[Italia] Tre strumenti per resistere nelle aziende

Nelle aziende aperte che non fanno produzioni essenziali
Nelle aziende che fanno produzioni essenziali ma senza condizioni di sicurezza

Il 10 aprile abbiamo diffuso il comunicato “Riaprire le attività produttive non essenziali è un delitto! Organizzarsi e mobilitarsi per impedirlo!. Alcuni lavoratori ci hanno scritto chiedendoci come fare

– nelle aziende dove i lavoratori non hanno la forza per impedire la riapertura di aziende che non fanno produzioni essenziali,

– nelle aziende che fanno produzioni essenziali ma non ci sono condizioni di sicurezza.

Rispondiamo mettendo a disposizione tre strumenti per resistere, per difendere la propria salute in queste aziende.

1. Ci sono le condizioni di sicurezza? La check list (lista di controllo) delle procedure precauzionali e di contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19 negli ambienti di lavoro preparata dalla FIOM per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST- hanno gli stessi compiti e le medesime prerogative dei RLS di azienda, da esercitarsi però in riferimento a più aziende o unità produttive presenti sul medesimo territorio o nel medesimo comparto, nelle quali non sia stato eletto o designato il RSL). Ogni lavoratore può usarla per verificare se ci sono o meno le condizioni di sicurezza.

2. Attenzione alle mascherine! Marco Spezia, esperto tecnico della sicurezza sul lavoro e membro del comitato direttivo di Medicina Democratica,  spiega la grande truffa delle mascherine. A quanto scritto da lui aggiungiamo due cose:

costituire comitati di controllo operaio per verificare la validità dei DPI, nel caso in cui non siano adeguati, per organizzare l’astensione dal lavoro e per segnalare pubblicamene dove non sono adottati mezzi adeguati e denunciare per tentata epidemia i padroni che non adottano DPI adeguati,

– segnalare (giornali, ASL, Protezione Civile, Brigate di Solidarietà, Guardia di Finanza) casi di speculazione sui prezzi di mascherine che per di più spesso non sono neanche adeguate a proteggere dal contagio.

3. Senza condizioni di sicurezza, astenersi dal lavoro: una guida per farlo. La guida e il modulo collegato sono stati preparati dai compagni della Camera del Lavoro dell’exOPG di Napoli, che hanno raccolto i consigli dei giuristi del lavoro su come “astenersi” dai lavori svolti in assenza di misure di sicurezza, a maggior ragione in tempi di emergenza Covid-19, basandosi sulle leggi attualmente vigenti. È uno strumento per conoscere i nostri diritti e i doveri dell’azienda, per sapere come esercitare questi diritti, cosa fare nel concreto, per tutelare la nostra salute e non incorrere in sanzioni e ritorsioni (ammonizioni, sospensioni, licenziamenti, etc.) da parte dell’azienda.

I lavoratori della logistica hanno dimostrato già che è possibile organizzando l’astensione dal lavoro (una sorta di sciopero bianco) sin dalle prime settimane del lockdown e grazie alla loro mobilitazione è emerso con forza 1. l’obbligo di fornire i DPI a tutti i lavoratori, facendo capire a padroni e istituzioni che non potevano fare il “bello e cattivo tempo”; 2. costringendo i sindacati a correre a “ritrattare” la loro resa incondizionata agli interessi padronali sul tavolo di Conte e compagnia.
Aggiungiamo, però, che conoscere leggi e normative può e deve essere un’arma in più nelle mani dei lavoratori per organizzarsi: limitare l’azione al rispetto delle regole di un gioco in cui già sappiamo che l’avversario bara condanna alla sconfitta. È legittimo tutto quello che è conforme agli interessi dei lavoratori, anche se è vietato dalle leggi dei padroni e delle loro autorità!

