[Firenze] Solidarietà agli operai licenziati della GKN!


Nell’ultima settimana a causa dell’epidemia di COVID-19, lo scontro sulla chiusura o meno delle attività produttive non essenziali si è inasprito. Stiamo parlando di una situazione in cui si esprime sempre più apertamente l’inconciliabilità degli interessi di classe, perché chiudere le attività produttive è una misura urgente e necessaria a contenere il contagio. Lo stabilimento di Campi Bisenzio della GKN driveline ha chiuso, risultato della forte mobilitazione da parte degli operai, e messo in cassa integrazione tutti i lavoratori.
I padroni di questa azienda hanno colto al balzo questa occasione per giustificare i licenziamenti di 20 operai, camuffati dalla formula dello staff leasing adoperata per aggirare i (piccoli) paletti de DL Dignità, che da anni lavoravano con questi contratti. Il lavoro precario è una fetta importante di tutto il lavoro salariato nel nostro paese. Tutti questi lavoratori saranno e sono già i primi a subire gli effetti di una crisi che i padroni tentano in tutti i modi di far pagare alle masse popolari: anche alla IVECO di Suzzara (MN) il padrone vuole cacciare 90 operai interinali che fino a pochi giorni prima erano “essenziali”!
La battaglia per far chiudere le aziende ha portato la classe operaia del nostro paese a mobilitarsi in mille forme per far ingoiare ai padroni la chiusura di quelle non necessarie; questo è un primo passo importante, ed è un indiscutibile successo. Il passo che attende la classe operaia adesso è quello della mobilitazione per tenere ancora in mano l’iniziativa. Perché se non continuerà su questa strada, l’iniziativa tornerà in mano ai padroni che ne approfitteranno per imporre i propri, di interessi. Sono infatti molte le fabbriche in via di smantellamento e delocalizzazione, sarà questa occasione per non riaprirle più e svuotarle dei macchinari, indisturbati; sarà occasione per licenziare (come in questo caso) oggi i precari, e domani con la scusa della crisi economica altri lavoratori, come già la direzione di questa azienda aveva annunciato di voler fare varie volte prima di tutto questo.
Se invece l’iniziativa sarà in mano alla classe operaia, in particolare alla parte più avanzata come lo è stato  per l’applicazione delle misure di sicurezza (prima) e nella chiusura definitiva della fabbrica (poi), sarà occasione: 1. per mobilitare gli indecisi; 2. per imporre il pieno salario (“reddito di quarantena”); 3. per vigilare sulla fabbrica (organizzando ronde operaie di controllo, tramite chi rimane a fare manutenzioni, perfino le guardie giurate) e non lasciare campo libero a questi sciacalli di padroni che da anni in questa fabbrica stanno aspettando il momento giusto per chiudere i battenti e scappare in qualche paese, dove poter speculare più liberamente; 4. di mobilitare tutta la rete di solidarietà che nelle battaglie dentro e fuori dalla fabbrica avete raccolto, e raccoglierne di nuove; 5. di partecipare alle brigate di solidarietà (anche organizzandone una propria), per sostenere le persone in difficoltà e approfittando per fare inchiesta sui “lavori che servono”: mappatura per avviare la ristrutturazione di strutture pubbliche e private abbandonate e imporre l’impiego dei disoccupati “vecchi e nuovi”.
Per fare questo lavoro è necessario coordinarsi con altri operai nella stessa situazione: quelli della Superlativa di Prato che già stanno operando in questo modo per non permettere al padrone di dileguarsi, dopo che li ha lasciati senza stipendio da oltre sette mesi; quelli della Ginori e di tante altre aziende in difficoltà già prima dell’esplosione della crisi sanitaria.
Il P.CARC esprime massima solidarietà e appoggio agli operai della GKN che hanno dichiarato lo stato di agitazione a fronte di questi infami licenziamenti, segno della giusta strada intrapresa.
Bisogna prepararsi a difendere con ogni mezzo il tessuto produttivo del paese per evitare che sia spolpato dalle speculazioni, che centinaia di migliaia di posti di lavoro siano cancellati e che, in nome dell’emergenza economica, siano spazzati via anche gli ultimi diritti e tutele della classe operaia. Cominciare a farlo adesso e avanzare nel farlo più efficacemente costruendo un governo di emergenza popolare, un progetto sul quale chiamiamo a convergere gli operai, i lavoratori, gli organismi popolari, le organizzazioni e i partiti comunisti, i progressisti, i patrioti e tutti quelli che si dicono di sinistra. Questa è la via pratica per avanzare nell’unico orizzonte strategico possibile: il socialismo.

Devono essere gli operai ad approfittare di questa situazione d’emergenza, non i padroni!  
La sezione di Peretola del P.CARC

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