Numerose nei giorni scorsi le rivolte dei detenuti nelle carceri in tutto il paese: Salerno, Napoli, Frosinone, Vercelli, Alessandria, Palermo, Bari, Foggia, Modena e Rieti, dove sono morti diversi detenuti, e nella regione Lombardia a Opera, Pavia e a Milano, al carcere di San Vittore. La causa? Le misure introdotte dal governo Conte 2, a seguito dell’emergenza Covid-19, con blocco della socialità, dei colloqui, dei permessi e delle semi-libertà e dall’altra parte la paura dei detenuti per il possibile propagarsi del virus in prigioni sovraffollate e senza adeguate strutture sanitarie.
I pennivendoli della stampa borghese hanno riportato la “buona” notizia che sono state stanziate 100.000 mascherine per gli istituti penitenziari, solo per chi entra (a vario titolo): certo, è una misura imposta dalla mobilitazione dei giorni scorsi, ma ovviamente è insufficiente e ridicola§: a fronte del sovraffollamento carcerario va fatto di più.
Contemporaneamente alle lotte dentro le carceri, a Milano è stato organizzato un presidio di solidali a cui hanno partecipato anche familiari dei detenuti che rivendicavano la possibilità di vedere i propri cari, l’indulto e l’amnistia per tutti quei prigionieri sociali, vittime della crisi, delle politiche securitarie tese a “criminalizzare la povertà” (come i decreti Minniti-Salvini), anziché garantire un lavoro utile e dignitoso per tutti.
Nicoletta Dosio, in carcere da fine dicembre 2019 per la sua lotta contro il TAV, conferma infatti che parte dei reati commessi sono legati a tossicodipendenze, indigenza, mancanza di permessi di soggiorno e prostituzione per le donne e per questo ha lanciato l’appello per una campagna di mobilitazione per l’amnistia sociale.
La federazione Lombardia-Piemonte esprime la sua piena solidarietà a tutti i proletari detenuti e prigionieri politici, in particolare delle carceri in rivolta, e invita a organizzare iniziative di solidarietà coi detenuti, affinché l’“emergenza Coronavirus” non sia occasione per imporre un regime ancora più duro nei penitenziari, ma vengano ripristinati immediatamente i colloqui coi detenuti e la socialità (con tutte le prevenzioni sanitarie del caso); a mobilitarsi e sostenere le lotte per l’indulto e la scarcerazione per le pene minori per ridurre il sovraffollamento. La nostra solidarietà va anche ai familiari dei detenuti e ai solidali che, nonostante le misure restrittive del decreto ministeriale dell’8 marzo, hanno portato tutta la loro solidarietà e sostegno fuori dalle carceri e per quanto sono stati caricati e pestati dalle forze dell’ordine.
L’emergenza Covid-19 è causata dal capitalismo, dalla direzione della società della classe dominante che, mettendo al centro il profitto, ha perpetuato in questi anni continui tagli alla sanità e ai servizi pubblici e attacchi ai diritti delle masse popolari. Non facciamoci intossicare dal terrorismo mediatico ma facciamo dell’emergenza un’occasione per invertire la rotta e imporre ai governi, locali e nazionale, di prendere misure d’emergenza per far fronte realmente alla crisi sanitaria. Come?
– Amnistia sociale per ridurre il sovraffollamento carcerario, per la salvaguardia e la salute dei detenuti;
– moltiplicare i posti letto normali e in terapia intensiva e aumentare fin da subito il personale sanitario, requisire tutti gli ospedali e le cliniche private, adibire a usi civili gli ospedali militari e riaprendo tutti gli ospedali e reparti chiusi benché agibili;
– garantire la salute e salario degli operai (il virus si trasmette anche alla catena di montaggio!) e dei lavoratori: chiudere temporaneamente le aziende che fanno produzioni non indispensabili con garanzia di pieno salario per i lavoratori e adottare misure di sicurezza nelle aziende che serve tenere aperte, erogare ammortizzatori sociali e sussidi per i precari, le partite IVA e i piccoli commercianti che non stanno percependo reddito o sono a rischio chiusura.
La vera emergenza è la crisi del capitalismo: organizziamoci e mobilitiamoci per costruire un governo d’emergenza popolare che faccia fronte agli effetti più devastanti di questa crisi e avanzare così nella costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese!
Organizziamoci e mobilitiamoci per imporre le misure d’emergenza che servono veramente: sanità pubblica e lavoro utile e dignitoso per tutti.