Nicoletta Dosio, storico leader del Movimento No TAV, andrà in carcere, dopo aver rinunciato alle misure cautelari a seguito della condanna per una mobilitazione del 3 marzo 2012, che vide circa 300 compagni aprire un caselloautostradale in segno di protesta contro la Sitaf, società che si occupava dei lavori di preparazione del tunnel TAV.
“Dopo tre gradi di giudizio che ribadiscono la criminalizzazione del movimento – ha dichiarato Nicoletta in un presidio davanti al Tribunale di Torino – per me chiedere le misure alternative voleva dire chiedere scusa e adeguarsi al verdetto. Per quel che mi riguarda, noi abbiamo fatto il nostro preciso dovere che rivendico fino in fondo”. “Non ci sentiamo né eroi, né martiri, ma persone che difendono il loro diritto a vivere”.
La classe dominante prova a fermare il movimento NO TAV in tutti i modi da oltre 20 anni: arresti, denunce, pestaggi nei cortei, condanne penali e pecuniarie, fogli di via, militarizzazione della Val Susa. Nulla è riuscito a fermare finora un movimento dalle forti radici popolari, che ha saputo tenere insieme le instanze di un territorio e delle sue varie componenti a tal punto da impedire che per decenni si avanzasse nella costruzione di una opera speculativa come il Tunnel TAV. Questa è la forza che riesce ad esprimere un organismo che è deciso a vincere!
Gli “investitori” del TAV (affaristi, speculatori di borsa, aziende del cemento, ecc.) non possono rinunciarci e ad oggi devono legittimare un cantiere aperto da decenni – seppur fermo – per continuare a far soldi sui rinnovi delle concessioni, sui milioni che succhiano allo Stato Italiano per perizie e accomodamenti di ogni sorta, con l’aumento delle azioni e dei titoli in borsa che salgono per ogni governo che afferma che “il TAV si farà”. Al pari di come vengono colpiti gli attivisti No TAV, vengono prese misure anche contro chi denuncia gli abusi di polizia e delle forze dell’ordine, utilizzate dalla classe dominante per perseguitare le masse popolari, intimorirle alla lotta e alla mobilitazione: è il caso di Rosalba e della redazione di Vigilanza Democratica, condannata in secondo grado per aver denunciato gli abusi del VII Reparto Mobile di Bologna, e costretta a pagare svariate migliaia di euro. Ma tanto più la borghesia reprime, tanto più dimostra la sua debolezza: non potendo più far affidamento a concessioni e briciole da distribuire, nè tantomeno “controllare” la mobilitazione delle masse attraverso il teatrino elettorale (la crisi politica degli ultimi anni si aggrava ogni giorno di più!), la classe dominante può solo alimentare la diversione dalla realtà, l’intossicazione delle menti e la repressione, che si estende sempre di più, contando di tenere ancora per un pò a bada le
masse popolari. Ma decine sono le ribellioni che di continuo nascono, spontaneamente, dettate dall’avanzare della crisi: operai in lotta per il posto di lavoro, mobilitazioni contro le misure repressive, cortei, picchetti, scioperi, occupazioni sono all’ordine del giorno.
Bisogna approfittare della crescente crisi politica e dell’ingovernabilità crescente nel paese per rivoltare contro i mandanti le decine e decine di misure repressive che vengono adottate contro il movimento e le masse popolari in lotta: per ogni foglio di via, per ogni arresto, per ogni udienza, multa e condanna bisogna creare alla classe dominante un problema di ordine pubblico. Il Movimento NO TAV può e deve mettersi alla testa di una mobilitazione nazionale che vede la promozione di decine e decine di iniziative in tutto il paese, contro la repressione e di solidarietà reciproca con chi è colpito da misure repressive, di mutuo soccorso, di lotta comune con tutti coloro che oggi si mobilitano contro il degrado a cui la società e il paese sembrano destinati.
Avanti NO TAV!
Solidarietà a Nicoletta Dosio e a tutti i militanti NO TAV condannati!
Che si sviluppino 10, 100, 1000 iniziative di lotta e sostegno alla causa No TAV!