Per un insieme di circostanze e di manovre le elezioni suppletive a Napoli del 23 febbraio hanno assunto il ruolo di sondaggio dell’orientamento delle masse popolari rispetto alle prossime elezioni regionali campane. Queste elezioni sono state terreno di sperimentazione e “prova generale” tanto che i principali attori delle prossime Regionali sono tutti presenti: il polo PD con i suoi frammenti e satelliti (ai quali si è aggiunta Dema e il suo candidato Sandro Ruotolo), il polo Berlusconi nel quale la Lega di Matteo Salvini si è al momento imposta come capofila e il M5S che l’esito delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 ha reso attore imprescindibile a livello nazionale.
Nel comunicato diffuso lo scorso 10 febbraio abbiamo indicato le questioni decisive nella lotta politica e di classe del territorio e la necessità che queste elezioni dovessero servire a rafforzare quelle battaglie e il fronte della mobilitazione popolare contro gli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo e le politiche delle Larghe Intese. Nello specifico dei candidati alle suppletive, che promettono di “farsi portavoce” dell’indignazione e della resistenza popolare, si tratta di non limitarsi a promettere di “fare da megafono” ma di sviluppare sin da ora coerentemente nella pratica i compiti che da quelle intenzioni derivano, con azioni e prese di posizione concrete, che alimentano e rafforzano le masse popolari e indeboliscono il fronte nemico: è quello che noi comunisti abbiamo indicato con la linea del Governo di Blocco Popolare che con misure d’emergenza inizia a porre rimedio agli effetti più gravi della crisi economica, ambientale e morale in corso.
In queste settimane a Napoli nel campo delle masse popolari abbiamo assistito a una certa effervescenza in termini di mobilitazioni e attività: dalla lotta dei Disoccupati 7 novembre a quella dei lavoratori APU, dalle mobilitazioni degli operai Whirlpool a quelle contro i Decreti Sicurezza (in particolare promossi dal SI COBAS), dai flashmob delle Sardine all’avvio dello storico abbattimento della Vela verde di Scampia, dalle lotte ambientali della zona a est di Napoli, alle vertenze per il diritto a una sanità e una salute universali (come quelle del Comitato San Gennaro, della Consulta Popolare Sanità e Salute, ecc.), dalle battaglie per l’uso popolare degli spazi sociali a Napoli (come quelle di Officina delle Culture, Galleri@rt, Comitato Monachelle, ecc.) fino a quelle contro il lavoro e per l’internalizzazione di Napoli Sotterranea.
Questi sommovimenti hanno costretto ognuno dei candidati a fare, per forza di cose, i conti con la combinazione di malcontento, insofferenza e indignazione delle masse popolari a fronte del catastrofico corso delle cose. Ha portato, ad esempio, anche le forze politiche delle Larghe Intese a doversi adeguare al sommovimento in corso tra le masse popolari della città. Il PD ormai screditato agli occhi delle masse popolari si è legato a Dema e al candidato Sandro Ruotolo (oltre al tentativo di promozione della mobilitazione delle sardine). Quest’accordo oltre a mostrare la debolezza del PD spingerà sempre di più il movimento del sindaco di Napoli Luigi De Magistris a dover dare conto alle masse popolari del proprio operato e prendere una posizione chiara (si è passati dalla città de-renzizzata all’alleanza con PD, Italia Viva e affini). Il polo Berlusconi, come nel resto d’Italia, ha dovuto confermare anche a Napoli il ruolo di capofila della Lega di Matteo Salvini. Ogni candidato è stato, quindi, costretto a doversi esprimere o comunque sostenere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari.
A fronte di ciò, quindi, l’unico voto utile è quello che rafforza la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori e del resto delle masse popolari, il loro coordinamento fino ad esprimere una loro governabilità diretta (il Governo di Blocco Popolare). Per questo, le nostre indicazioni di voto per le suppletive a Napoli si basano sull’analisi della campagna elettorale di quei candidati e di quelle liste che hanno concretamente dimostrato di sostenere da subito i cittadini e i lavoratori, i comitati territoriali, le organizzazioni operaie e le organizzazioni popolari: in altre parole, indicazioni per chi già fa e per chi ha già iniziato a fare ciò che ha promesso in caso di elezione a sostegno degli interessi delle masse popolari e in contrasto con quelli dei poteri forti e dei loro partiti politici (Larghe Intese).
La prima indicazione di voto che diamo, quindi, è quella di non votare in alcun modo quelle liste e quei partiti facenti parte delle Larghe Intese, quelli negli ultimi anni hanno affamato e distrutto la vita delle masse popolari del nostro paese, in particolare il polo PD e il polo Berlusconi. Parola d’ordine principale è non un voto, non un uomo, non un soldo a chi ha speculato e specula sulla nostra pelle!
