Appello: costruiamo insieme la “Settimana rossa 25 Aprile – Primo Maggio”.

Prendiamo esempio dai partigiani per costruire il nuovo 25 Aprile.

Ai partiti o organismi comunisti
Ai comunisti ovunque collocati
Ai patrioti
Ai progressisti

Ai gruppi dirigenti nazionali
e locali di PC, FGC, PCI, FGCI, PRC, GC, PaP, La Città Futura,
Fronte Popolare, PCL, PdAC, Rete dei Comunisti, Sinistra
Anticapitalista, Sinistra Classe Rivoluzione, PMLI, Proletari
Comunisti, Coordinamento Comunista Lombardo e Toscano, Teoria e
Prassi, Liberiamo l’Italia, M-48, Nuova Direzione, SiCobas, USB,
CUB.

La Direzione Nazionale del P.CARC ha diffuso il 29 marzo un appello “ai comunisti, agli operai, ai lavoratori, ai patrioti, ai progressisti” per “promuovere ovunque l’organizzazione, il coordinamento e la mobilitazione delle masse popolari a far fronte all’emergenza sanitaria, economica, sociale e politica”.
Sulla base delle risposte e dei riscontri lo rinnova oggi con una proposta pratica.
Lo rivolge ai tanti partiti e organismi comunisti e ai tanti compagni che hanno la falce e il martello nel cuore. E’ solo perché i partiti e gli organismi nel nostro paese sono tanti, e non per volontà di escluderne alcuno, che l’elenco risulterà parziale e manchevole. Chi ne fosse escluso si faccia avanti se ne condivide il contenuto. Non è più il tempo delle formalità, è il tempo della costruzione dell’unità di azione.

9 aprile – La Settimana Rossa ci corre incontro, prepariamo le iniziative – Alcuni esempiscarica il volantino

Compagni, due sono i criteri che devono guidarci nella situazione straordinaria in cui ci troviamo:

– NO a sottostare alla propaganda di guerra e alla retorica dello “stare tutti a casa” e “andrà tutto bene”: finché gli operatori sanitari non hanno dispositivi di protezione individuali efficaci e a sufficienza, le fabbriche rimangono aperte, i lavoratori della Grande Distribuzione Organizzata sono abbandonati a loro stessi, fino a quando alla popolazione non è assicurata la distribuzione di mascherine, disinfettanti e altri dispositivi di protezione individuale, parlare di “contenimento del contagio” è una presa in giro!

– Sì a mobilitarsi per occuparsi delle condizioni di vita e salute delle masse popolari e delle condizioni di lavoro di milioni di operai delle aziende capitaliste, di lavoratori del settore pubblico e in particolare della sanità, di piccoli commercianti, partite IVA, precari, lavoratori a chiamata, disoccupati, lavoratori in nero. Mobilitarsi in modo responsabile per non aggravare la situazione creata dalla criminale gestione dell’emergenza sanitaria da parte della classe dominante, delle sue istituzioni e autorità, ma in modo risoluto perché l’unica soluzione positiva viene dalla classe operaia e dalle masse popolari organizzate. I lavoratori e le masse popolari organizzati possono prendere in mano e risollevare le sorti del paese.

In questi giorni, per assecondare Confindustria, il governo Conte sta cercando il modo per far ripartire a pieno regime le aziende, nonostante l’emergenza sanitaria sia tutt’altro che rientrata. Non sappiamo se, per questo motivo e per timore che cresca la protesta e la disobbedienza, nelle prossime settimane saranno selettivamente e progressivamente allentate alcune delle misure con cui, con il pretesto del “contenimento del contagio”, il governo ha imposto un regime poliziesco e di arbitrio. Sappiamo di certo che il governo non ha fatto stare a casa con garanzia di salario pieno i lavoratori addetti a produzioni non essenziali e non ha assicurato condizioni di sicurezza a quelli che fanno produzioni essenziali, ma ha vietato le assemblee sindacali e criminalizzato i lavoratori e sindacalisti che protestano e scioperano per la sicurezza e l’igiene sul posto di lavoro!

Indipendentemente
da quelle che saranno le disposizioni, quindi, facciamo appello a
tutti i partiti e gli organismi comunisti, a tutti i comunisti
ovunque collocati, a tutti i patrioti e progressisti a organizzare
fin da subito una settimana di mobilitazioni unitarie, una settimana
rossa dal 25 Aprile al 1° Maggio in ogni territorio sui seguenti
punti.

