La sanità è allo sfascio!
Quei politicanti delle Larghe Intese che oggi si definiscono “in trincea” sono i responsabili diretti o indiretti (hanno tagliato o hanno retto il sacco a chi tagliava) del disastro della sanità pubblica. Negli ultimi 10 anni sono stati tagliati 37 miliardi di euro, 70.000 posti letto, 42.000 posti di lavoro a tempo indeterminato. Sono solo pochi numeri nel mare degli ospedali chiusi, accorpati o ridimensionati, dei presidi e ambulatori eliminati, dei Pronto Soccorso e delle Pubbliche Assistenze avviati allo sfacelo. Al contrario, sono spuntati come funghi presidi e ospedali completamente privati oppure convenzionati, foraggiati comunque, in un modo o in un altro, con denaro pubblico e trasformati di fatto in corsie preferenziali, quando non uniche, per esami tempestivi e visite specialistiche a pagamento.
La Lombardia ne è l’emblema. “Eccellenza” in tema sanitario (e non solo) della privatizzazione, delle speculazioni, delle ruberie e delle appropriazioni indebite a danno dei cittadini (Formigoni è in tal senso il più noto della larga schiera di ladroni e truffatori e sconta comodamente a casa la condanna, godendosi i proventi dei suoi traffici), la Lombardia è anche la regione più flagellata dal Covid-19. I camion dell’esercito, usati per trasportare le bare, incolonnati in uscita da Bergamo e lo scandalo delle Direzioni Sanitarie – tra cui quella del Don Gnocchi di Milano (Corriere della Sera, 23 marzo 2020) – che imponevano a infermieri e OSS di non indossare le mascherine nei reparti per non “agitare i pazienti e i famigliari”, sono specchio del degrado avviato con la sponsorizzazione del concetto “ il privato è meglio”.
Ma tutto il paese è allo sfascio. I politicanti delle larghe intese si definiscono “in trincea”, ma la prima linea del fronte, che si ammala mentre presta servizio ininterrottamente, generosamente, è composta dai medici, dagli infermieri, dagli OSS, dagli addetti alle pulizie, dai soccorritori, dai barellieri. E’ composta dalle migliaia di lavoratori che, dalla Lombardia alla Sicilia, si sono dovuti far carico delle carenze e della gestione inadeguata e improvvisata di un sistema sanitario avviato al collasso ben prima dell’emergenza Covid-19, che l’emergenza Covid-19 ha solo esasperato e mostrato in tutta la sua tragica evidenza.
Sono i lavoratori della sanità che stanno salvando la popolazione e il paese. A loro, che la stomachevole retorica governativa rappresenta oggi come “eroi e angeli”, al contrario di ieri quando erano solo furbetti e lavativi, deve andare il sostengo morale e materiale di tutti i lavoratori e di tutte le masse popolari impegnate nella lotta per riconquistare un sistema sanitario pubblico, nazionale ed efficiente. Siamo in una situazione d’emergenza che richiede misure d’emergenza e solo la mobilitazione popolare potrà imporle.
Assunzioni subito! Far scorrere subito tutte le graduatorie per l’assunzione, a tempo indeterminato, di infermieri e operatori socio-sanitari (OSS) e internalizzare, assumere e stabilizzare tutti i lavoratori precari della sanità. Procedere immediatamente al piano di assunzioni con bandi rapidi e agevolati.
Sicurezza per chi lavora! Pretendere la fornitura di mascherine, guanti e tute che impediscano il contagio degli operatori anche stabilendo accordi straordinari con paesi come la Cina (che ha già inviato spontaneamente e gratuitamente respiratori, mascherine, tute e guanti, alla faccia della chiusura del confine che ci ha regalato la UE). Requisire subito le fabbriche italiane che già producono DPI o respiratori e aumentarne la produzione (questi sono servizi essenziali!), riconvertire le fabbriche adatte allo scopo!
Requisire le cliniche private! Se c’è carenza di posti letto bisogna requisire le cliniche private e convenzionate: si tratta di strutture che abbiamo pagato profumatamente con le nostre tasse. Gli ospedali privati vanno requisiti davvero però, non foraggiati ulteriormente come prevede il Decreto Cura Italia del 17 marzo 2020. Gli indennizzi previsti dal DL vogliono dire infatti ancora soldi pubblici alla sanità privata!
Un piano straordinario per la sanità pubblica! Avviare la mobilitazione per imporre un piano straordinario di costruzione, recupero e manutenzione delle strutture sanitarie pubbliche nazionali, seguendo le indicazioni di lavoratori e utenti.
Sosteniamo la costruzione in ogni ospedale di organizzazioni di lavoratori e comitati di utenti che si occupano della gestione dell’emergenza secondo gli interessi delle masse popolari!