[Massa Carrara]Lettera di un volontario soccorritore: “Le armi per combattere le avremo solo organizzandoci!”

Pubblichiamo la lettera di un volontario di una pubblica assistenza. Un contributo importante, perché fa vedere concretamente che l’emergenza sanitaria attualmente in corso non dipende principalmente dal virus in sè, ma dal contesto sociale in cui è inserito che crea le condizioni per diffondersi e proliferarsi. Tagli alla sanità pubblica, smantellamento di strutture, accorpamenti in nome del risparmio (su ciò che è utile) portati avanti a passo di carica in questi anni sono la premessa in cui il virus ha potuto svilupparsi fino ad assumere la portata di una vera e propria emergenza sanitaria.

La lettera fa vedere con chiarezza che ci sono due campi distinti e contrapposti: da una parte chi svolge il proprio lavoro con impegno e passione in uno scenario di un sistema sanitario devastato, ci sono volontari, ci sono persone che a vario titolo si attivano per fare la loro parte portando il loro contributo e la loro solidarietà e dall’altra pochi interessi privati che sono la causa e la condizione dell’attuale situazione.

I prossimi mesi saranno terreno di lotta per la difesa e la riaffermazione del sistema sanitario. Infatti, nonostante le belle parole che oggi vengono profuse giustamente nei confronti degli operatori sanitari, continuerà senza sosta lo smantellamento della sanità pubblica, perchè una società capitalista immersa nel pieno della sua crisi non può fare a meno di trasformare tutto in merce. Sta quindi ai lavoratori della sanità e alle masse popolari, che in questi mesi hanno toccato con mano in maniera evidente e dirompente gli effetti delle politiche di smantellamento della sanità pubblica in atto negli ultimi decenni, organizzarsi e lottare!

***

Sono un volontario che opera da anni in una pubblica assistenza della provincia di Massa Carrara. Da molto tempo sono in prima linea per quanto riguarda l’emergenza 118 sul territorio e, nonostante la mia giovane età, ho vissuto l’esperienza dei vari problemi che ci sono stanti all’interno della nostra ASL, primi fra tutti: l’accorpamento di due ospedali in uno (l’attuale NOA con una diminuzione impressionante di posti letto) e l’accorpamento di un’unica centrale operativa 118 che comprende più zone. Negli anni questo cambiamento l’abbiamo subìto soprattutto noi volontari che abbiamo visto la diminuzione di medici 118 sul territorio e quindi un maggior carico di lavoro e di responsabilità. Grazie a questi tagli si sono trovati a operare all’interno della centrale 118 infermieri che non conoscevano il territorio della mia zona commettendo talvolta errori su indicazioni stradali. Ad oggi si contano sul territorio di Carrara, Massa e Montignoso 5 ambulanze senza medico e soltanto due automediche (una su Carrara e una su Massa-Montignoso) con un medico e un infermiere. Da subito noi volontari ci siamo trovati in prima linea a combattere l’emergenza covid-19, ogni associazione ha stabilito il protocollo su come intervenire con pazienti sospetti, l’ASL da subito ha cercato di riordinare il 118 aggiungendo un’ ambulanza in più dedicata esclusivamente al trasporto di pazienti infetti da covid-19. All’inizio sembrava che il materiale ci fosse ma dopo pochi giorni ci siamo trovati in grande difficolta, il materiale non era fornito, avevamo difficoltà a reperire Mascherine FFp2 e tute protettive tant’è che la nostra associazione insieme ad altre associazioni hanno deciso di interrompere il servizio apposito al trasporto covid-19. Ma noi non potevamo fermarci, l’emergenza andava avanti e i casi sospetti salivano a dismisura, noi volontari siamo quelli più esposti di tutti, siamo i primi che arriviamo sul posto, siamo i primi che ci troviamo a contatto con i pazienti, ma siamo anche i primi che in questa emergenza siamo i meno tutelati. Tornando al discorso di prima: i casi aumentavano e quindi c’era sempre più bisogno di dispositivi individuali di protezione, quindi noi volontari e tutta l’Associazione abbiamo creato una rete di solidarietà dove aziende, cittadini e chi altro potesse , poteva donare qualsiasi cosa purché servisse a sopperire la mancanza di protezione. Da subito la risposta è stata forte e se oggi siamo in grado di andare in totale sicurezza sui servizi è grazie alla rete solidale e al contributo di cittadini, aziende e negozi che ci hanno aiutato fin da subito. In tutto questo tempo l’amministrazione locale non si è mai interessata a come la nostra associazione potesse affrontare l’emergenza, non si è visto nessuno, in questi giorni ci è stato donato da una nota azienda un sanificatore professionale e subito abbiamo voluto metterlo a disposizione della città tramite il servizio e i numeri che il comune ha fornito, ma anche qua non c’è stata ancora nessuna risposta. L’impressione è che questa amministrazione cerca di lavorare per se stessa, abbiamo molti volontari che ogni giorno vogliono mettersi a disposizione della città ma il sindaco e i vari assessori sono completamente assenti, oppure stanno a fare i loro teatrini su FB accusando le varie persone che magari (sbagliando) si fanno la passeggiata al mare. Il problema principale non è questo, il problema è che ci sono volontari e operatori sanitari che si stanno ammalando per colpa della malagestione, degli interessi politici/economici e degli speculatori che pensano solo al loro orticello.

Io vivo con mia nonna di 83 anni e i miei genitori, mia mamma è OSS in una struttura sanitaria che conta più della metà di positivi, io che ogni giorno sono in prima linea con pazienti che possono essere il 70% contagiati… Abbiamo paura, abbiamo paura di rientrare a casa e di poter contagiare i nostri famigliari, abbiamo paura di ammalarci. Ma ciò che fa paura non è il virus. E’ che ancora oggi cercano di illuderci con due mascherine in più, cercano di accontentarci senza risolvere il problema. Noi volontari come tutti gli operatori sanitari non vogliamo solo che la gente stia a casa, vogliamo più tamponi, vogliamo più sicurezza, vogliamo un posto dove poter soggiornare nel caso ci dovessimo ammalare e vogliamo tornare a casa tranquilli e sereni. La paura c’è quando non ci sono le armi per combattere il problema, ma noi le armi le avremo solo organizzandoci per combattere il capitalismo e questa società che pensa solo ai suoi interessi e non agli interessi dei lavoratori, dei precari, dei volontari, delle migliaia di donne, uomini e giovani impegnati a combattere in prima linea.

Volontario Soccorritore Massa-Carrara 

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