Il 20 febbraio è stata una data storica per Scampia: sono partiti i lavori di abbattimento di una delle 4 “Vele”, che sancisce una vittoria per il Comitato Vele di Scampia. Sul ruolo e sull’importanza di questa lotta ritorneremo dei prossimi giorni con un articolo dedicato.
Con questo articolo ci preme sottolineare un aspetto in particolare: attorno alla battaglia per l’abbattimento delle Vele e grazie a questa lotta sono nate dal basso tante esperienze che via via esprimono l’esigenza di un nuovo governo del territorio. Tra queste c’è il Collettivo Ferraris, organismo di giovani studenti medi che nei giorni scorsi ha promosso scioperi e iniziative contro i roghi tossici, e ha “approfittato” della presenza del Sindaco di Napoli De Magistris alla presentazione dell’abbattimento delle Vele di Scampia per imporre un incontro con l’Amministrazione Comunale.
Crediamo che il Collettivo Ferraris sia un esempio e uno stimolo per tanti giovani: trasmettiamo (clicca qui) il saluto che dal palco del concerto organizzato in occasione dei festeggiamenti dell’abbattimento delle Vele uno dei rappresentanti del Collettivo ha lanciato ai giovani di Scampia e come messaggio di unità con chi lotta per una Scampia diversa, più dignitosa, più salubre.
Trasmettiamo infine anche il comunicato del presidio di Napoli Nord del P.CARC che afferma che solo un’amministrazione composta dalle forze sane che già oggi si mobilitano per gli interessi delle masse popolari può rispondere alle esigenze espresse dal quartiere, in risposta alla disoccupazione, la sicurezza, la casa, la salute pubblica.
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– Costituire un collettivo studentesco che si occupa dei problemi della scuola e si mobilita dal basso per risolverli. La soluzione ai problemi degli studenti del Ferraris e dell’intero quartiere di Scampia sta nella forza delle masse popolari che si organizzano e impongono alle istituzioni di fare quello che serve alle masse popolari (l’esempio del Comitato Vele di Scampia è molto chiaro);
– Proseguire nella mobilitazione e tenere sempre alta l’attenzione, bisogna sempre tenere in mano l’iniziativa e non lasciarsi “addomesticare” dalle promesse di fare tavoli tecnici, di ragionarne in commissioni comunali e in qualche modo di raffreddare la lotta. Chi vuole vincere una battaglia deve sempre giocare d’attacco;
– Pretendere l’inserimento di ore di autogestione in ogni classe per costituire il collettivo e per sensibilizzare docenti e studenti sulla giustezza della lotta in corso;
– Mettere al centro la lotta per un lavoro utile e dignitoso è l’unica formula che riesce a tenere insieme la necessità degli studenti di fare lezione in un ambiente sano, i diritti degli abitanti di Scampia (dove il tasso di disoccupazione è altissimo) e sostenere quella parte degli abitanti del campo rom che non ci sta a fare da manovalanza dei clan criminali ma non ha al momento alternative praticabili. In questo è importante che gli studenti mobilitino le associazioni e i comitati che da anni si occupano del campo rom di Scampia per trovare insieme soluzioni e misure utili. I lavori che servono a Scampia sono tanti e tanta è la forza lavoro che nel quartiere potrebbe essere impiegata, se non si fa è perché non c’è la volontà politica di farlo, solo la lotta delle masse popolari può invertire la rotta;
– Chiamare alla lotta le scuole e tutti gli altri organismi del territorio perché per vincere la battaglia è necessario costruire un fronte di forze che, ognuna con la sua lotta e il suo bagaglio di esperienza, unite rappresentano una forza materiale che può imporre qualsiasi misura alle istituzioni.