[Reggio Emilia] Solidarietà a M. Comunale sotto attacco perché medico che mette al centro gli interessi dei pazienti!

Piena solidarietà a Massimo Comunale, medico di base di Guastalla e compagno di Rifondazione Comunista che, per aver pubblicamente e giustamente denunciato, partendo da un caso reale, un’ennesima “indennità di accompagnamento” negata, verrà trascinato davanti all’Ordine dei Medici da parte della Direzione Provinciale dell’INPS con l’accusa di “violazione del codice deontologico”.

Massimo C. ha fatto bene a denunciare chiaramente questa “zona d’ombra” del Sistema Sanitario pubblico: sempre più settori della nostra vita vengono utilizzati per guadagnare sulla nostra pelle, con un restringimento dei diritti crescente. La ricaduta è che se non conviene economicamente all’”azienda” sanitaria, la prestazione salta e i criteri per potervi usufruire diventano sempre più selettivi e classisti, quanto meno “inspiegabili”.

La privatizzazione della Sanità e l’esternalizzazione dei servizi sono, in questo senso, emblematici: garantire il profitto a pochi, limitare i diritti costituzionali dei molti e gestire il settore nell’ottica del controllo delle spese. La delibera dell’INPS a guida Tito Boeri (marzo 2018) di introdurre per la prima volta le prestazioni per malattia negate e invalidità revocate tra i criteri di valutazione utili alla retribuzione di risultato dei medici andava precisamente in questa direzione. Ci hanno provato, ci riproveranno in altra forma e oggi, invece di sopperire alle deficienze del settore, si continua a tagliare sulle prestazioni, con conseguenze anche sul numero di posti di lavoro e conseguente carico di lavoro maggiore da ripartire.

Le denunce pubbliche come questa di Massimo C. sono quindi importanti: sono un’applicazione della difesa dei diritti sanciti nella Costituzione nata dalla Resistenza, mantengono alta l’attenzione e allarmano la cittadinanza. Ecco perché l’INPS ripiega sulla repressione: il rischio è che emergano i “circoli” di interessi lontani da quelli dei cittadini.

Questo attacco risulta ancor più grave se si guarda al quadro generale in cui versa l’AUSL di Reggio Emilia: il “buco” di 19 milioni di euro rispetto alla possibilità di chiudere in pareggio il bilancio consuntivo 2019. Cosa comporta? Il Commissariamento? Di quanto bisogna rientrare a stretto giro? E per rientrare si taglierà sulle prestazioni, sui lavoratori o su entrambi?

Di questo bisogna parlare e questo rientra pienamente nella battaglia per sostenere Comunale e per estendere concretamente la solidarietà!

Se a ciò aggiungiamo la carenza di medici specialistici (che apre a sovraccarichi nei turni e negli straordinari), i lunghi tempi d’attesa e le liste d’attesa chiuse e la chiusura del punto nascite in Appennino diventa evidente che gli unici che possono far valere i propri interessi e i propri diritti sono i cittadini organizzati insieme ai medici, infermieri, OSS e a tutto il personale che lavora nell’Amministrazione: la società in mano ai padroni specula sulle nostre vite, basti pensare che i parcheggi al Santa Maria Nuova sono a pagamento!

Dobbiamo continuare nella costruzione della nostra gestione della società, direttamente e a partire da ogni quartiere, fabbrica, scuola e ospedale!

La Sanità deve essere pubblica e di qualità: organizzarsi per realizzarla!

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