10, 100, 1000 Consigli di Fabbrica

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10, 100, 1000 CONSIGLI DI FABBRICA

– contro la chiusura, la delocalizzazione, il ridimensionamento (morte lenta) delle aziende e la loro vendita a gruppi multinazionali stranieri che le spolpano e poi le chiudono,

– contro l’eliminazione delle conquiste e dei diritti sindacali, politici e sociali strappati dai lavoratori quando il movimento comunista era forte in Italia e nel mondo,

– contro la privatizzazione della sanità, della scuola e degli altri servizi pubblici, le grandi opere speculative e la devastazione dell’ambiente, la persecuzione degli immigrati poveri, la repressione poliziesca e padronale,

– contro la sottomissione del nostro paese all’Unione Europea e alla NATO, le politiche di austerità per le masse popolari con la trappola del Debito, le “guerra umanitarie” per depredare i paesi oppressi, la corsa agli armamenti.

Ma una cosa è difendersi per limitare i danni: è la linea del “meno peggio” che apre le porte al peggio. Un’altra cosa è difendersi per preparare l’attacco!

10, 100, 1000 CONSIGLI DI FABBRICA

– per tenere aperte le aziende, riconvertire quelle che fanno produzioni inutili e dannose e aprirne di nuove per fare i lavori che servono, per estendere i servizi pubblici e gestirli in funzione delle esigenze delle masse: c’è un sacco di lavoro da fare per rimettere in sesto il nostro paese,

– per un nuovo protagonismo operaio e la democrazia partecipativa a tutti i livelli,

– per difendere e migliorare l’ambiente in cui viviamo,

– per un governo di emergenza popolare che nazionalizzi le aziende che i capitalisti vogliono chiudere, delocalizzare o smembrare, assegni a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso e inquadri in un piano economico nazionale le aziende capitaliste, le aziende pubbliche, le cooperative,

– per liberare il nostro paese da sfruttatori e oppressori e instaurare un nuovo sistema di relazioni sociali corrispondente alle esigenze delle masse popolari, democratico ed ecocompatibile, per il socialismo.

Dal Biennio Rosso del 1919-20 alla Resistenza antifascista del 1943-45, fino alle lotte degli anni ‘60 e ’70: anche se indebolita dal declino del movimento comunista, la classe operaia del nostro paese ha una lunga tradizione di lotta e di organizzazione! I Consigli di Fabbrica sono stati la spina dorsale della mobilitazione popolare con cui abbiamo strappato CCNL, Statuto dei Lavoratori, 150 ore, scuola e sanità pubbliche, case popolari e tutte le altre conquiste di civiltà e benessere. Ma abbiamo visto che non basta mettere dei “paletti” allo sfruttamento dei padroni: alla lunga profitti dei padroni e condizioni di vita dignitose per le masse non stanno assieme! Quindi questa volta dobbiamo andare fino in fondo! Dobbiamo togliere la direzione delle aziende e del nostro paese dalle mani di chi si arricchisce e considera normale arricchirsi sacrificando e calpestando il benessere, la salute, la sopravvivenza dei lavoratori: i grandi industriali, i pescecani della finanza, gli speculatori, gli alti funzionari, i banchieri, gli alti prelati, i ricchi e tutti i loro servi e sostenitori.
Il primo passo in questa direzione è costituire un governo che è deciso e ha la forza di rompere le catene dell’UE e della NATO e la cappa del Vaticano, di attuare le parti progressiste della Costituzione del 1948 e di collaborare con i governi dei paesi in lotta contro la comunità internazionale dei guerrafondai e degli speculatori.

La forza dei padroni, del Vaticano, degli imperialisti UE, USA e sionisti sta solo nella rassegnazione, nella demoralizzazione, nello sbandamento, nella confusione che riescono a diffondere tra i lavoratori.

Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori che devono organizzarsi per far valere la loro forza!

I padroni senza lavoratori non possono niente, i lavoratori organizzati senza padroni possono tutto e meglio!

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Le organizzazioni degli operai sono la premessa, la base: per difendere lavoro e diritti, per costituire un governo di emergenza popolare che rimedi da subito almeno agli effetti peggiori della crisi, per instaurare il socialismo.
Non importa in quanti si è all’inizio in una fabbrica. Non importa quante sono le fabbriche in cui si inizia. Altri seguiranno, perché ogni attacco dei padroni dimostrerà che chi ha iniziato ha ragione.
Il Partito dei CARC sostiene e organizza ogni operaio che si mette su questa strada, che decide di prendere in mano il proprio futuro!

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