A SITUAZIONE DI EMERGENZA, SOLUZIONI E AMMINISTRAZIONE LOCALE DI EMERGENZA!
La situazione di Piombino riflette bene quella generale del paese e pone con altrettanta evidenza l’urgenza di adottare misure adeguate a far fronte ad una situazione già difficile che la pandemia ha solo scoperchiato in tutta la sua realtà, che grava sui lavoratori, le masse popolari e l’ambiente della città e a cascata sull’intera Val di Cornia. L’approdo della nave Diadema è l’ennesimo boccone amaro fatto inghiottire ai piombinesi ammantandolo sotto la cappa della “unità nazionale” che l’Amministrazione Comunale, passata rapidamente da essere espressione civica e di difesa della realtà locale dalle numerose e ben note imposizioni provenienti “dall’alto” al nazionalismo patriottardo della peggior specie per mascherare la propria impotenza.
Non mettiamo in dubbio la generosità, la solidarietà e la buona volontà degli abitanti di Piombino e pure della stessa Amministrazione, ma ci è sembrato irresponsabile fare attraccare la nave in un territorio che conta già diverse emergenze a livello ambientale e sanitario. Una simile situazione doveva essere gestita dallo Stato in una città più attrezzata per farvi fronte (con tutto il rispetto), ma è evidente che la classe dominante persegue senza battere ciglio l’obiettivo di sfruttare questo territorio solo e soltanto per i propri scopi di devastazione e saccheggio, acutizzando le emergenze pregresse: lo dicono la ripresa forzosa dei conferimenti in discarica, il continuo depotenziamento dell’ospedale, le scorie della siderurgia che continuano a giacere non toccate per km, lo scempio paesaggistico e ambientale perpetrato a Baratti con la costruzione delle orride baracche di legno, la ex Lucchini che langue sempre più in preda alla morte lenta.
A tutto questo scenario di vera e propria guerra si doveva opporre la nuova amministrazione, votata con questi precisi obiettivi letteralmente a furor di popolo per cacciare il PD, responsabile principale dello stato pietoso in cui versava la città. In questi lunghi mesi però Ferrari e compagnia non sono andati aldilà dei proclami e della propaganda. Non sono stati fatti i carotaggi né messe le centraline di rilevamento richieste più volte dal Comitato di Salute Pubblica, Jindal continua a fare il bello e il cattivo tempo, imponendo un regime da caserma in fabbrica e spremendo come limoni gli operai ricattati e intimoriti costretti a lavorare in condizioni sempre peggiori, fregandosene altamente di una città che chiude ogni sua attività, che getta piccoli artigiani, commercianti, partite IVA e famiglie nella disperazione assoluta. Anche in questo caso, sono valsi a molto poco gli appelli e le “osservazioni” di organismi come il Camping CIG e di singoli operai preoccupati per il proprio futuro lavorativo.
L’ospedale di Villa Marina ha continuato a perdere pezzi e funziona grazie all’abnegazione del personale, nonostante la presenza direttamente dell’assessore alla Sanità che – al netto del palese conflitto di interessi – ha dimostrato di aver fatto niente e quindi va sostituito. Infine, vorremmo sperare che le orribili catapecchie che offendono il panorama di Baratti non siano il progetto di diversificazione economica e di potenziamento del turismo che si ha in mente… una quantità di volte abbiamo sentito il sindaco e gli assessori dire di avere “le mani legate” e questo ritornello è diventato il comodo riparo dietro cui giustificare la mancanza di volontà di rompere veramente con i famosi poteri forti, dietro cui cercare di mascherare il fatto che la “nuova” amministrazione sta, anche rapidamente, rientrando nel solco tracciato dalle Larghe Intese, espressione di tutte quelle precedenti.
La crisi sanitaria delinea chiaramente e allarga anche a Piombino la breccia fra il campo delle masse popolari e quello della classe dominante, che conduce contro di esse una vera e propria guerra che per il COVID ad oggi conta oltre 21mila morti; essa finirà prima o poi, ma quella economica e politica continuerà ed è anzi destinata ad aggravarsi, perché a essere in crisi è l’intero sistema su cui si regge la nostra società. Le mezze misure non reggono più, il tempo delle chiacchiere è finito e tutti coloro che sono o si candidano a governare una città, regioni o il paese intero dicendo di farlo nell’interesse delle masse popolari devono prendere immediatamente misure di rottura: nel caso di Piombino sono il blocco immediato dei conferimenti alla discarica di Colmata, la riapertura dei reparti chiusi dell’ospedale e il potenziamento degli altri con assunzioni di personale a tempo indeterminato, l’imposizione di ogni misura di tutela di igiene e sicurezza nelle acciaierie pena la chiusura e requisizione senza indennizzo, l’abbattimento delle ignobili casupole a Baratti, avviare la raccolta differenziata spinta e le bonifiche del SIN… il lavoro necessario da fare è tanto e il sindaco è la massima autorità sanitaria e ha poteri di “emergenza” che può usare: quale migliore occasione di questa?
