[Colle Val d’Elsa] Saluto del (n)PCI alla presentazione di Storia dei CARC (Festa della Riscossa Popolare)

Trasmettiamo il saluto del (nuovo) Partito Comunista Italiano all’iniziativa di inaugurazione della sede della sezione di Siena – Val d’Elsa in occasione della quale si terrà la presentazione del libro “Storia dei CARC”. 

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16 novembre 2019

Saluto del (n)PCI in occasione della presentazione della Storia dei CARC (Festa della Riscossa Popolare)

Cari compagni,

ringrazio la compagna Elena Bocci che ha dato la possibilità a noi del (nuovo) Partito comunista italiano di parlare a questa riunione organizzata dal Partito dei CARC, che ci è fratello nella lotta per creare le condizioni necessarie a costituire il Governo di Blocco Popolare, una tappa della rivoluzione socialista di cui il (n)PCI è promotore.

Gettare oggi uno sguardo sul percorso compiuto nei quasi trent’anni dalla fondazione dei CARC serve a capire in maniera più feconda il ruolo che la nostra opera svolge nel corso delle cose. La decisione di costituire due partiti di comunisti organizzativamente divisi e autonomi, ma che condividono la concezione del mondo, il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) e l’analisi del corso delle cose, collaborano nel creare le condizioni per costituire il GBP e sviluppano un dibattito franco e aperto tra loro, è uno dei tratti originali e nuovi della rinascita del movimento comunista nel nostro paese. È una cosa senza precedenti nella storia del nostro e degli altri paesi imperialisti. Così come non ha precedenti la linea di costituire in governo di emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare. D’altra parte l’impresa che stiamo compiendo, instaurare il socialismo in un paese imperialista, è nuova: è l’opera lasciata incompiuta dai comunisti che sono venuti prima di noi. Intendiamoci: ogni singola parte del lavoro che noi facciamo, qualcuno l’ha già fatta in passato. Ma l’ha fatta slegata dalle altre parti, senza la sinergia e la concatenazione che unisce tutte le parti del lavoro con cui noi oggi facciamo avanzare la rivoluzione in corso nel nostro paese.

Per porre fine al catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista è necessaria una guerra popolare rivoluzionaria. Non bastano le lotte rivendicative e la partecipazione alla lotta politica borghese. È la lezione che abbiamo tirato dal bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria. Su questo tra i comunisti che operano nel nostro paese non solo non c’è accordo, ma prima di tutto scarseggia il confronto: quindi auguro che il vostro dibattito serva a promuoverlo. Proprio perché la rivoluzione è una guerra, per condurla i comunisti devono avere e attuare un piano di avvicinamento all’instaurazione del socialismo, un piano

– che parte dalla situazione attuale (di organizzazione e coscienza delle masse popolari, di rapporto di forze tra di esse e la borghesia imperialista, di livello raggiunto dalla rinascita del movimento comunista) e indica la successione di passi per creare un nuovo sistema di potere che crescendo scalza quello della borghesia,

– che orienta verso un obiettivo di potere, di governo, gli organismi che la resistenza delle masse popolari alla borghesia e l’intervento dei comunisti fanno sorgere nelle aziende capitaliste e pubbliche.

La linea della moltiplicazione e del rafforzamento delle organizzazioni operaie e popolari, del loro coordinamento fino a costituire un loro governo d’emergenza, linea che il Partito dei CARC condivide con il (n)PCI, risponde appunto a queste due finalità. Anche questo è frutto del bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria: neanche nel momento della loro massima forza il PCI indirizzò i Consigli di Fabbrica a prendere il potere, il massimo a cui arrivò fu di promettere per bocca di Berlinguer, a Torino nel 1980, “se voi occuperete Mirafiori, il PCI vi sosterrà”. Come alla fine della seconda Guerra Mondiale non aveva guidato a prendere il potere i Comitati di Liberazione Nazionale, come il PSI non aveva saputo approfittare del Biennio Rosso (1919-1920).

