[Firenze] Agli operai della GKN sulla critica della RSU

In occasione dell’assemblea nazionale dei delegati metalmeccanici organizzata da FIOM, FIM e UILM il 20 novembre scorso a Roma, il Partito dei CARC ha diffuso il volantino che riportiamo a questo link. Nei giorni successivi la RSU della GKN ci ha criticati perché nel nostro volantino abbiamo riportato uno stralcio della presa di posizione fatta dalla RSU stessa in occasione del referendum, tenutosi a metà ottobre, sulla piattaforma del CCNL.

Riteniamo questa critica un’occasione per sviluppare il dibattito franco e aperto con gli RSU e con gli altri operai della GKN non tanto sulle questioni di metodo che la RSU ci rimprovera, ma soprattutto sul merito della lotta per il rinnovo del CCNL di categoria e più in generale sulla lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese e, di conseguenza, del governo che serve alla classe operaia e alle masse popolari.

La RSU ne fa una questione di metodo: è scorretto, dice, aver riportato uno stralcio della sua presa di posizione in un nostro volantino e lo avremmo fatto per millantare un legame politico organico o un’azione coordinata tra il P.CARC e la RSU, per usarla come medaglietta da esibire o, detta in altri termini, per “mettere il cappello” sulla sua azione. Consideriamo la sostanza della questione.

Nella sua presa di posizione, la RSU della GKN ha indicato chiaramente 1. che il rinnovo del CCNL va legata alla lotta contro chiusure, ridimensionamenti e delocalizzazioni di aziende, 2. che il centro della battaglia per il CCNL non sono i tavoli con il padronato ma la mobilitazione degli operai e del resto dei lavoratori, 3. che è determinante il ruolo delle RSU e degli operai combattivi, quindi la loro organizzazione e la loro azione. È un’indicazione valida non solo per gli operai della GKN ma per tutti gli operai metalmeccanici: è di spinta per gli operai scontenti dell’ennesima piattaforma al ribasso, favorisce l’organizzazione dal basso e la mobilitazione che vadano oltre il solito tavolo di trattativa o la singola scadenza. Adesso il grosso dei 500-600 delegati presenti all’assemblea del 20.11 a Roma la conoscono: abbiamo diffuso infatti 400 volantini. Se anche solo un centinaio di loro si mettono a condurre un’azione ispirata da questa indicazione fanno o no un buon servizio non solo alla battaglia per il rinnovo del CCNL ma anche e soprattutto alla creazione di rapporti di forza più favorevoli alla classe operaia? Adesso quelli che tra i delegati presenti a Roma erano alla ricerca (e dai discorsi fatti è emerso che ce n’erano vari) sanno che c’è una RSU da cui possono trarre indicazioni, spunti, esempi, ispirazione su cosa fare nelle loro fabbriche: è una cosa che fa o no un buon servizio alla battaglia per il rinnovo del CCNL e più in generale alla lotta contro chiusure, ridimensionamenti e delocalizzazioni?

È questo che ci interessa, non millantare alcunché! È per questo che facciamo conoscere le attività e le indicazioni di RSU e di gruppi operai come quelli della GKN, della Piaggio, del Camping CIG di Piombino (e di altre aziende del paese: dalla Whirlpool di Napoli al CALP di Genova) usando gli strumenti di cui disponiamo come Partito e che ci permettono di arrivare a migliaia di delegati, operai e lavoratori. Tutti i gruppi di operai avanzati possono contare sul P.CARC per far conoscere le loro esperienze, indicazioni, insegnamenti: a breve apriremo una sezione dedicata alle corrispondenze operaie sul nostro mensile Resistenza e sul sito a questo scopo.

È per questo che nella nostra pubblicistica diamo spazio ai bilanci delle iniziative di lotta come quelle degli operai della Ginori e della Rational: far diventare patrimonio diffuso tra i lavoratori avanzati gli insegnamenti, i principi e i criteri che ne ricavano, mettere in comune conoscenza, esperienze, strumenti di lotta è un modo per rafforzare l’azione e favorire la nascita di organismi operai. È un compito, quello di tirare il bilancio delle singole lotte, spesso trascurato o sottovalutato anche da quanti le dirigono e conducono. Con il risultato che nella maggior parte dei casi i gruppi di lavoratori che scendono in lotta è come se dovessero ricominciare ogni volta e ognuno da zero o quasi e che oggi sono i padroni e non ancora i lavoratori avanzati a condurre con scienza la lotta di classe, la guerra che oppone le masse popolari alle classi dominanti. Alla scuola della borghesia, i lavoratori imparano che “lei non è pagato per pensare, altri sono pagati per questo”. La versione “di sinistra” di questo è che “l’importante è lottare, fare bilanci è una perdita di tempo e roba da intellettualoidi”. Come se lottare e tanto più lottare con successo non fosse una scienza che va elaborata, trasmessa, imparata e applicata: e se non sono i lavoratori avanzati e i comunisti a farlo, nessun altro lo fa al posto loro.

È per questo che stiamo raccogliendo e facendo conoscere l’esperienza dei Consigli di Fabbrica dell’Autunno Caldo e degli anni ’70: infondere nei lavoratori fiducia nei propri mezzi e nella loro forza è un’arma contro la rassegnazione e la sfiducia, che sono oggi fra i nostri principali nemici.

Siamo d’accordo con la parola d’ordine “bisogna uscire dalla sindrome del governo amico”: giusto, non esiste un governo borghese amico dei lavoratori. È vero però che impedire la chiusura di aziende come l’Ilva, la FCA, Alitalia significa nazionalizzarle. E per nazionalizzarle occorre un governo. Quindi che fare? O costringiamo il governo attuale a farlo e da lì avanzare, oppure bisogna costituire un governo che sia deciso e in grado di nazionalizzare (quello che noi chiamiamo Governo di Blocco Popolare). Deciso e in grado perché costruito per iniziativa delle organizzazioni operaie e popolari e composto da persone di loro fiducia. Oppure vedete altre vie? Tanto più che la situazione è tale che non basta nazionalizzare singole aziende per quanto grandi, ma bisogna nazionalizzare il sistema produttivo, cioè gestirlo con una visione d’insieme.

Queste sono le questioni di merito a cui chiamiamo ogni lavoratore avanzato preoccupato per il futuro della sua azienda, ogni lavoratore che ha la falce e martello nel cuore, ogni lavoratore scontento e deluso dalle false promesse di cambiamento, a discutere con noi. Sono le questioni di merito che fanno la differenza non solo tra la vittoria o la sconfitta in una vertenza ma riguardano la difesa dei nostri interessi, la conquista di nuovi diritti, la lotta per tirarci fuori dal marasma in cui giorno dopo giorno i padroni e i loro lacchè ci trascinano e per conquistare un futuro di civiltà e progresso.

Segreteria Federale Toscana del Partito dei CARC

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