La SANAC di Massa è un’azienda che produce refrattari per l’industria siderurgica, avviata alla morte lenta per la speculazione da parte di multinazionali straniere sul comparto siderurgico italiano: un processo che negli ultimi mesi procede più speditamente. È una delle ultime aziende rimaste sul territorio apuano dopo le grandi ristrutturazioni degli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso che hanno drasticamente ridimensionato una grande zona industriale e cancellato decine di migliaia di posti di lavoro. Oggi gli operai SANAC sono in lotta contro un destino che sembra già scritto: ma non perché non c’è più bisogno del prodotto del loro lavoro, quanto perché la produzione di merci, di qualunque natura, è sottomessa alla speculazione, l’apparato produttivo del paese è svenduto a multinazionali straniere e i posti di lavoro vengono cancellati con un colpo di spugna.
Agli operai della SANAC in mobilitazione il Comitato “Aurora” del (nuovo)PCI ha indirizzato a inizio ottobre una lettera. Ne pubblichiamo stralci estremamente utili non solo a loro, ma a tutti gli operai e lavoratori avanzati, da una parte costretti dalle necessità oggettive a organizzarsi per difendere posto di lavoro e diritti e dall’altra sfiduciati rispetto alla possibilità di riuscirvi.
“Operai della Sanac,
Siete protagonisti dell’azione politica nella vostra città. I padroni vi tengono in sospeso, i politici si spendono in promesse che mai mantengono e se le fanno è per pressione vostra. Non è forse sempre più chiaro che se qualcosa si muove in questa società è perché gli operai si muovono? Quanti sono gli esempi che mostrano che gli operai in lotta costringono a muoversi sindacati, partiti e padroni? A Massa avete visto in azione gli operai della Rational: la loro lotta contro la chiusura della fabbrica è diventata il centro dell’attività politica in città, ha avuto risonanza in tutto il paese e solidarietà dalle più importanti fabbriche della Toscana e oltre. (…)
Gli operai ottengono ciò che vogliono, e ciò che è giusto per tutti, quando si mostrano padroni della fabbrica e della città, come quando occupano le vie di comunicazione. Avete occupato la statale Aurelia ed ecco che Arcelor-Mittal ha subito dichiarato che proroga l’offerta di acquisizione dell’azienda fino al prossimo dicembre. Vedete come l’orecchio del padrone sente gli operai in lotta anche a mille chilometri di distanza. L’occupazione della fabbrica e del territorio è messaggio che arriva subito, perché mette paura: è segno del potere della classe operaia, il potere che porta alla società dove la classe operaia sarà dirigente, la società socialista. Arriva subito, mentre quando si mette in mano il messaggio ad altri, ai sindacati o ai politici locali perché lo portino a Roma, al MiSE, perché il MiSE lo porti ai padroni o arriva fuori tempo massimo o non arriva, e anche di questo non mancano esempi. (…) Quale ragione c’è del vostro essere deboli se non il fatto che vi sentite tali? Vi sentite così perché sono tutti a cercare di convincervi che per la vostra salvezza vi dovete affidare a questo e a quello e a presentarvi come gran cosa il fatto che il padrone vi farà la grazia di prestarvi attenzione quando lo riterrà opportuno. Quando invece vi ergete in tutta la vostra fierezza, ecco che tutti vengono da voi come si va a corte e fanno a gara a chi più si fa vostro paladino con la lingua e con la spada, come il tipo di Fratelli d’Italia, il consigliere comunale di Massa, Amorese. Il primo ottobre dice: “Io se fossi un operaio Sanac oggi non ignorerei l’ipotesi, a un certo punto, di arrivare a occupare la fabbrica. Se questo dovesse succedere io credo che tutti noi dovremmo dormire la prima notte dentro la fabbrica.” Ecco un’altra dimostrazione della forza della classe operaia, che a uno di un partito di destra, e che si richiama al fascismo in molti modi e occasioni, strappa le parole “occupazione della fabbrica” e “mi impegno a dormirci anch’io”.
Questa però, dalla destra estrema fino alla estrema sinistra, è tutta gente che fa marcia indietro veloce come la luce, Il Fratello d’Italia “fa ipotesi”, dice che si parte a “un certo punto” (quale?) e che se la cosa si fa, lui “crede” che ci sarà. Parole e impegni dei politici valgono zero e lo insegna Matteo Renzi, quello che cambia linea a seconda di quale mangiatoia trova, così come valgono zero parole e impegni dei padroni, come i Bekaert che chiudono una fabbrica per la quale un mese prima si erano impegnati a presentare un piano industriale, come valgono zero parole e impegni di sindacalisti e politici che dicono di averci provato a difendervi e che se ora siete sul lastrico piangono assai ma non è loro la colpa, dicono.
Scrollatevi di dosso tutto questo. Organizzatevi subito come nucleo a difesa della fabbrica e della produzione. (…) Organizzate presidio permanente alla fabbrica e per l’occupazione. Chiamatela “tenda per il lavoro” o come volete, ma che diventi punto di riferimento per voi e per gli operai della ex Pignone che sono lì di fronte a voi. Vedrete come diventerà punto di riferimento per tutti i cittadini e comitati che vogliono invertire, e cioè dirigere per il verso giusto, il corso delle cose. Diventerà punto di riferimento per la costruzione di un’amministrazione d’emergenza del territorio perché l’emergenza a Massa è trovare un lavoro utile e dignitoso per tutti, e non ciò di cui fantastica il cervellino del Benedetti, il fascistoide che presiede il Consiglio comunale con quei due o tre chierichetti stupidi che gli stanno attorno. Vedrete così come le cose al MiSE andranno meglio, e magari sarà il MiSE a venire da voi, come fece Di Maio. Sarete così un esempio per l’Italia intera, per le altre centosessanta vertenze, e tutti accorreranno da voi. Quello che intraprenderete sarà un cammino difficile, ma difficile era anche la strada per la montagna dei partigiani. Strada difficile, ma meglio che la “nessuna strada” di chi sta ad aspettare decisioni altrui, e cammino con il (nuovo)Partito comunista al vostro fianco, che è con voi fino alla vittoria”.