[Prato] Mobilitarsi per far fronte dal basso all’emergenza: l’esempio dei lavoratori dell’istruzione

Rilanciamo la mobilitazione dei lavoratori esternalizzati e privati dell’istruzione riportando l’esempio di una mobilitazione locale perché utile per ricavarne insegnamenti di carattere generale e per alimentare il coordinamento tra lavoratori del privato e del pubblico.

L’emergenza sanitaria, economica e politica che l’epidemia da Covid-19 ha messo a nudo ha portato allo scoperto contraddizioni preesistenti in tutta la società e quindi anche nel sistema dell’istruzione: un sistema smembrato e sempre più affidato a esternalizzazioni. Al tentativo di scaricare sui lavoratori l’emergenza, gli insegnanti della Bottega delle Lingue di Prato hanno risposto indicando la necessità di attuare misure volte a garantire il pieno salario a tutti i lavoratori dell’istruzione che non erano coperti in nessun modo dai decreti riguardanti l’istruzione pubblica (esternalizzati, privati, partite IVA e precari) e a chiedere quindi il riconoscimento del pari trattamento con gli insegnanti del pubblico; un primo passo concreto verso la reinternalizzazione. A seguito dell’insufficiente Decreto Cura Italia – ottenuto grazie alla mobilitazione nazionale dei lavoratori, se pur in forma disgregata – l’organizzazione di insegnanti ha risposto con un appello alla vigilanza sull’operato del Governo e della Regione rilanciando il pieno salario. Le forme della mobilitazione sono state quelle di comunicati con raccolta firme, campagne fotografiche e video. Il primo passo fatto dagli insegnanti è stato quello del coinvolgimento attivo degli studenti e del coordinamento con i singoli insegnanti e con le altre organizzazioni di insegnanti e educatori del territorio fino al coordinamento nazionale. Il passo ulteriore è stato quello di legarsi e coordinarsi con le organizzazioni di insegnanti precari del pubblico del territorio e di legarsi alla mobilitazione degli operai e dei lavoratori della sanità, esprimendo loro solidarietà e inserendo la mobilitazione degli insegnanti nella più ampia mobilitazione per far fronte all’emergenza. Con la mobilitazione messa in campo hanno infine incalzato attivisti, meetup e eletti affinché prendessero in carico le misure individuate e si battessero per la loro approvazione all’interno delle istituzioni. Due dei consiglieri regionali della Toscana, Irene Galletti del M5S e Tommaso Fattori di Si Toscana a Sinistra (entrambi candidati alle regionali) hanno preso in carico le misure indicate proponendo in Consiglio regionale delle mozioni. A questo ulteriore passo gli insegnanti hanno risposto legandosi alla mobilitazione degli studenti universitari per il diritto allo studio e hanno continuato a incalzare i consiglieri rilanciando con azioni come campagne fotografiche e video.

L’esperienza dei lavoratori dell’istruzione della Toscana e dell’Italia, come le esperienze delle lotte operaie e dei lavoratori della sanità, insegnano che anche e soprattutto in questa emergenza è necessario organizzarsi e mobilitarsi e che non è possibile “rimanere a casa” ad aspettare che questo governo prenda delle misure di emergenza adeguate alle necessità delle masse popolari! In particolare la mobilitazione dei lavoratori dell’istruzione che abbiamo riportato offre alcuni insegnamenti: l’importanza della presenza in ogni azienda privata, cooperativa sociale e scuola pubblica di organizzazioni, comitati, assemblee dei lavoratori che si occupino attivamente e si mobilitino per il proprio lavoro; la necessità di legarsi con gli studenti e le loro famiglie, mobilitandoli attivamente, e di legarsi ai lavoratori dell’istruzione pubblica mettendo al centro la pari dignità di trattamento per tutti i lavoratori dell’istruzione (portando avanti la lotta per un vero servizio pubblico nell’istruzione); l’importanza delle mobilitazioni dirette (di lotta e di controllo) per incalzare esponenti della società civile, attivisti e eletti a scegliere da che parte stare e mettersi al servizio delle masse popolari.

La società è diretta da una classe di finanzieri, speculatori e banchieri a cui sono subordinati i capitalisti imprenditori assieme alla corte di preti, ricchi e esponenti delle organizzazioni criminali. Questi non prenderanno spontaneamente o fino in fondo misure che ledono i loro interessi. Le uniche misure, parziali, che sono state prese nell’interesse delle masse popolari sono state frutto dell’organizzazione e della mobilitazione degli operai e dei lavoratori. Le misure ottenute sono insufficienti e parziali perché i lavoratori sono ancora poco organizzati, poco coordinati, si muovono ancora in ordine sparso. Proprio per questo bisogna moltiplicare gli organismi di operai e di lavoratori nelle aziende capitaliste e pubbliche, che si coordinino a supporto di un governo d’emergenza. Le masse popolari hanno bisogno di un governo che voglia e che sia in grado di prendere le misure di emergenza necessarie, anche se in aperta rottura con gli interessi dei capitalisti e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti. Solo se comitati, organizzazioni e coordinamenti continueranno a individuare le misure che di volta in volta sono necessarie, ad attuarle dove riescono a farlo direttamente o a metter in campo iniziative di lotta riusciranno a muovere la parte degli esponenti della società civile, degli attivisti e degli eletti che vogliono davvero finirla con il corso delle cose e fare gli interessi delle masse popolari. Solo così riusciranno a imporre un governo che faccia i loro interessi.

Quello che i comitati e le organizzazioni di lavoratori dell’istruzione possono fare concretamente per portare avanti la loro battaglia e incalzare gli eletti perché si mettano davvero a loro disposizione è:

  • Trovare misure concrete da poter attuare direttamente come la campagna per la rendicontazione al 100% o iniziative di autoriduzione delle bollette e iniziative di lotta come campagne fotografiche, mail bombing ecc.
  • Chiamare alla solidarietà e alla mobilitazione gli studenti e le loro famiglie e allargare il coordinamento agli insegnanti del pubblico (in special modo i precari che si stanno mobilitando per le graduatorie) tramite interventi diretti e iniziative pubbliche (ad esempio con dirette Facebook).
  • Avvalersi della lotta degli operai e dei lavoratori della sanità che sono in mobilitazione, dare e chiedere loro la solidarietà e mobilitarli per le campagne fotografiche o video e per operazioni di mail bombing verso istituzioni, sindacati confederali e governo.
  • Seguire l’esempio di operai temporaneamente fermi e studenti per occuparsi della distribuzione di beni e servizi necessari, anche educativi, alle masse popolari tramite le brigate di solidarietà attive in ogni territorio.
  • Affiancare le iniziative di lotta all’intervento diretto sugli eletti, incalzarli e controllare l’operato delle amministrazioni locali e nazionali per ottenere il salario al 100% e il pari trattamento tra tutti i lavoratori dell’istruzione con la modifica dell’articolo 48 del Decreto Cura Italia.

È necessario che la lotta dei lavoratori dell’istruzione si leghi alle mobilitazioni degli operai e degli altri lavoratori per imporre un governo che faccia i propri interessi e prenda le misure necessarie a far fronte all’emergenza.

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