1.
Assunzione immediata e con procedura d’emergenza dei medici,
infermieri e operatori sanitari

necessari alla cura dei contagiati e degli altri malati, a
somministrare i tamponi e verificarne l’esito, a garantire cure e
prevenzione ad anziani, disabili, immunodepressi e altre categorie a
rischio e che necessitano comunque di assistenza particolare,
stabilizzazione di tutto il personale precario che lavora negli
ospedali pubblici e privati, integrazione del personale di Emergency,
di Medici Senza Frontiere e di altre organizzazioni simili operanti
nel nostro paese: anche prima dell’epidemia da Coronavirus gli
ospedali pubblici erano sotto organico, per avere rapidamente
l’assistenza sanitaria chi aveva i soldi si rivolgeva ai privati,
le cure ad anziani, disabili e immunodepressi erano carenti, molte
case di riposo per anziani erano dei lager, poco meglio delle
prigioni e dei campi di concentramento per immigrati.

2.
Requisizione senza indennizzo degli ospedali privati, impiego degli
ospedali e di tutte le risorse sanitarie delle Forze Armate,

riapertura dei presidi ospedalieri chiusi, uso degli edifici vuoti a
disposizione dello Stato, delle Regioni, dei Comuni e di altri enti
pubblici e requisizione senza indennizzo di quelli di proprietà
delle grandi immobiliari, del Vaticano, delle Congregazioni e Ordini
religiosi e dei ricchi per allestire in tempi rapidi reparti di
terapia intensiva per curare i contagiati con sintomi gravi e i posti
letto necessari a curare i contagiati con sintomi lievi e gli altri
malati: vanno garantite le cure a tutti i contagiati e anche a tutti
gli altri malati. No a scegliere quali contagiati curare e quali no
perché mancano posti in terapia intensiva. No a privare delle cure
chi è malato di altre patologie perché gli ospedali sono pieni di
contagiati!

3.
Conversione di tutte le aziende che possono facilmente produrre
quello che serve
alla cura dei malati e alla protezione del
personale sanitario negli ospedali, alla prevenzione dei contagi
nelle aziende che devono continuare a funzionare e nelle zone
d’abitazione: non servono abiti di alta moda, profumi e auto di
lusso, F35 e altre armi! Servono mascherine, disinfettanti, guanti e
tute protettive, respiratori! Armani, Dior e simili si sono messi a
fare mascherine e disinfettanti? Bene, era ora! Che Bergoglio mostri
nella pratica la buona volontà che proclama e di avere sul clero,
sulle Congregazioni e gli Ordini religiosi e sui suoi fedeli il
potere che a suo dire Dio gli ha conferito. Ma siamo nel pieno di
un’emergenza: la conversione a produzioni utili all’emergenza e
la loro distribuzione vanno organizzate su scala nazionale e con una
visione d’insieme, non in ordine sparso e lasciate alla libera
iniziativa (benevola o interessata che sia), alle donazioni e alla
speculazione.

4.
Sanificazione degli ospedali, delle aziende che devono continuare a
funzionare, di supermercati, farmacie e altri centri di distribuzione
di beni e servizi essenziali
, delle strutture residenziali per
anziani, disabili, ecc., delle carceri, dei campi di concentramento
degli immigrati e di tutte le strutture e luoghi d’abitazione e
lavoro, delle strade e dei mezzi di trasporto, con frequenza decisa
in base al rischio di esposizione al contagio: la prevenzione del
contagio non va lasciata alla disponibilità di soldi o alla buona
volontà, ma organizzata dalle autorità pubbliche ordinarie o
d’emergenza.

5.
Distribuzione alla popolazione di mascherine, disinfettanti e altri
dispositivi di protezione individuale (DPI)
e comunque fissazione
amministrativa dei prezzi a cui vengono venduti nelle farmacie, nei
supermercati e online.

