Molti giovani, quando le sezioni del P.CARC fanno diffusione di volantini e di Resistenza alle scuole medie e superiori, ci chiedono “ma perchè venite?”, oppure affermano che a molti giovani “non interessa la politica” e che interessa tutt’altro. Altri affermano che un partito politico non può volantinare a scuola. Lo affermano gli stessi studenti che poi paradossalmente prendono il volantino, oppure si fermano a parlare e non solo del fatto che non gli interessa la politica, ma anche che la propria scuola crolla a pezzi, che il preside si comporta da “sceriffo”, che ha partecipato alle mobilitazioni del Friday For Future.
Alle questioni che ci vengono poste crediamo che risponda in maniera esemplare la sezione di Cecina con il volantino che ha diffuso nelle scorse settimane alle porte del Liceo Fermi di Cecina, di cui riportiamo il testo integrale sulla nostra Agenzia Stampa.
Buona lettura.
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Vivere vuol dire essere partigiani
Agli studenti del Liceo Fermi di Cecina
Cari studenti e studentesse solitamente una volta al mese veniamo davanti alla vostra scuola per proporvi dei volantini che trattano temi che vi riguardano da vicino come quello dell’alternanza scuola lavoro e della buona scuola; spesso vi abbiamo proposto anche altri argomenti come quello della guerra, della devastazione ambientale, della resistenza antifascista, della questione femminile ….Nel fare questo ci proponiamo di avviare un rapporto con voi, ma anche di sviluppare tra di voi un dibattito, di incuriosirvi, di spronarvi ad organizzarvi per comprendere ciò che vi circonda, per capire se e come migliorarlo o arrivare a cambiarlo del tutto. È abbastanza palese infatti come il mondo intero stia precipitando in una barbarie sempre più grave in cui si combinano variamente crisi economica (disoccupazione, povertà, smantellamento dell’apparato produttivo e delocalizzazione), abbrutimento morale e degrado intellettuale (prostituzione, tossicodipendenza, ludopatia e così via), devastazione della Terra e inquinamento dell’ambiente, guerre e delinquenza diffusa e ci sia quindi bisogno di un radicale cambiamento dello stato di cose.
In occasione dell’ultimo volantinaggio qualcuno tra voi lo ha rifiutato perché c’era un simbolo di partito, considerando sbagliato che un organizzazione politica possa svolgere propaganda fuori da una scuola, come se degli adolescenti, quali voi siete, non debbano interessarsi di come è gestito il bene pubblico, delle scelte dei governi, dei sindacati, degli imprenditori, dei lavoratori, ecc. che riguardano le vite di tutti noi e come se la scuola fosse un’istituzione che non è compresa nella società, ma sia piuttosto un’isola che ne deve rimanere distaccata.
Non è la prima volta che ci viene rivolta questa osservazione per cui col volantino che vi consegniamo trattiamo di questo aspetto facendovi notare che un partito è semplicemente una forma di organizzazione funzionale a conquistare e gestire il potere politico, a esprimere idee e interessi di una parte della popolazione e nella popolazione ci siete anche voi che seppur giovani subite già il peso di quello che accade nella vostra scuola, nella vostra famiglia, nel vostro quartiere …in quanto fate pienamente parte di questa società ed è auspicabile che ve ne occupiate. A questo proposito vi proponiamo un appello che Antonio Gramsci nel febbraio del 1917 lanciava a giovani come voi che si trovavano nel bel mezzo della prima guerra mondiale:
“L’avvenire è dei giovani. La storia è dei giovani. Ma dei giovani che, pensosi del compito che la vita impone a ciascuno, si preoccupano di armarsi adeguatamente per risolverlo nel modo che più si confà alle loro intime convinzioni, si preoccupano di crearsi quell’ambiente in cui la loro energia, la loro intelligenza, la loro attività trovino il massimo svolgimento, la più perfetta e fruttuosa affermazione. (…) Il fatto della guerra ha scosso come una ventata gli indifferenti, i giovani che fino a ieri si infischiavano di tutto ciò che era solidarietà e disciplina politica. Ma non basta, non basterà mai. Occorre ingrossare sempre più le file e serrarle. L’organizzazione ha specialmente fine educativo e formativo. E’ la preparazione alla vita più intensa e piena di responsabilità del partito. Ma ne è anche l’avanguardia, l’audacia piena di ardore” … “Associarsi a un movimento vuol dire assumersi una parte della responsabilità degli avvenimenti che si preparano, diventare di questi avvenimenti stessi gli artefici diretti. Un giovane che si iscrive al movimento giovanile socialista compie un atto di indipendenza e di liberazione. Disciplinarsi è rendersi indipendenti e liberi. L’acqua è acqua pura e libera quando scorre fra le due rive di un ruscello o di un fiume, non quando è sparsa caoticamente sul suolo, o rarefatta si libra nell’atmosfera. Chi non segue una disciplina politica è appunto materia allo stato gasoso, o materia bruttata da elementi estranei: pertanto inutile e dannosa. La disciplina politica fa precipitare queste lordure, e dà allo spirito il suo metallo migliore, alla vita uno scopo, senza del quale la vita non varrebbe la pena di essere vissuta. Ogni giovane proletario che sente quanto sia pesante il fardello della sua schiavitù di classe, deve compiere l’atto iniziale della sua liberazione, iscrivendosi al Fascio giovanile socialista più vicino a casa sua.”
Oggi il nostro paese non è direttamente coinvolto in una guerra, ma partecipa a molteplici focolai di guerra in varie parti del mondo, e soprattutto è investito da una guerra di sterminio non dichiarata come dimostrano i 94 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, le fabbriche che chiudono o licenziano (vedi la ex Lucchini di Piombino per fare esempi a noi vicini), che inquinano (vedi la Solvay di Rosignano), l’aumento di morti per malattie, per droga, per violenze e via dicendo … ognuno di voi se si guarda attorno può verificare ciò!
Per tutto questo ci rivolgiamo a voi e chiudiamo questa lettera prendendo ancora in prestito le parole di Gramsci:
“Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”