Operai metalmeccanici!
Il vostro settore è ancora il cuore pulsante, la spina dorsale, di un paese che vuole conquistare la sua sovranità, la sua dignità, la sua indipendenza. La lotta per il vostro contratto nazionale non può essere slegata da quella per il mantenimento della produzione nel nostro paese.
FIM–FIOM–UILM hanno presentato la loro piattaforma, il sindacato di base USB ne propone un’altra alzando l’asticella delle rivendicazioni.
È giusto rivendicare e mobilitarsi per riguadagnare parte di quello che vi è stato tolto da almeno trent’anni a questa parte con continui passi indietro sul fronte dei salari che non reggono all’aumento dei prezzi, degli orari e dei contratti sempre più deregolamentati, della sicurezza e di tutte le altre condizioni di lavoro che via via peggiorano.
Sappiamo quello che pensano tanti di voi, perché è vero: nella situazione odierna, come può essere efficace una lotta per il rinnovo del contratto senza affrontare il problema dello smantellamento in atto di interi settori produttivi?
Questo è il fronte principale su cui dare battaglia in ogni ambito! Negli scioperi come nelle assemblee, da quelle di fabbrica a quella nazionale dei metalmeccanici indetta per il prossimo 20 novembre a Roma da CGIL, CISL e UIL.
Su questo fronte fondamentale, va unita la vostra lotta a quella dei metalmeccanici del gruppo CNHI/FCA che lottano per tenere aperte le aziende che gli Agnelli-Elkann vogliono chiudere e ridimensionare. La loro lotta è la vostra!
Il contratto imposto a loro, che sono fuori da Confindustria, fa da modello negativo che poi viene imposto a voi. La vostra lotta è la loro!
Come si può separare la lotta per il salario, per gli orari e per la sicurezza dalla necessità di una vertenza nazionale che unisca e mobiliti tutti i lavoratori del gruppo CNHI/FCA con tutto l’indotto annesso? Come si fa a portare a fondo questa lotta senza arrivare a Whirpool, a tutto il settore siderurgico (ILVA, Lucchini ecc.), a Mercatone Uno e a tutta la grande distribuzione fino ad Alitalia? In definitiva, come si fa a ignorare la questione della difesa dell’apparato produttivo nazionale dallo smantellamento?
Si impone nei fatti la questione della direzione del paese! La lotta contrattuale è necessariamente parte di una lotta più generale e non rimandabile sul futuro delle vostre aziende.
Questo autunno deve diventare rovente attraverso una mobilitazione ampia e capillare: usate le rivendicazioni sindacali per organizzarvi e consolidate l’organizzazione combinando le rivendicazioni del contratto con la parola d’ordine della difesa del vostro lavoro e della capacità produttiva del paese.
Voi siete i produttori della ricchezza del paese, la classe operaia produce quello che serve per mantenere in vita ogni aspetto della nostra società! Questo ruolo vi dà la responsabilità e la possibilità di essere in prima linea nella lotta per liberarci dalle grinfie del capitale in crisi e degli speculatori che stanno depredando il nostro paese.
Siate coscienti della vostra importanza, della vostra forza e fatela valere!
Organizzatevi in ogni azienda, coordinatevi con gli operai delle altre aziende metalmeccaniche e degli altri settori, con gli studenti, con i disoccupati.
Rifiutatevi di contrattare condizioni sempre più miserabili che alla fine rendono irrealizzabili anche le rivendicazioni più avanzate.
Rompete gli schemi: manteniamo aperte le aziende, impediamo lo smantellamento della produzione!