Il 4 aprile dal giornale il Manifesto è stata lanciata la proposta di tenere un’assemblea per confrontarsi sulle prospettive da portare avanti nella lotta all’emergenza sanitaria, politica ed economica in corso. Nell’appello svolto da il Manifesto ci sono tanti spunti per cosa fare quando la quarantina finirà, con tante proposte di rilancio su rivendicazioni e battaglia da svolgere. Non entriamo nel merito di queste proposte in questo articolo perché ci interessa sottolineare un aspetto in particolare: non rimandiamo a domani quello che dobbiamo fare oggi!
Il Partito dei CARC nei giorni scorsi ha lanciato l’appello alla mobilitazione per una Settimana Rossa dal 25 Aprile al Primo Maggio invitando partiti e organizzazioni comuniste, la sinistra sindacale e i sindacati di base, i movimenti patriottici e le associazioni progressiste a dare vita a iniziative coordinate per organizzare e mobilitare i lavoratori e le masse popolari a far fronte all’emergenza sanitaria, economica, sociale e politica attingendo dall’esperienza del vecchio movimento comunista e della Resistenza.
Iniziative da svolgere “in modo responsabile per non aggravare la situazione creata dalla criminale gestione dell’emergenza sanitaria da parte della classe dominante, delle sue istituzioni e autorità, ma in modo risoluto perché l’unica soluzione positiva viene dalla classe operaia e dalle masse popolari organizzate”.
Ne indichiamo di seguito alcune di cui saremo promotori o di cui proponiamo la discussione e l’organizzazione, altre le aggiungeremo, altre ancora saranno aggiunte liberamente da tutti coloro che vorranno raccogliere l’appello e contribuire nelle forme e con i contenuti che più riterranno opportuni.
Alcune sono iniziative già in corso da estendere, altre da avviare; alcune possono essere realizzate individualmente, altre necessitano di essere organizzate e realizzate in modo collettivo, sono tutte iniziative di propaganda, di lotta, di protesta e di autorganizzazione.
Non importa che siano grandi, importa – è essenziale – che ognuna infonda coraggio e iniziativa e mobiliti ognuno al massimo delle sue capacità e del suo livello.
1. Presidi e scioperi nelle aziende non indispensabili che i padroni tengono aperte per farle chiudere o per far adottare le misure anticontagio necessarie,
2. iniziative di sostegno agli scioperi e alle mobilitazioni che ci saranno di fronte alla decisione criminale del governo di riaprire le aziende non indispensabili a fare fronte all’emergenza. Sostegno agli infermieri come quelli di Piacenza, sostegno ai facchini del SI COBAS, sostegno agli operai della Lucchini di Bergamo… non ci sono permessi, certificazioni e autocertificazioni: i lavoratori, lottando per loro, lottano per tutti. Hanno bisogno del sostegno e della solidarietà pratica, concreta, di tutti. Sotto il nazifascismo chi scioperava veniva deportato nei campi di concentramento, ma nel marzo del ‘43 centinaia di migliaia di operai hanno scioperato: fu la premessa della vittoria;
3. iniziative di protesta, di propaganda, di denuncia orale o via internet per far adottare le misure anticontagio necessarie negli ospedali e altre strutture sanitarie e aziende indispensabili,
4. video di denuncia, prese di posizione e solidarietà con gli operai, i lavoratori della sanità, gli insegnanti e ognuna delle numerose categorie di lavoratori colpiti dalla gestione padronale dell’emergenza sanitaria, economica e sociale,
5. esposizione di manifesti, striscioni e cartelli di solidarietà con il personale sanitario davanti agli ospedali pubblici, per la requisizione davanti agli ospedali privati, per la riapertura davanti agli ospedali dismessi,
6. controllo popolare contro le speculazioni sui prezzi e azioni di propaganda e denuncia per impedirle: individuare farmacie (in particolare per mascherine, guanti, disinfettanti), supermercati e alimentari che hanno alzato i prezzi e imporre il prezzo antecedente all’epidemia, filmare “lo sputtanamento”, se occorre chiamare la Guardia di Finanza (non tanto per fiducia nelle istituzioni, ma per indirizzarla a fare qualcosa di utile anziché perseguitare chi porta fuori i bambini o fa una passeggiata dopo un mese di “arresti domiciliari”!),
7. assegnazione dal basso le case vuote: enti pubblici, Curia, ordini religiosi, fondazioni bancarie e assicurative si fanno belli a discorsi, ma nessuno mette a disposizione il patrimonio immobiliare che consentirebbe a chi vive una doppia o tripla emergenza – sanitaria, economica, abitativa – di affrontare in condizioni dignitose la situazione),
8. costituzione di Brigate di Solidarietà e propaganda della costituzione e dell’esperienza di Brigate di Solidarietà in ogni campo e di ogni genere,
9. esposizione di manifesti, striscioni e cartelli davanti alle carceri per l’amnistia e misure alternative per garantire la salute di tutti i detenuti
10. che nessuna lapide o monumento partigiano rimanga sguarnita: se i fiori sono introvabili, usare drappi rossi e bandiere, disegni, fotografie, messaggi, ecc. In 75 anni non è mai successo che fossero vietate le celebrazioni del 25 Aprile, non deve succedere neppure quest’anno e non permetteremo che succeda. E’ anche memoria, ma non è solo memoria: è omaggio, è riconoscimento, è linfa di lotta. E’ la giornata della vittoria della Resistenza sul nazifascismo, il punto più alto raggiunto dalla classe operaia italiana nella sua lotta per il potere, è emblema della forza delle masse popolari organizzate, è la culla di tutti i diritti e le tutele che ancora oggi i padroni cercano di abolire. E’ l’esempio della lotta per il nuovo potere che possiamo e dobbiamo costruire,
11. canto dalle finestre di canzoni partigiane e di lotta (anche con altoparlanti e registrazioni),
12. diffusione via social e rete di lezioni e testimonianze sulla Resistenza sui Consigli di Fabbrica degli anni ‘70
13. assemblee e gruppi di studio e discussione in video conferenza,
14. esposizione di manifesti, striscioni, bandiere rosse alle finestre, sugli immobili, agli alberi e lampioni, davanti ai supermercati, alle poste, le farmacie, lungo le vie di maggiore passaggio, sui mezzi pubblici, ecc.
Si tratta di promuovere 10, 100, 1000 iniziative che ogni partito e organizzazione articola nei modi e nelle forme che ritiene più adeguati e conformi alla propria natura e al proprio ruolo, ma in quadro unitario e in ottica lungimirante. La promozione unitaria di questa “Settimana rossa” sarà anche l’occasione per sviluppare il dibattito e il confronto sulle lezioni dell’esperienza rivoluzionaria che ha fatto la storia del secolo scorso, sull’analisi della situazione e la crisi generale del sistema capitalista in cui siamo immersi. Un dibattito utile a definire il da farsi e in quale prospettiva farlo, necessario per costruire un futuro eliminando il sistema capitalista e instaurando il socialismo.
Compagni, è il momento dell’azione e dell’organizzazione per tutti i comunisti e i lavoratori!