Il ruolo che il P.CARC svolge in questa guerra è molto importante. In particolare la vostra azione è preziosa: 1. per raccogliere, organizzare e mobilitare le migliaia di compagni che hanno la “falce e martello nel cuore”, che aspirano sinceramente al comunismo e che la crisi della sinistra borghese permette di legare e di aggregare rendendoli parte attiva e costruttiva della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, 2. per moltiplicare e rafforzare le organizzazioni operaie e popolari.

Voi fate leva sulla coscienza attuale, sul senso comune che la società mezzo borghese e mezzo clericale ha creato in ogni individuo. Lo usate per educare alla concezione comunista del mondo su scala più ampia, portando via via ogni persona al livello più alto a cui riesce ad arrivare. Con la vostra pratica prima ancora che con la vostra propaganda, voi fate una scuola di comunismo per voi stessi e per le persone che in qualche modo coinvolgete nel vostro lavoro, una scuola di comunismo indispensabile per instaurare il socialismo in un paese come il nostro. Per questo ogni aspetto della vostra pratica è importante. Per questo è importante che sempre più ognuno di voi lo conduca con la coscienza della sua importanza. Dell’importanza di fare bene, con spirito comunista, con alto senso di responsabilità e con orgoglio. Dell’influenza che esercitano le vostre parole e le vostre azioni, sul posto di lavoro e nelle relazioni della vita di ogni giorno. Degli effetti che hanno il vostro comportamento, la cura con cui fate le cose nei più minuti compiti organizzativi, la correttezza del vostro linguaggio, la puntualità dei vostri impegni, la sollecitudine per tutto quello che riguarda la vostra attività al servizio del popolo e il vostro stile di vita, modesto ma dignitoso, uno stile di dura lotta.

Noi lottiamo per instaurare il socialismo in un paese imperialista. La borghesia e il clero schiacciano la massa della popolazione, spingono nella miseria milioni di persone, le condannano a essere esuberi, precari, disperati. Ma nello stesso tempo ne corrompono una larga parte: con lo stile di vita, con gli spettacoli e le idee, abituando a non pensare con rigore e con scienza, a evadere dalla realtà nell’alcool, nelle droghe e nel mondo virtuale, allo sballo come rimedio a una vita senza senso. Dove non bastano più la religione con i suoi santi, arrivano il denaro e l’ossessione di avere denaro. Nella crisi attuale questo diventa una catena in più, una spinta maggiore ad abbrutirsi, a non partecipare alla lotta per instaurare il socialismo che invece è l’unica via che unisce e dà un senso e una prospettiva alla vita e che unisce l’uno all’altro gli uomini e le donne delle masse popolari in un compito comune che libera tutti, che trasformerà l’umanità attuale in quell’associazione internazionale di lavoratori in cui il libero dispiegamento delle doti di un individuo, sarà la condizione del libero dispiegamento delle doti di tutti gli individui: quell’associazione che sarà l’umanità del futuro, in cui ognuno farà la sua parte di lavoro ma nessuno sarà più schiavo del lavoro, in cui si lavorerà di meno perché tutti lavoreremo. La costituzione del Governo di Blocco Popolare è il primo passo che dobbiamo fare. Siate fieri, orgogliosi di questo lavoro. Così si costruisce la rivoluzione socialista. Siate coscienti in ogni momento dell’importanza storica di quello che fate. Anche quando siete stanchi, anche quando siete scoraggiati perché i risultati sono ancora scarsi, perché l’intesa tra i vostri stessi compagni è difficile, perché la partecipazione della massa della popolazione è scarsa. Voi, noi oggi siamo un’avanguardia, siamo i pionieri del nuovo mondo. Ogni grande impresa nuova si apre la strada tra mille difficoltà. Bisogna essere capaci di vedere quello che ancora non c’è ma che ci può essere, quello che domani sarà il nuovo mondo. Siamo i primi bagliori del futuro, nonostante i limiti che ancora abbiamo.

Il terreno è fertile e la stagione propizia per avanzare nella rivoluzione socialista.

È in questa prospettiva che a nome di tutti i membri del (nuovo) Partito comunista italiano auguro successo alla vostra iniziativa.

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (n)PCI.

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