In queste settimane sta montando, su tutto il territorio nazionale, la mobilitazione contro il 5G. Multinazionali come Vodafone e Iliad stanno spingendo la costruzione di antenne in varie zone del paese con la complicità e l’avallo di tante amministrazioni comunali.
Al contempo le masse popolari stanno dando vita a tante forme di organizzazione e mobilitazione per opporsi a questi ripetitori di cui non si conosce l’impatto sulla salute e sull’ambiente. Quello che si sa è l’uso che si farà di questo 5G che, al netto dei pochissimi avanzamenti in termini di godimento di quello che oggi viene definito “diritto alla tecnologica” (quindi di avere connessioni più rapide sui cellulari), sarà l’impiego nelle aziende pubbliche e private per esercitare controllo e repressione sui lavoratori e l’impiego nell’ambito militare (tutte le zone interessate dall’installazione di queste antenne sono vicine ad aree militari NATO o USA). Si tratta, quindi, di un affare che frutterà miliardi di euro a favore delle multinazionali e dei gruppi imperialisti e avrà una ricaduta negativa sulla vita delle masse popolari.
Particolarmente importanti alcune esperienze di questa lotta in corso in Toscana (in particolare a Cecina) e in Campania (a Napoli e a Quarto). Si tratta di battaglie che mettono al centro l’attuazione della Costituzione italiana e in particolare la partecipazione popolare alla gestione della vita pubblica e dell’erogazione e organizzazione dei servizi:
- la sovranità appartiene al popolo e quindi ciascun organo sovrano (come le amministrazioni locali, le ASL, ecc.) può esercitare la propria funzione perché trova legittimazione nel popolo, per cui qualsiasi decisione contraria alla volontà presa da un sindaco, un governo o una multinazionale è abusiva e va sabotata
- la Repubblica ha il dovere di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese, nel caso in cui ciò non avvenisse i cittadini hanno pieno diritto a sostituirsi agli organi preposte e agire direttamente per rimuovere quell’ostacolo;
- i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per organizzarsi e imporre il rispetto e la tutela di diritti come la tutela del lavoro, della salute e del paesaggio;
- la proprietà privata è valida fino a quando rispetta un uso sociale e non danneggia i diritti fondamentali del popolo, diversamente va eliminata.
Il Partito dei CARC esprime il massimo sostegno ai comitati e a tutte le organizzazioni operaie e popolari che stanno portando avanti questa battaglia. In questa lotta bisogna partire dal fatto che nessun esponente del teatrino della politica locale o nazionale potrà risolvere la situazione. Le masse popolari italiane devono puntare a imporre il proprio volere alle amministrazioni locali e al governo centrale. I sindaci e gli eletti hanno giurato sulla Costituzione italiana fondata sulla sovranità popolare, non sugli interessi di Iliad, Vodafone e delle multinazionali!
Bisogna mostrare con chiarezza che il 5G è un imbroglio! Viene venduto come il rafforzamento della rete di telefonia mobile ma in realtà serve a rafforzare il controllo militare e in fabbrica per reprimere le libertà di organizzazione dei lavoratori e dei cittadini. Si tratta di opere la cui nocività, tra l’altro, non è stata ancora dimostrata. Il fatto che non sia stata dimostrata significa che le masse popolari che vivranno in prossimità delle antenne sono delle cavie. È una storia già vista con l’amianto, con le industrie chimiche e con i siti di esercitazioni militari di cui oggi contiamo un numero di morti da guerra civile!
Le masse popolari coordinandosi e dando battaglia possono non solo boicottare queste opere inutili ma possono imporre la risoluzione dei reali problemi delle città e dei territori: diritto al lavoro, alla casa, alla salute, all’ambiente salubre, all’istruzione, ecc.
Per tutte queste misure di emergenza quello che serve è un Governo di Emergenza Popolare: in governo che prenda ordini dai comitati popolari e dai cittadini che si organizzano anziché obbedire alla corte dei conti, ai poteri che spadroneggiano in Italia (il Vaticano, la NATO, la Camorra, ecc.) e ai diktat dell’UE. Un governo che potrà imporsi solo se si poggia su una rete di nuova governabilità dal basso che sta alle masse popolari e ai comunisti costruire.
Costruiamo 10, 100, 1000 azioni di lotta e prendiamoci il governo popolare del territorio!
Non sono i padroni ad essere forti, sono le masse popolari che devono far valere tutta la propria forza!