Il punto sulla crisi politica italiana – Il governo Conte 2 come il carrozzone dei governi Prodi.

La Lega di Salvini promette di rompere con l’UE, ma finisce nelle braccia di Berlusconi.

 

Il grado di sottomissione del governo Conte 2 alle istituzioni e autorità della UE è ben evidente dalla Legge di Bilancio per il 2020 presentato a metà ottobre che sarà discussa fino alla fine dell’anno, poiché entro il 31 dicembre deve essere approvata. Non è neppure accennata una “contrattazione” del deficit, che invece costò molte pressioni e minacce al governo M5S-Lega (alla fine si accontentò del 2,04% pur avendo annunciato il 2,4%) e con lo spauracchio dell’aumento dell’IVA, il grosso delle uscite è incentrato sul tentativo di evitare l’abrogazione o la riduzione del Reddito di Cittadinanza e di Quota 100. Va considerato che sono probabili emendamenti e su Quota 100 Renzi è già partito alla carica per abrogarla.
Per quanto riguarda le entrate, il grosso è invece basato sull’aumento di vecchie tasse, l’introduzione di nuove e sulla lotta all’evasione fiscale.

Chiacchiere! I grandi evasori saranno sempre tutelati e protetti poiché appartengono alla classe dominante! Ogni discorso sulla lotta all’evasione sarà necessariamente tradotto in persecuzione contro gli artigiani, i piccoli commercianti, le piccole aziende familiari, le partite IVA, ecc.

A parole sarà “contro i grandi evasori”, in realtà sarà, come al solito, contro le masse popolari: partite IVA, lavoratori e piccoli commercianti. Nel “pacchetto anti-evasione” è prevista la riduzione del limite per i pagamenti in contanti (da 3000 a 2000 euro), l’introduzione di inasprimenti delle pene per gli evasori fiscali, la progressiva obbligatorietà del pagamento elettronico. Altri dettagli più o meno influenti sono oggetto di litigi e accordi sottobanco fra i partiti di governo, non senza polemiche e schermaglie. Il M5S protesta perché sostiene che la Legge di bilancio è troppo simile a quelle fatte dai governi delle Larghe Intese mentre Conte, che si sta sempre più avvicinando al PD, alle Larghe Intese e allontanando dal M5S, minaccia di cacciare dalla maggioranza chi non si allinea. Renzi rilancia “a destra” denunciando che la Legge di Bilancio è diventata “la manovra delle tasse”. È il solito teatrino per mascherare la poca sostanza, come all’epoca dei governi Prodi.
Il governo Conte 2 è più sottomesso del governo Conte 1 al Vaticano e ai gruppi imperialisti UE, USA e sionisti e ha meno strumenti, possibilità e volontà politica di rompere con il programma di lacrime e sangue della borghesia imperialista e di attuare alcune delle misure necessarie a fronteggiare la situazione di emergenza in cui versa il paese, a partire dal fermare lo smantellamento dell’apparato produttivo.
Questa è la base materiale che consente a Salvini e alla Lega di presentarsi come “i salvatori della Patria”, pur riunendosi ai vecchi arnesi del centro-destra, fra cui Berlusconi, colonna delle Larghe Intese insieme al PD.
Il risultato delle elezioni regionali in Umbria mostra bene la situazione: la vittoria della candidata della Lega è una lezione di realismo per coloro che confidavano nel governo Conte 2 e nell’alleanza fra M5S e PD; è una sonora legnata per Di Maio e Grillo e vedremo se saranno in grado di trarne insegnamenti.
Sul palco della manifestazione nazionale della Lega del 19 ottobre a Roma, Salvini, Meloni e Berlusconi hanno ribadito la richiesta di elezioni anticipate. Ma elezioni subito o meno, per le masse popolari non cambia nulla: ogni promessa elettorale è solo demagogia se non è accompagnata dalla promozione della mobilitazione delle masse popolari organizzate per attuarla.

Salvini vuole le elezioni subito perché pensa di prendere più voti. Ha in effetti preso un po’ di voti perché ha alzato la voce nella denuncia contro l’UE e nella persecuzione degli immigrati (dove ha più detto che fatto: non ha fatto nulla contro le cause dell’immigrazione, ha solo perseguitato le ONG). Quanto più Salvini si legherà a Berlusconi, tanto meno si distinguerà come forza anti-Larghe Intese. La Lega cadrà, prima o dopo, come oggi cade il M5S al carro del PD poiché alla prova dei fatti si limita a denunciare l’asservimento del governo PD-M5S all’UE, ma amministra importanti regioni (Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli V.G.) e città, senza spingere alla mobilitazione gli elettori e gli attivisti affinché gli amministratori leghisti usino i poteri di cui dispongono per prendere iniziative di rottura con l’asservimento all’UE, al governo centrale e alle multinazionali (vedi i casi Pernigotti, Whirlpool, Electrolux, ecc.) che speculano sulle aziende italiane.

L’operazione di riportare il paese al regime delle Larghe Intese è impervia: le masse popolari non sono più disposte ad accettare il programma criminale della borghesia e l’operazione di riportare il paese alle Larghe Intese risulta sempre più complessa. Questa è la base solida su cui poggia la lotta per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

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