facebook Siamo Preoccupati alla quale si può aderire scrivendo all’indirizzo email siamopreoccupati@gmail.com

Invitiamo infine a seguire le Corrispondenze video dalla quarantena ore 19 – Edizione speciale verso il Primo maggio, poiché la puntata di mercoledì 29/04 sarà dedicata ai fatti del 25 aprile e l’analizzeremo da vari punti di vista, con testimonianze di chi era presente in strada, di un esponente de “Siamo Preoccupati” che ci racconterà il contenuto della lettera e le motivazioni che li hanno spinti a scriverla, con il Segretario Nazionale del P.CARC Pietro Vangeli per rilanciare la mobilitazione popolare verso il Primo maggio e oltre la Settimana Rossa.

I fatti del 25 aprile e l’azione di solidarietà e controllo popolare esercitati dagli abitanti di via Padova dimostrano l’importanza di portare avanti pratiche di vigilanza democratica sull’operato delle forze dell’ordine, facciamo appello a sostenere chi si organizza contro gli abusi di polizia, li denuncia pubblicamente e porta avanti battaglie contro la repressione, per l’adozione del numero identificativo, per la trasparenza nelle catene di comando perché fa un’azione favorevole agli interessi di quanti si mobilitano e organizzano per far fronte alla situazione di emergenza e di crisi.

Invitiamo quanti volessero dare la loro solidarietà concreta ai compagni colpiti dalla repressione il 25 aprile ad attivarsi per sostenere la campagna per far annullare il processo contro Rosalba Romano (della Redazione di Vigilanza Democratica) nato dalla denuncia da parte di un poliziotto che in passato ha fatto parte del famigerato VII Reparto Mobile di Bologna (uno dei “corpi speciali” di macellai impiegati nel G8 di Genova nel 2001) che si è sentito diffamato da un appello, pubblicato sul sito Vigilanza Democratica, per lo smantellamento del Reparto coinvolto in gravi e documentati episodi di abusi di polizia:

  • Attraverso una sottoscrizione (tramite Conto Corrente Bancario – IBAN: IT79 M030 6909 5511 0000 0003 018 intestato a Gemmi Renzo o Postepay 5333 1711 4473 9212 – intestata a Gemmi Renzo)
  • Partecipando e facendo partecipare alla campagna fotografica con il cartello: “IO STO CON ROSALBA – LA CASSAZIONE DEVE ANNULLARE IL PROCESSO POLITICO CONTRO VIGILANZA DEMOCRATICA” e di inviare le vostre foto a carcsezmi@gmail.com o via whatsapp al 346.57.24.433

Non facciamoci fermare dalla repressione, riprendiamo il cammino per un nuovo 25 aprile!

Sezione di Milano Nord-Est Teresa Noce del Partito dei CARC

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