La “via maestra” per arrivare a ciò, per far sì che l’amministrazione Ferrari si rimetta nella carreggiata per cui è stata eletta oppure salti, sono l’azione e l’incalzo delle numerose organizzazioni operaie e popolari e dei singoli lavoratori ed elementi avanzati che operano a Piombino e non solo. Sono il CSP, che da sempre lotta per una sanità pubblica ed efficiente, che denuncia le condizioni con le quali le RSA hanno affrontato l’emergenza sanitaria ricevendo in cambio minacce di denunce, che lotta per un ambiente sano e pulito; sono l’organizzazione operaia Camping CIG, che nonostante le restrizioni da Stato di polizia continua a svolgere le proprie riunioni ordinarie adottando tutte le misure di tutela e prevenzione sanitaria e utilizzando i canali on-line per produrre documenti di analisi e proposta; sono l’associazione Amici di Vittorio che, dopo la pulizia del territorio, insieme ad altre si dedica a sostenere con le consegne a domicilio gli anziani e le persone in difficoltà; sono gli operai della ex Lucchini ancora in produzione, che hanno imposto la riduzione al minimo delle maestranze contro il volere di padroni, codici ATECO e anche dei sindacati. Questa è la forza che a Piombino come nel resto del paese può dettare i tempi della lotta di classe, deve far valere la propria potenza inarrestabile e salvare letteralmente il paese dal baratro in cui i capitalisti e i loro servi, interessati solo al profitto e per niente a salute, sicurezza e benessere delle masse popolari a prescindere dalle chiacchiere, ci stanno facendo precipitare: dobbiamo fermarli!
E’ decisivo che queste organizzazioni operaie e popolari proseguano e sviluppino le rispettive mobilitazioni nel massimo coordinamento possibile, mettendo al centro innanzi tutto la salute e la sicurezza delle masse popolari; in particolare il CSP, nato sull’onda travolgente della lotta al raddoppio della discarica che ha scacciato la precedente amministrazione, deve imporre l’avvio dei carotaggi e l’installazione delle centraline di monitoraggio, e se non viene fatto deve convocare un presidio di protesta contro i conferimenti (come ha fatto FdI per le forze dell’ordine, con tutte le precauzioni del caso) davanti alle sedi istituzionali: la battaglia contro il raddoppio di Colmata non è persa!
In pratica, si tratta di ripristinare il controllo popolare che ha caratterizzato gran parte dell’attività del comitato e che ne ha consolidato il ruolo sociale e pubblico di nuova autorità, che detta scadenze e tempi necessari a tutelare e promuovere il diritto alla salute sancito nella Costituzione, un’attività in cui è necessario coinvolgere anche le squadre di solidarietà, il M5S del “fiato sul collo”, i lavoratori della Sanità, le organizzazioni operaie e popolari, quelle sindacali e politiche che ci stanno. E’ doveroso pretendere il controllo di cosa viene conferito in discarica e sapere cosa c’è già sepolto, dobbiamo sapere cosa succede nelle RSA vista la letterale mattanza di anziani causata dalle gestioni private, è possibile lottare insieme al personale dell’ospedale di Villamarina perché lavorino in numero sufficiente e con tutti i DPI del caso, per imporre insieme nuove assunzioni a tempo indeterminato e la riapertura dei reparti come il Punto Nascita!
Queste non sono misure “belle e giuste, ma irrealizzabili”, queste sono alcune delle misure necessarie per fare fronte alla situazione. Sono le misure che la classe dominante non vuole mettere in campo perché in aperta contraddizione con l’imperativo della società capitalista: il profitto.
Costituire un governo di emergenza e Amministrazioni Locali e Regionali di Emergenza che attuano queste misure sono gli obiettivi che il P.CARC persegue e su cui chiama a convergere gli operai, i lavoratori, gli organismi popolari, le organizzazioni e i partiti comunisti, i progressisti, i patrioti e tutti quelli che si dicono di sinistra. E’ profondamente sbagliato confidare che la soluzione possa arrivare dalle stesse autorità e istituzioni che sono parte del problema e che, anziché risolverlo, lavorano alacremente per garantire la perpetuazione del sistema economico e sociale che è la causa di tutto questo.
Sembra tutto nero e si susseguono gli sfoghi di chi “non vede la luce in fondo al tunnel”. La questione è che la luce non si accende da sola, non è “una questione di tempo”. La questione è che la classe operaia e le masse popolari devono impugnare la fiaccola della lotta di classe per prendere il potere. Il compito dei comunisti è guidare questo processo.
Lo hanno fatto durante la Resistenza, quando a uccidere non era un virus, ma le squadracce fasciste, la polizia politica, le SS e i treni piombati che portavano ai campi di concentramento: Piombino è città Medaglia d’Oro, sa bene di cosa si tratta e dobbiamo rammentare quell’esperienza per andare oltre e vincere insieme e definitivamente il virus del capitalismo!
Concludiamo con l’appello ad aderire e promuovere iniziative di ogni sorta per festeggiare la Settimana Rossa ( https://www.carc.it/2020/04/03/appello-costruiamo-insieme-la-settimana-rossa-25-aprile-primo-maggio-prendiamo-esempio-dai-partigiani-per-costruire-il-nuovo-25-aprile/ ) e onorare degnamente i partigiani e i lavoratori, in due date scolpite con il sangue e la lotta nella Storia del nostro paese e del mondo intero: non dobbiamo consentire che ci vengano scippate da chi ha calpestato continuamente la Costituzione in nome dell’emergenza sanitaria ed è sempre più palesemente incapace di dirigere la società.