RESISTERE È NECESSARIO MA ORA BISOGNA PASSARE ALL’ATTACCO! “Un governo come quello Conte 2, ligio ai capitalisti e succube alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei (UE e BCE), americani (USA e NATO) e sionisti (Israele), non vuole e non può prendere misure efficaci. Non ha chiuso neanche le Borse titoli e le Borse merci. Tratta le aziende capitaliste come zone soggette ad extraterritorialità: vale la legge del padrone e dei suoi profitti, non l’autorità e la legge dello Stato né il tanto strombazzato “bene comune”! Per di più a molte aziende capitaliste italiane non basta che il governo aumenti il Debito Pubblico (come chiedono anche Salvini, Meloni & C finché non sono al governo) e rimpiazzi con soldi pubblici i salari e le altre spese correnti (affitti, interessi, ecc.) che le aziende non ricavano dalla vendita della produzione mancata. I capitalisti sanno che se fermano le vendite, altre aziende capitaliste occupano il loro posto nel mercato. I capitalisti accettano di chiudere solo le aziende che avevano già avviato a morte lenta o vogliono delocalizzare: e queste non intendono più riaprirle, approfittano dell’occasione. Neanche le aziende ancora in qualche modo pubbliche sono un esempio: solo dopo gli scioperi dei lavoratori Fincantieri ha chiuso i cantieri per due settimane, ma utilizzando le ferie dei lavoratori! Conte e i suoi ministri non solo non hanno organizzato la distribuzione gratuita dei dispositivi anticontagio (mascherine, guanti, disinfettanti, ecc.) né l’effettuazione di tamponi per la massa della popolazione, ma non ne hanno predisposto l’approvvigionamento per gli ospedali e in piena emergenza permettono ai loro padroni a stelle strisce di portarsi via mezzo milioni di tamponi prodotti dalla Copan Diagnostics, un’azienda del bresciano, una delle zone della Lombardia più colpite dall’epidemia, trasferiti negli USA su un aereo militare partito dalla base NATO di Aviano (Pordenone). Mandano le forze dell’ordine in strada a multare chi esce, ma lasciano mano libera ai capitalisti che speculano su mascherine e disinfettanti: non hanno osato neanche calmierarne i prezzi di vendita! Le misure d’emergenza che il governo ha preso sono o da “un colpo al cerchio e uno alla botte” o fatte in modo da ingrassare le tasche dei capitalisti e del clero, come i posti negli ospedali privati non requisiti ma pagati a caro prezzo oppure, nel migliore dei casi, temporanee.
Le masse popolari hanno bisogno di un governo capace di decidere azienda per azienda, tramite suoi funzionari di fiducia, ove possibile lavoratori dell’azienda, quale deve continuare a funzionare perché necessaria nell’immediato e quale fermarsi fino alla fine dell’epidemia o per un tempo determinato a ragion veduta, che regoli la produzione e la distribuzione dei beni e servizi necessari alla popolazione, che riconverta aziende o ne apra di nuove per produrre strumenti e attrezzature che servono a far fronte all’epidemia. Che assicuri l’assistenza a tutti gli ammalati, ampliando e rinnovando il sistema sanitario pubblico. Che garantisca un salario dignitoso e condizioni di lavoro sicure e sane a tutti quelli che devono continuare a lavorare e un reddito dignitoso a quelli che per un certo tempo non occorre che lavorino, per tutto il tempo in cui le aziende devono restare ferme. Che organizzi le cose con una visione d’insieme: se chiude le scuole, deve organizzare anche la cura dei bambini che sono a casa; se fa stare a casa le persone per ridurre il contagio, deve organizzare anche gli approvvigionamenti di alimenti e medicinali per chi sta a casa e assegnare una casa a chi non ce l’ha o vive ammassato con altri in un buco.
Occorre un governo deciso a subordinare alla lotta all’emergenza anche gli interessi dei grandi capitalisti, del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali, delle agenzie UE, USA e sioniste.
I vertici della Repubblica Pontificia sono incapaci di instaurare e gestire un governo di questo genere. Un governo del genere sopra indicato può essere costituito solo su iniziativa delle masse popolari organizzate” (da La Voce del (n)PCI n. 64 – marzo 2010)

DA DOVE INIZIARE? Costituire organismi di operai nelle aziende private e organismi di lavoratori nelle aziende (ancora) pubbliche che si mobilitano per

– la chiusura temporanea delle aziende che fanno produzioni non indispensabili, con garanzia di salario pieno per i lavoratori,

– l’adozione di misure di sicurezza e igiene,

– il blocco di licenziamenti, la stabilizzazione dei precari e per nuove assunzioni nelle aziende che fanno produzioni essenziali e dove i capitalisti cercano di intensificare i ritmi e di aumentare orario di lavoro, straordinari, ecc.,

il contrasto della repressione poliziesca e padronale contro lavoratori e sindacalisti che denunciano, protestano, scioperano,

– la creazione di squadre locali di lavoratori di aziende chiuse, studenti di scuole superiori e università, disoccupati, per dare informazioni, distribuire materiali di protezione individuale, consegnare cibo e medicine di base a chi non è autosufficiente, rilevare dati e segnalare urgenze, aiutare il personale sanitario;

– l’avvio di produzioni essenziali a far fronte all’emergenza (in particolare DPI e strumentazione sanitaria come i ventilatori polmonari);

– la vigilanza per prevenire manovre padronali di trafugamento di macchinari e materiali dalle aziende temporaneamente chiuse;

– il sostegno e la promozione dell’organizzazione e mobilitazione di altri settori delle masse popolari colpiti dall’emergenza: lavoratori autonomi, disoccupati, lavoratori in nero e senza reddito, studenti, senza casa, affittuari, ecc.

Stabilire collegamenti con organismi operai e popolari di altre aziende, mobilitare e organizzare le masse popolari, i disoccupati e i precari della zona circostante a svolgere i compiti necessari a far fronte all’emergenza sanitaria, economica, sociale e politica, a gestire direttamente parti crescenti della vita sociale, a distribuire nella maniera più organizzata di cui sono capaci i beni e i servizi di cui la parte più oppressa della popolazione è privata, a non accettare le imposizioni dei decreti governativi e a violare le regole e le direttive delle autorità.

10, 100, 1000 Consigli di Fabbrica! Le organizzazioni degli operai e degli altri lavoratori sono la premessa, la base, per costituire un governo d’emergenza popolare e farlo ingoiare ai padroni.
Non importa in quanti si è all’inizio in un’azienda. Non importa quante sono le aziende in cui si inizia. Altri seguiranno, perché l’esperienza dimostrerà che chi ha iniziato ha ragione.
Il Partito dei CARC sostiene e organizza ogni operaio e ogni lavoratore che si mette su questa strada, che decide di prendere in mano il proprio futuro!

Riepilogo documentazione

1. FIOM – CheckList per RLS e RLST

2. La grande truffa delle mascherine

3.1 Guida all’astensione da lavoro

3.2 modulo-per-astensione-dal-lavoro-e-messa-a-disposizione-delle-energie-lavorative

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