[Roma] Tutti contro tutti? Tutti contro i padroni!

Tutti
contro tutti? Tutti contro i padroni!

Organizziamo
il controllo popolare

L’Italia è divisa in due, chi sta a casa e si
sente in colpa se va a fare la spesa perché a detta dei canali di informazione
mainstream è colpa sua se ci si continua ad ammalare e a morire di Corona Virus
e chi a casa non può stare perché tutti i giorni deve andare a lavorare. Fra
quelli che vanno a lavorare ci sono quelli che svolgono servizi e produzioni
essenziali per la gestione dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica in
corso. Questi lavoratori lottano per lavorare in sicurezza, per ottenere i dpi
necessari a limitare al minimo possibile il contagio, per garantire i servizi e
le produzioni nonostante l’impennata dei ritmi di lavoro, dello stress e della
paura di contagiarsi e di contagiare le proprie famiglie.

Poi ci sono quelli che lavorano per aziende
che non svolgono servizi né produzioni essenziali alla gestione dell’emergenza
(ma il codice Ateco dice di si!) e che sono ancora più incazzati perché si
rendono conto di esporsi al rischio solo per mantenere gonfi i portafogli dei padroni.
Per loro, il rigore e la severità degli appelli alla responsabilizzazione che
la TV manda a ripetizione, si trasformano in una alzata di spalle. Si iniziano
a tracciare gli spostamenti dei cittadini attraverso gli smartphone e i droni
ma non ci si chiede quanti di questi “cittadini irresponsabili” siano costretti
agli spostamenti proprio in ottemperanza alle disposizioni firmate dai
sindacati di regime e da Confidustria che garantiscono al padronato di
continuare a produrre profitto come se nulla o quasi fosse successo.

In questo scenario a Roma, la sindaca Raggi lancia fra i romani la caccia al trasgressore e al passeggiatore seriale aggiungendo la voce “Assembramenti” al “Sistema Unico Segnalazioni” (SUS), allineandosi sempre di più al coro ipocrita dei partiti delle Larghe Intese uniti più che mai nella lotta all’untore e sempre più disposti a chiudere entrambi gli occhi di fronte alla massa di lavoratori che, ancora oggi, continuano a spostarsi per andare a lavorare e si assembrano dentro i luoghi di lavoro.

Chi segnalerà gli assembramenti dovuti alla produzione di fabbriche, aziende, uffici non essenziali? Chi sta vigilando sulla sicurezza e la salute psico-fisica dei lavoratori dei servizi essenziali? Lo fanno i lavoratori che il 25 marzo hanno aderito in massa allo sciopero generale, nel silenzio di TV e giornali e con l’ammonimento delle istituzioni. Lo fanno i tanti comitati di solidarietà che stanno nascendo nei quartieri popolari e i tanti che dalle loro abitazioni resistono all’intossicazione mediatica e che vogliono dare un contributo alla rinascita del nostro paese, per uscire dall’emergenza da Covid 19 ma anche dal sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo su cui si basa la società capitalista.

Se il Comune di Roma invita i cittadini a
contribuire attivamente a limitare i contagi nella nostra città, prendiamolo in
parola! Segnaliamo tutti i padroni che ancora tengono aperte le loro aziende e
che costringono i lavoratori a lavorare assembrati, segnaliamo le condizioni di
lavoro dei lavoratori dei servizi essenziali, segnaliamo tutti i malati a cui
non vengono fatti i tamponi, tutti gli anziani abbandonati a sé stessi, tutti i
disoccupati che già dal mese prossimo non potranno pagare affitti e utenze!
Segnaliamoli alle tante organizzazioni operaie e popolari presenti nelle
aziende e nei territori, alle brigate di solidarietà che stanno nascendo in
ogni quartiere, ai sindacati che si stanno mobilitando attivamente in difesa
dei lavoratori.

Sviluppiamo
il controllo popolare sui veri assembramenti pericolosi per la salute pubblica:
le attività produttive non essenziali che continuano ad andare avanti!

L’
organizzazione e la mobilitazione dal basso può imporne la chiusura! Andrà
tutto bene solo con operai e masse popolari organizzati per far fronte all’emergenza!