Il socialismo è il nostro futuro.
Costruirlo qui e ora è il compito dei comunisti
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Nella fase terminale della sua crisi, il capitalismo produce solo sfruttamento, guerre e distruzione materiale e morale in misura crescente. Nei paesi imperialisti come l’Italia la classe dominante conduce una guerra di sterminio non dichiarata contro gli operai e le masse popolari (il Vaticano benedice di continuo i morti sul lavoro, quelli per malattie curabili, quelli per i disastri “ambientali e naturali” causati da speculazioni e incuria). Per impedire la ribellione delle masse popolari al suo ordine economico e sociale, la borghesia alimenta il razzismo e la guarra fra poveri, limita le libertà politiche e sociali, ricorre a una dispiegata repressione poliziesca e giudiziaria.
La borghesia non ha alcuna soluzione per arginare la crisi economica e non ha alcuna prospettiva positiva da offrire alle masse popolari, può solo continuare a creare degrado economico e sociale e distruggere il Pianeta. E’ possibile, necessario e urgente fermare il corso disastroso delle cose. L’unica alternativa positiva e realistica è la costruzione di un nuovo potere, il potere degli operai e delle masse popolari, il socialismo.
Nella storia del nostro paese, in varie fasi la lotta per l’instaurazione del socialismo ha raggiunto livelli importanti: nel Biennio Rosso (in una situazione di mobilitazione insurrezionale in cui centinaia di migliaia di operai gridavano “Fare come la Russia!” e occupavano le fabbriche); sotto il fascismo (con la vittoria della Resistenza la classe operaia italiana raggiunse il punto più alto nella sua lotta per la conquista del potere), nel ciclo di lotte aperto dall’Autunno Caldo nel 1969 (conclusosi perché stante il livello raggiunto dalle lotte rivendicative, lo sviluppo ulteriore di quella mobilitazione poteva avvenire solo come lotta per il socialismo).
I motivi per cui il socialismo non è stato instaurato, nonostante la combattività e la generosità della classe operaia e delle masse popolari, risiedono nei limiti del movimento comunista, nel fatto che i comunisti non si dotarono di un partito adeguato ai compiti della fase, guidato da una strategia per fare la rivoluzione socialista e che si desse i mezzi per perseguirla.
L’incapacità rivoluzionaria dei partiti come il vecchio PCI diretto dai revisionisti moderni, Togliatti prima e Berlinguer poi ha persino disperso quel patrimonio di organizzazione, combattività, entusiasmo e fiducia nel futuro che la Rivoluzione d’Ottobre, la costituzione dei primi paesi socialisti, la vittoria della Resistenza sul nazifascismo e le lotte antimperialiste in tutto il mondo avevano suscitato fra gli operai e le masse popolari del nostro paese. Esemplare ciò che Berlinguer disse nel 1980, l’epoca dei Consigli di Fabbrica, agli operai di Torino: “se voi occupate Mirafiori, il PCI vi appoggerà”… cioè avrebbe fatto una mozione di sostegno in Parlamento e indetto, forse, anche qualche manifestazione. Sappiamo come è andata a finire!
Senza l’appoggio di “quelli che hanno i soldi” nessuno può governare un paese in cui le aziende che producono beni e servizi sono proprietà dei capitalisti. Per quanti voti raccolgano e per vasto che sia il consenso popolare di cui godono, quali che siano le promesse che hanno fatto e che fanno, gli ideali che promuovono e i valori a cui si ispirano, tutti sono costretti a governare il paese in conformità degli interessi dei capitalisti: questa è la dittatura della borghesia. La sola via d’uscita dal pantano in cui la borghesia affonda ogni giorno un po’ più le masse popolari è la lotta per instaurare il socialismo. Guidare, qui e ora, gli operai e le masse popolari a farlo è il compito dei comunisti.
Comunisti, Alla riscossa!
Superiamo la sfiducia creata dall’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria e dall’opera dei revisionisti e della sinistra borghese! Ogni comunista e ogni gruppo organizzato di comunisti può – quindi deve:
– sostenere in ogni azienda gli operai avanzati e in ogni zona e contesto gli esponenti avanzati delle masse popolari che in qualche modo, in un campo o nell’altro, resistono all’uno o all’altro aspetto del catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista;
– aiutare ogni gruppo di lavoratori, di giovani e di elementi delle masse popolari a occuparsi con più forza ed efficacia della sua lotta particolare;
– spingere ogni gruppo e ogni organismo ad andare oltre il suo caso particolare e legarsi agli altri gruppi che anch’essi nel loro particolare resistono e, assieme, creare la spinta dal basso necessaria a costituire un proprio governo d’emergenza che farà fronte al sabotaggio, al boicottaggio, alle sanzioni e all’aggressione della comunità internazionale dei gruppi imperialisti fino a instaurare il socialismo.
Cos’è il socialismo?
1. il governo del paese (il potere politico) nelle mani delle masse popolari organizzate aggregate intorno al partito comunista e guidato dall’obiettivo della transizione dal capitalismo al comunismo;
2. la gestione pianificata pubblica delle aziende che producono beni e servizi, che devono soddisfare i bisogni individuali e collettivi della popolazione,
3. la promozione, con tutti i mezzi del potere sociale, della crescente partecipazione della popolazione, in particolare delle classi che la borghesia esclude, alle attività specificamente umane (gestione delle attività politiche e sociali del paese, cultura, sport, ecc.).
Il primo atto dell’instaurazione del socialismo è semplicemente la conquista del potere.