Per quanto riguarda le altre liste abbiamo assistito a due linee, variamente interpretate dai vari candidati, nella conduzione della campagna elettorale:
- la prima era quella della campagna elettorale canonica, dei gazebo per chiedere voti, delle foto con annessa pacca sulla spalla del lavoratore o del disoccupato in lotta, della visita formale nei “luoghi del dolore” e delle partecipazioni nei salotti televisivi per confrontarsi sulle idee e sui programmi;
- la seconda era quella campagna elettorale che metteva la visibilità e la mobilitazione del singolo candidato a disposizione della resistenza delle masse popolari, di chi si è impegnato a fare sin da ora quello che promette di fare una volta eletto.
Buona parte della campagna elettorale si è sviluppata attraverso la prima delle due linee indicate. Ci sono state, però, alcune operazioni che andavano, invece, in direzione della seconda linea indicata. In particolare, bene hanno fatto Potere al Popolo e il suo candidato Giuseppe Aragno a sostenere la battaglia degli occupanti casa nel Rione Sanità, così come la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Napoli Sotterranea e a dare continuità e visibilità alla lotta degli operai Whirlpool. Positivo è stato, inoltre, lo schieramento da parte di Luigi Napolitano candidato alle suppletive del Movimento 5 Stelle a sostegno dei comitati della zona est di Napoli per la bonifica del SIN (Sito d’Interesse Nazionale) anche spingendo sul Ministero dell’Ambiente a dare risposte concrete (il Ministro Costa ha confermato lo stanziamento di 30 milioni di euro allo scopo). Cosa che ora mette il candidato e il Ministro nella posizione di proseguire nel sostegno a questi comitati e che permette alla lotta delle masse popolari di quel territorio di avanzare e imporre che ogni promessa sia mantenuta.
Per i motivi detti diamo quindi indicazione di voto a:
Giuseppe Aragno (PaP) per gli abitanti dei quartieri Vomero, Arenella, Secondigliano, Piscinola, San Carlo all’Arena, San Pietro a Patierno, Vicaria e Scampia;
Luigi Napolitano (M5S) per gli abitanti dei quartieri Barra, Poggioreale, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio e Zona Industriale.
Diamo questa indicazione consapevoli che i lavoratori e i cittadini organizzati, dentro e fuori la fabbrica, legati alle battaglie del territorio possono esprimere una vera e propria gestione del territorio conforme ai propri interessi. I vari candidati ed eletti non saranno spontaneamente conseguenti con le promesse fatte, bisogna imporlo: chiamarli uno per uno e vigilare passo passo altrimenti, non solo non godranno più della fiducia delle masse popolari ma verranno travolti dalla loro indignazione, rabbia e mobilitazione!
Questo bisogna fare sin da ora rispetto al senatore che sarà eletto alle suppletive del 23 febbraio, questo bisogna fare sin da ora con gli eletti a fine mandato nella Regione Campania e con i candidati che si presenteranno alle prossime elezioni regionali. Questo dovranno fare gli operai Whirlpool in lotta, i precari e i disoccupati 7 novembre e APU, i comitati che lottano per l’ambiente, la sanità e salute dignitosi, le organizzazioni popolari che si mobilitano per la gestione popolare degli spazi sociali, i comitati che lottano per il diritto alla casa e tutto il resto delle forme organizzate della resistenza spontanea delle masse popolari.
La crisi generale del capitalismo avanza. In Italia la resistenza spontanea delle masse popolari cresce, le campagne elettorali delle promesse e delle belle speranze non servono più, non bastano più, così come non basta più pensare di poter risolvere la crisi del capitalismo con qualche riforma o votando li candidato più onesto e mosso da sinceri ideali, la parabola del Movimento 5 Stelle a livello nazionale è lì a dimostrarlo. Non si può stare in mezzo: o si sta dalla parte delle masse popolari o si sta dalla parte della borghesia.
Bisogna far valere la forza degli operai, dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati imponendo con la lotta e con la mobilitazione uno schieramento e un’azione concreta da parte di candidati, eletti, sindaci, assessori, deputati o ministri. A questi la scelta di adeguarsi al ruolo positivo che possono esercitare in questo senso o di pagarne le dovute conseguenze.
Non accontentarsi delle promesse, imporre e pretendere le misure che servono qui ed ora!
Non sono i padroni ad essere forti, sono le masse popolari che devono far valere tutta la loro forza!