Lo scorso 19 ottobre le sezioni del P.CARC di Pisa e Cecina hanno organizzato una passeggiata di controllo popolare intorno alla base militare di Camp Darby a Pisa: il più grande arsenale USA fuori dagli Stati Uniti.
La presenza della base di Camp Darby è uno dei segni innegabili della militarizzazione del territorio da parte di una potenza straniera che oltre a violare apertamente l’Articolo 11 della Costituzione, compromette la sicurezza e la salute delle masse popolari (ad esempio, la ferrovia della base adibita al passaggio di materiale bellico, come armi ed esplosivi, passa solo a pochi metri di distanza dalle abitazioni!). Inoltre è in corso di attuazione un progetto di ampliamento e potenziamento della base che prevede il taglio di circa mille alberi del Parco Regionale di San Rossore fra Pisa e Livorno, la realizzazione di una nuova via ferroviaria e il rinnovamento del canale dei Navicelli per rendere ancora più agevole il trasporto di munizioni, armi e carri armati dall’interno e dall’esterno della base americana. Oltre a questo, se i lavori giungeranno al termine, il vicino Porto di Livorno diventerà il più grande polo di stoccaggio e smistamento del materiale bellico USA di tutta Europa (dal marzo 2017 almeno tre navi della Liberty effettuano collegamenti frequenti con il porto di Livorno, destinazione Mar Rosso, presumibilmente per essere utilizzate nelle varie guerre medio-orientali).
Prima dell’iniziativa abbiamo organizzato vari volantinaggi sui territori della costa (Pisa, Cecina, alla Piaggio di Pontedera) per informare e invitare a partecipare.
Questo è il contesto nel quale i compagni hanno organizzato l’ispezione, dopo le prime due camminate degli scorsi 25 aprile e 2 giugno, sia per toccare con mano in cosa consistono i lavori di potenziamento della base, sia per alimentare un processo di controllo dal basso delle manovre della borghesia imperialista.
Hanno partecipato 10 compagni, sia del P.CARC che di altre organizzazioni e comitati popolari.
Le passeggiate continueranno e cogliamo l’occasione dalle pagine del nostro giornale per invitare a organizzarne di altre in altri territori, per mettere mano al degrado che ci circonda e prendere in mano le sorti del nostro paese.