Esprimiamo piena solidarietà agli operai, ai sindacalisti del SI Cobas e agli attivisti colpiti dalla repressione a Bologna, Modena, Desenzano, Napoli e nel resto d’Italia.
La borghesia imperialista ricorre a una repressione sempre più aperta e di massa anche perché non ha nessuna soluzione positiva per fare fronte all’aggravarsi della crisi del capitalismo. Infatti non solo non riesce più a governare la società con gli strumenti e nelle forme con cui ha governato fino ad adesso (in Sud America questo è sempre più evidente) ma anche le nostre condizioni di vita e di lavoro peggiorano. I padroni e i loro amici, dal Partito Democratico fino alla Questura, non hanno altro da offrici che questo sistema, il capitalismo, antistorico e parassitario: attaccano perché hanno paura della forza dell’organizzazione e dell’unione nella lotta dei lavoratori italiani, stranieri e delle organizzazioni popolari della città. Sanno che gli operai e le masse stanno alzando la testa e vogliono spaventarci e “tagliarci le gambe”!
Per questi motivi la lotta alla repressione è un aspetto della lotta di classe in corso e non può essere condotta solo sul piano della resistenza: bisogna concepirla come parte della più generale lotta per togliere ai padroni la direzione della società, altrimenti i loro Tribunali e i loro poliziotti continueranno ad attaccarci!
“Non un passo indietro” è una parola d’ordine giusta e che dà forza ma da sola non basta ed è quindi necessario porre la questione sul piano politico, sul piano del governo reale dei territori e del Paese. Facciamo di ogni attacco di padroni e poliziotti un’occasione per avanzare in questo, per costruire forza dal basso, unità d’azione e solidarietà di classe fra operai, lavoratori iscritti a qualunque sindacato o non iscritti e le organizzazioni popolari della città!
In un paese in cui attivisti politici e sociali vengono continuamente perseguitati (vedi Nicoletta Dosio che affronterà il carcere nonostante l’età, a dimostrazione della persecuzione di cui è oggetto lei e tutto il movimento NO TAV), in cui lavoratori che lottano per i diritti e il rispetto dei contratti vengono manganellati, arrestati e sottoposti a fogli di via, divieti di dimora (per “tagliare la testa all’organizzazione”) e costretti a pagare avvocati e spese legali, in cui i comitati per il diritto alla casa vengono trattati come “associazioni a delinquere” e subiscono montature poliziesche e giudiziarie (vedi il Comitato autonomo abitanti Barona, a Milano) solo l’organizzazione e coordinamento e il sostegno popolare possono impedire ciò!
L’esito del primo grado del processo farsa ad Aldo Milani dimostra che la miglior difesa è l’attacco! Fare di ogni attacco giudiziario un problema di ordine pubblico, violare in maniera organizzata le leggi ingiuste, creare la mobilitazione più ampia possibile e chiamare a schierarsi le personalità della società civile e le organizzazioni democratiche che hanno riempito, ad esempio, le piazze di Bologna in questi giorni. Questa è la nostra migliore garanzia di vittoria contro la persecuzione dei tribunali borghesi.
Il Partito dei CARC si impegna fin da subito a far circolare il comunicato – appello del SI Cobas del 14 novembre “Immunità penale per i padroni: carcere, processi e misure restrittive per chi lotta… Noi non arretriamo di un millimetro!” e invita a partecipare al presidio, davanti al Tribunale di Bologna, lunedì 18 ore 9 contro i divieti di dimora in città a 6 attivisti sindacali del sindacato!
Bologna è la città che ospita uno dei “corpi speciali” di macellai impiegati nel G8 di Genova nel 2001, il famigerato VII Reparto Mobile: il processo contro Vigilanza Democratica e contro Rosalba Romano parte proprio da un suo ex poliziotto e il 25 settembre 2019 la Corte di Appello di Milano ha confermato la condanna già emessa in Primo Grado il 30 marzo 2018: è una sentenza politica contro coloro che si attivano e si mobilitano contro la repressione, contro gli abusi in divisa, per la trasparenza nella catena di comando, per il codice identificativo delle forze dell’ordine, in sintesi per l’attuazione della Costituzione a partire dall’Articolo 52 e dall’Articolo 21. Estendiamo il sostegno economico e la solidarietà!
Toccano uno, toccano tutti!
Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori che devono organizzarsi per far valere la loro forza!
I padroni senza lavoratori non possono niente, i lavora tori organizzati senza padroni possono tutto e meglio!