La Settimana Rossa ci corre incontro, prepariamo le iniziative

Con
l’appello
alla mobilitazione per una Settimana Rossa dal 25 Aprile al Primo
Maggio

abbiamo invitato i partiti e le organizzazioni comuniste, la sinistra
sindacale e i sindacati di base, i movimenti patriottici e le
associazioni progressiste a dare vita a iniziative coordinate per
organizzare e mobilitare i lavoratori e le masse popolari a far
fronte all’emergenza sanitaria, economica, sociale e politica
attingendo dall’esperienza del vecchio movimento comunista e della
Resistenza.

Iniziative
da svolgere “in
modo

responsabile
per non
aggravare la situazione creata dalla criminale gestione
dell’emergenza sanitaria da parte della classe dominante, delle sue
istituzioni e autorità, ma in
modo risoluto

perché l’unica soluzione positiva viene dalla classe operaia e
dalle masse popolari organizzate”.

Ne indichiamo di seguito alcune di cui saremo promotori
o di cui proponiamo la discussione e l’organizzazione, altre le
aggiungeremo, altre ancora saranno aggiunte liberamente da tutti
coloro che vorranno raccogliere l’appello e contribuire nelle forme
e con i contenuti che più riterranno opportuni.

Alcune sono iniziative già in corso da estendere, altre
da avviare; alcune possono essere realizzate individualmente, altre
necessitano di essere organizzate e realizzate in modo collettivo,
sono tutte iniziative di propaganda, di lotta, di protesta e di
autorganizzazione.

Non importa che siano grandi, importa – è essenziale –
che ognuna infonda coraggio e iniziativa e mobiliti ognuno al massimo
delle sue capacità e del suo livello.

1. Presidi e scioperi nelle aziende non indispensabili
che i padroni tengono aperte per farle chiudere o per far adottare le
misure anticontagio necessarie,

2.
iniziative di sostegno agli scioperi e alle mobilitazioni che ci
saranno di fronte alla decisione criminale del governo di riaprire le
aziende non indispensabili a fare fronte all’emergenza. Sostegno
agli infermieri
come quelli di Piacenza
,
sostegno ai facchini
del SI COBAS
,
sostegno agli operai
della Lucchini di Bergamo

non ci sono permessi, certificazioni e autocertificazioni: i
lavoratori, lottando per loro, lottano per tutti. Hanno bisogno del
sostegno e della solidarietà pratica, concreta, di tutti. Sotto il
nazifascismo chi scioperava veniva deportato nei campi di
concentramento, ma nel marzo del ‘43 centinaia di migliaia di
operai hanno scioperato: fu la premessa della vittoria;

3. iniziative di protesta, di propaganda, di denuncia
orale o via internet per far adottare le misure anticontagio
necessarie negli ospedali e altre strutture sanitarie e aziende
indispensabili,

4. video di denuncia, prese di posizione e solidarietà
con gli operai, i lavoratori della sanità, gli insegnanti e ognuna
delle numerose categorie di lavoratori colpiti dalla gestione
padronale dell’emergenza sanitaria, economica e sociale,

5. esposizione di manifesti, striscioni e cartelli di
solidarietà con il personale sanitario davanti agli ospedali
pubblici, per la requisizione davanti agli ospedali privati, per la
riapertura davanti agli ospedali dismessi,

6. controllo popolare contro le speculazioni sui prezzi
e azioni di propaganda e denuncia per impedirle: individuare farmacie
(in particolare per mascherine, guanti, disinfettanti), supermercati
e alimentari che hanno alzato i prezzi e imporre il prezzo
antecedente all’epidemia, filmare “lo sputtanamento”, se
occorre chiamare la Guardia di Finanza (non tanto per fiducia nelle
istituzioni, ma per indirizzarla a fare qualcosa di utile anziché
perseguitare chi porta fuori i bambini o fa una passeggiata dopo un
mese di “arresti domiciliari”!),

7. assegnazione dal basso le case vuote: enti pubblici,
Curia, ordini religiosi, fondazioni bancarie e assicurative si fanno
belli a discorsi, ma nessuno mette a disposizione il patrimonio
immobiliare che consentirebbe a chi vive una doppia o tripla
emergenza – sanitaria, economica, abitativa – di affrontare in
condizioni dignitose la situazione),

8. costituzione di Brigate di Solidarietà e propaganda
della costituzione e dell’esperienza di Brigate di Solidarietà in
ogni campo e di ogni genere,

9.
esposizione di manifesti, striscioni e cartelli davanti alle carceri
per l’amnistia e
misure alternative per garantire la salute di tutti i detenuti

10. che nessuna lapide o monumento partigiano rimanga
sguarnita: se i fiori sono introvabili, usare drappi rossi e
bandiere, disegni, fotografie, messaggi, ecc. In 75 anni non è mai
successo che fossero vietate le celebrazioni del 25 Aprile, non deve
succedere neppure quest’anno e non permetteremo che succeda. E’
anche memoria, ma non è solo memoria: è omaggio, è riconoscimento,
è linfa di lotta. E’ la giornata della vittoria della Resistenza
sul nazifascismo, il punto più alto raggiunto dalla classe operaia
italiana nella sua lotta per il potere, è emblema della forza delle
masse popolari organizzate, è la culla di tutti i diritti e le
tutele che ancora oggi i padroni cercano di abolire. E’ l’esempio
della lotta per il nuovo potere che possiamo e dobbiamo costruire,

11. canto dalle finestre di canzoni partigiane e di
lotta (anche con altoparlanti e registrazioni),

12. diffusione via social e rete di lezioni e testimonianze sulla Resistenza sui Consigli di Fabbrica degli anni ‘70

13. assemblee e gruppi di studio e discussione in video
conferenza,

14. esposizione di manifesti, striscioni, bandiere rosse alle finestre, sugli immobili, agli alberi e lampioni, davanti ai supermercati, alle poste, le farmacie, lungo le vie di maggiore passaggio, sui mezzi pubblici, ecc.

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