L’attuale conformazione economica e politica del mondo è il risultato
– dello sviluppo del modo di produzione capitalista che da un secolo si è affermato come sistema dominante a livello mondiale soppiantando gli altri sistemi (ad esempio quello feudale-clericale) che in qualche forma ancora sopravvivono, ma al servizio del capitalismo, nelle pieghe della società attuale;
– dello sviluppo della lotta di classe tra borghesia e proletariato, in particolare nel secolo scorso, cioè da quando per la prima volta nella storia dell’umanità le classi oppresse sono diventate classi dirigenti. La Rivoluzione d’Ottobre, l’instaurazione del socialismo in Russia e la costituzione dell’URSS hanno dato il via a un’ondata rivoluzionaria che ha investito sia i paesi capitalisti (dove, nonostante non sia stato instaurato il socialismo, la classe operaia e le masse popolari hanno ottenuto le conquiste di civiltà e benessere che la borghesia cerca ancora oggi di eliminare), sia i paesi oppressi, coloniali e semicoloniali in cui si sono sviluppate rivoluzioni democratiche e di liberazione nazionale (da cui sono sorti altri paesi socialisti tra cui la Cina che è il più importante tra quelli sopravvissuti al crollo del Muro di Berlino);
– del progressivo cambiamento delle relazioni e dei rapporti di forza fra gruppi e paesi imperialisti.
I sommovimenti politici prodotti dall’avanzare della crisi generale del sistema capitalista possono essere compresi nella loro essenza e nella loro portata solo considerando
– le contraddizioni che in tutto il mondo e paese per paese caratterizzano la relazione fra classe dominante e masse popolari: esse rappresentano il fronte interno della guerra per ogni gruppo e paese imperialista e l’aspetto principale della guerra popolare rivoluzionaria il cui obiettivo è l’instaurazione del socialismo;
– le contraddizioni fra gruppi e paesi imperialisti – fra USA e UE in particolare – e quelle fra paesi e gruppi imperialisti dell’UE che, ad esempio, la Brexit inglese evidenzia bene;
– le contraddizioni fra paesi imperialisti e paesi oppressi e tra esse, in particolare, quelle che oppongono gli imperialisti ai governi degli Stati che non si sottomettono alle imposizioni della Comunità Internazionale (i cosiddetti “Stati canaglia”);
– le contraddizioni fra Comunità Internazionale degli imperialisti UE, USA e sionisti da una parte, e Russa e Cina dall’altra, in ragione sia del sostegno politico, militare ed economico che queste ultime forniscono ufficialmente o ufficiosamente, palesemente o segretamente agli “Stati canaglia”, sia per il ruolo che assumono nelle contraddizioni fra gruppi e paesi della stessa Comunità Internazionale.
La combinazione di questi aspetti determina il contesto in cui i comunisti conducono la rivoluzione socialista.
L’altra faccia della divisione politica del mondo è la sua unità economica. Le contraddizioni fra gruppi e paesi imperialisti, paesi oppressi e paesi ex-socialisti si alimentano nel contesto della comune dipendenza imposta dalla globalizzazione capitalista: il sistema economico lega attraverso mille fili paesi, aree, aziende, monopoli, borse, banche, strutture, infrastrutture, merci, informazioni, ricerche, risorse, ecc. Questo è uno degli aspetti che rende difficile per ogni gruppo imperialista scendere sul terreno della guerra aperta e dispiegata contro i concorrenti. L’interdipendenza economica di ogni paese e gruppo imperialista è enormemente sviluppata rispetto alla situazione della prima crisi generale del capitalismo, rispetto alle condizioni in cui sono maturate la Prima e la Seconda Guerra Mondiale e questo è ciò che renderà la Terza Guerra Mondiale enormemente più distruttiva delle precedenti. Ma è anche ciò che rende le condizioni della rivoluzione socialista enormemente più favorevoli rispetto al passato.