L’ANPI ha lanciato l’appello ad affacciarsi da ogni balcone, il 25 aprile alle 15, e cantare Bella Ciao. Un’iniziativa in un momento in cui, afferma l’appello, “l‘Italia ha bisogno, oggi più che mai, di speranza, di unità, di radici che sappiano offrire la forza e la tenacia per poter scorgere un orizzonte di liberazione”.
Il P.CARC aderisce all’iniziativa con la consapevolezza che la speranza di cui c’è bisogno non cade dal cielo, ma si forgia nell’esempio, nell’iniziativa, nella pratica. Per questo, se da un lato parteciperemo al coro collettivo, dall’altro ci appelliamo a nostra volta a celebrare degnamente il 75° anniversario della Liberazione, esercitando quei diritti che furono conquistati con la vittoria della Resistenza e che, scritti nella Costituzione, vengono oggi negati e smantellati.
Il percorso di violazione e aggiramento delle parti progressiste della Costituzione è in atto fin dal momento in cui la Costituzione fu promulgata, nel 1948. Progressivamente attacchi, tentativi di revisione e smantellamento si sono susseguiti, ampliati e allargati fino ad arrivare a oggi, che nel nome della “lotta al contagio” persino le elementari libertà individuali sono sotto attacco da un imponente apparato di controllo e repressione.
Le celebrazioni del 25 Aprile rientrano in quelle attività essenziali che nessun governo del dopoguerra, mai, ha pensato di riuscire a impedire. E se lo avesse pensato, non vi sarebbe riuscito.
Per questo la speranza di cui c’è bisogno oggi si basa sulla contesa, strada per strada, dello spazio pubblico. Benissimo cantare Bella Ciao alle 15 dai balconi di ogni abitazione, ma è necessario che prima e dopo le lapidi dei martiri antifascisti e dei partigiani tornino a brillare, che le strade si riempiano di messaggi, di striscioni, di cartelli, che mille iniziative prendano vita e forma.
Qualcuno obietterà che in questo modo si trasgrediscono in modo irresponsabile le regole anticontagio. Rispondiamo che l’unica irresponsabilità conclamata è quella del governo e delle autorità che ha permesso la strage di anziani nelle RSA, che nelle case resistessero abbandonate a sé stesse, senza visite e cure mediche e beni di prima necessità, centinaia di migliaia di persone, che si sono coscientemente rifiutate di chiudere in tempo utile e nelle forme opportune le aziende che producono beni non essenziali, che schierano l’esercito contro la popolazione, i droni, i carabinieri a cavallo, la polizia e la guardia di finanza a dare la caccia a chi esce di casa. L’irresponsabilità criminale è di chi ha trasformato le carceri in lazzaretti, dopo aver massacrato la popolazione detenuta.
Di questa responsabilità che è solo una caricatura propagandistica, non solo facciamo a meno, ma la indichiamo chiaramente come la manifestazione della forza occupante da cui oggi dobbiamo liberare il paese: i capitalisti, gli speculatori, i banchieri, gli affaristi.
Cantare Bella Ciao e dare responsabilmente un segnale di speranza, attingere dalle radici della Liberazione, imparare dalla Resistenza.
Uniamoci ovunque, nelle città e nei paesi, nei centri e nelle periferie, in 10, 100, 1000 iniziative che responsabilmente, ma risolutamente, preparano e seguono il canto collettivo della Liberazione!