6.
Garanzia di un salario dignitoso e condizioni di lavoro sicure a chi
continua a lavorare per produrre beni e servizi necessar
i alla
cura dei malati, alla prevenzione dei contagi e
all’approvvigionamento di quanto necessario alla popolazione per
vivere, blocco dei licenziamenti, stabilizzazione dei precari e nuove
assunzioni per garantire la produzione dei beni e servizi necessari
senza danno per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

7.
Chiusura temporanea delle aziende finché la loro produzione non
diventa indispensabile per la popolazione
, con garanzia di
salario pieno ai lavoratori per tutto il tempo in cui le aziende
restano ferme, blocco dei licenziamenti e prolungamento dei contratti
precari.

8.
Integrazione delle produzioni essenziali svolte da lavoratori
autonomi e assegnazione di un reddito dignitoso e sospensione di
tasse, mutui, ecc.
per i lavoratori autonomi che non svolgono
attività essenziali.

9.
Mobilitazione dei disoccupati con assegnazione di un salario e, su
base volontaria, dei lavoratori delle aziende temporaneamente chiuse,
degli student
i che hanno superato la maggior età e dei
pensionati in buona salute, per svolgere le attività necessarie alla
lotta all’epidemia.

10.
Indulto per i detenuti sociali e loro assegnazione a lavori utili per
far fronte all’epidemia
, con assegnazione di un salario e di
un’abitazione a chi ne è privo; lo stesso per i migranti
attualmente reclusi in centri comunque denominati.

11.
Sospensione degli sfratti a tempo indeterminato, assegnazione di
un’abitazione dignitosa
a chi ne è privo o vive in abitazioni
insalubri e che non garantiscono dal contagio.

12.
Mobilitazione delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate ai
controlli negli ospedali e nelle aziende, a impedire speculazioni e
usura,
a lavori utili a far fronte all’epidemia, integrazione
con Brigate di Solidarietà

Dal
25 Aprile al 1° Maggio una “Settimana rossa” in ogni territorio:
10, 100, 1000 iniziative


di mobilitazione per i provvedimenti urgenti necessari a far
fronte all’emergenza sanitaria, economica, sociale e politica e per
sostenere ogni gruppo di lavoratori che protesta, sciopera e si
organizza per farli attuare,


di coordinamento tra le forze democratiche e popolari del paese
(sindacati di base e sinistra CGIL, Movimenti di lotta per la casa e
sindacati inquilini; movimento NO TAV, NO TAP e altri, comitati di
difesa della sanità, Emergency, Medicina Democratica, Medici senza
Frontiere, Brigate di Solidarietà, ecc.),


di antifascismo popolare che unisce la classe operaia e le masse
popolari nella lotta per farla finita con il capitalismo,
la
miseria, l’oppressione di classe e i privilegi di contro
all’antifascismo padronale che mette masse contro masse e difende
il potere di un pugno di capitalisti di decidere della vita del resto
della popolazione, le cricche di potere, il clientelismo, le stragi
di Stato,


di promozione della gloriosa esperienza del movimento comunista
italiano e internazionale
, contro il revisionismo storico e i
tentativi di equiparazione del comunismo con il nazismo e il
fascismo,


di liberazione del paese dalla sottomissione alla NATO, alla UE e
al Vaticano
.

10,
100, 1000 iniziative che ogni partito e organizzazione articola nei
modi e nelle forme che ritiene più adeguati e conformi alla propria
natura e al proprio ruolo, ma in quadro unitario e in ottica
lungimirante.

La
promozione unitaria di questa “Settimana rossa” sarà anche
l’occasione per sviluppare il dibattito e il confronto sulle
lezioni dell’esperienza rivoluzionaria che ha fatto la storia del
secolo scorso
: la Rivoluzione d’Ottobre, la costruzione
dell’Unione Sovietica guidata da Lenin prima e da Stalin poi e
degli altri paesi socialisti, la vittoria sul nazifascismo, la
rivoluzione antimperialista e anticoloniale che ha prodotto la
Repubblica Popolare Cinese, la Repubblica Popolare Democratica di
Corea, il Vietnam, Cuba e altri paesi e che ancora oggi anima la
resistenza di paesi come il Venezuela e altri. È l’esperienza sui
cui insegnamenti si deve basare chi vuole costruire un futuro
eliminando il sistema capitalista e instaurando il socialismo.

Compagni,
è il momento dell’azione e dell’organizzazione per tutti i
comunisti e i lavoratori!

Per
la Direzione Nazionale del P.CARC

il
Segretario Nazionale

Pietro
Vangeli