È in programma per venerdì 17 gennaio la prossima mobilitazione mondiale organizzata dagli attivisti del Friday For Future, pronti a scendere in piazza contro la catastrofe che ha colpito l’Australia a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno.
Un disastro che conta tra le sue vittime oltre un miliardo di animali e 26 persone morte a causa degli incendi, circa 2000 abitazioni distrutte… insomma circa 10 milioni di ettari di territorio divorati dalle fiamme, innescate principalmente dai fulmini, che si attivano velocemente a causa della prolungata siccità e si propagano per via dei forti venti.
Origine di questa catastrofe ambientale è il cambiamento climatico che ha prodotto uno “straordinario” surriscaldamento della zona antartica ed è il motivo dei sommovimenti atmosferici che hanno prodotto un aumento della velocità dei venti imputato tra l’altro alle politiche del governo australiano, volte a salvaguardare l’economia del paese basata principalmente sull’esportazione del carbone la cui estrazione è incompatibile con il raggiungimento degli accordi di Parigi a cui il primo ministro Morrison aveva aderito.
Secondo il suo governo infatti, non ci sono prove che colleghino in maniera diretta le emissioni di carbonio dell’Australia agli incendi boschivi perciò nuovi investimenti diventano compatibili con le politiche energetiche e climatiche del paese.
Una commistione di fattori dunque che si può riassumere nella crisi ambientale, generata dal capitalismo e che si è aggiunta alla sua crisi generale diventandone componente ma anche aggravante. È la prima volta nella storia dell’umanità infatti che la crisi generale del capitalismo si combina con quella ambientale perché per espandere all’infinito la produzione e il consumo ha avviato un progressivo saccheggio dell’ambiente che oggi rappresenta un pericolo per la sopravvivenza dell’intero pianeta.
La crisi ambientale rende oggi l’instaurazione del socialismo indispensabile per il progresso della specie umana e per la sua sopravvivenza. Esistono già tutti gli strumenti, le forze materiali e le conoscenze necessarie per porre fine al disastro ambientale e stabilire una relazione di livello superiore tra gli uomini e la natura ed è per questo che le masse popolari si organizzano e mobilitano contro gli effetti più devastanti della crisi di cui la classe dominante è responsabile e che non riesce più a nascondere.
Interveniamo a questa manifestazione perché è espressione della resistenza spontanea che le masse popolari oppongono agli effetti più gravi della crisi per sottrarle all’influenza dei capitalisti e al loro ambientalismo ipocrita e antipopolare. È importante che sempre più attivisti del Friday For Future prendano posizione contro il capitalismo e si leghino allo sviluppo della lotta di classe e al movimento comunista che rinasce in Italia, la costruzione di una società alternativa al capitalismo, il socialismo, è l’unica via percorribile e di prospettiva per migliorare e garantire gli interessi e le condizioni delle masse popolari e dell’ambiente.
Invitiamo alla massima partecipazione alla mobilitazione organizzata dal Friday for Future del 17 gennaio e alla diffusione e discussione del volantino qui allegato -> Volantino Crisi Ambientale