Rilanciamo la lettera inviataci da Federica, un’attivista del Movimento 5 Stelle delusa dallo sviluppo che il suo movimento politico sta avendo, in particolare rispetto ai governi con la Lega e con il PD. Quanto scrive Federica è espressione di idee e opinioni molto diffuse all’interno del Movimento 5 Stelle, motivo per cui abbiamo deciso di pubblicarla. In questo senso quanto rispondiamo a Federica è valido per tutti gli attivisti e le attiviste del Movimento 5 Stelle che si chiedono cosa fare ora, come tornare a spingere sui valori per cui avevano cominciato questa esperienza e soprattutto qual è la prospettiva più seria e di prospettiva su cui mobilitarsi. A seguire la nostra risposta a Federica e ancora a seguire la lettera che ci aveva inviato. Buona lettura.
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Cara Federica,
innanzitutto ti ringraziamo per la stima e l’affetto che esprimi verso quest’Agenzia Stampa e il Partito che la promuove, il Partito dei CARC. È una lettera preziosa perché sintetizza bene l’umore e le idee che tanti attivisti del Movimento 5 Stelle, come te, stanno esternando.
Tu dici, giustamente, che quello che ti ha avvicinato al Movimento 5 Stelle è stata la voglia di cambiare il paese e tirarlo fuori dal pantano. Il Movimento 5 Stelle è stato in questi anni, effettivamente, una spinta, un moto di riscossa di cui il paese era gravido e che ha trovato espressione nel blog di Grillo, nei Vaffaday, i meetup e tutto il percorso che illustri.
Il Movimento 5 Stelle, in questo senso, non è il movimento di Grillo, di Casaleggio, Di Maio o Di Battista. Il Movimento 5 Stelle è stata una forma organizzata attraverso cui si è espressa la resistenza spontanea delle masse popolari al procedere della crisi. Questo il motivo per cui il Partito dei CARC ha seguito e sostenuto questo percorso, pur criticandone i limiti, non cadendo nella concezione borghese della politica che riduce tutto ai singoli individui (Grillo, Casaleggio, ecc.) o alla sterile lotta tra idee slegate dalla pratica (“è di destra”, “è di sinistra”, “è populista”, “è sovranista”, ecc.) ma decidendo di stare là dove le masse popolari si organizzano e dove la loro resistenza alla crisi si esprime.
Il Movimento 5 Stelle è il prodotto della mobilitazione delle masse popolari sfinite da decenni di governi delle larghe intese (PD e FI e loro gregari), è la lotta contro le grandi opere, contro la precarietà, contro l’inquinamento e per la dignità dei cittadini. Si tratta di un movimento pratico che cerca e in qualche modo propone l’adozione di misure concrete per fare fronte agli effetti più gravi della crisi. A questo movimento tu e tanti altri avete aderito. I tuoi propositi e le tue speranze sono quanto di più sano abbiamo oggi nel nostro paese, sono un patrimonio che dobbiamo custodire, tutelare e fomentare.
Nella tua lettera hai illustrato bene, però, come il Movimento che doveva aprire il parlamento come una scatoletta di tonno si è poi fatto risucchiare dalla democrazia parlamentare borghese perdendo via via il contatto con tante delle realtà popolari organizzate al fianco delle quali era cresciuto e si era caratterizzato (meetup, NO TAV, NO TAP, ecc.). Il distacco da queste realtà è senza dubbio uno degli effetti più gravi della prima esperienza di governo del M5S ed è stato generato proprio dall’illusione che il mondo si possa cambiare dall’alto, per decreto, nel parlamento. Lo sviluppo recente della storia del M5S mostra bene che questa non solo è un’illusione ma è una concezione nociva per le masse popolari.
Hai perfettamente ragione quando dici che il paese non si cambia con le elezioni e che a salvare i territori dallo sfruttamento, l’inquinamento, la chiusura delle aziende e tutti gli altri problemi che attanagliano la vita dei lavoratori, dei precari e dei giovani del nostro paese saranno i movimenti popolari che si organizzano sui territori (fai l’esempio del NO TAV). Posto questo importante ragionamento, però, il pezzo che serve mettere a questo punto è: quale governo serve al nostro paese? Noi, come sai, rispondiamo che questo governo è il Governo di Blocco Popolare. Tu giustamente, chiedi, come funziona?
Il Governo di Blocco Popolare si poggia innanzitutto sull’organizzazione degli operai, dei lavoratori, dei disoccupati, degli studenti e delle masse popolari tutte. Per organizzazione si intende unirsi in comitati, collettivi e consigli all’interno di ogni azienda, scuola o quartiere a partire dalle più svariate battaglie e vertenze (questo movimento di resistenza agli effetti della crisi del capitalismo è oggettivo ed esiste nei comitati, associazioni, reti che lottano contro la chiusura di aziende, per la salvaguardia dell’ambiente, per la salute e la scuola pubbliche, ecc.). L’aspetto decisivo è quello di non limitarsi alle rivendicazioni ma cominciare ad agire sin da subito come autorità alternative a quelle ufficiali, a governare dal basso i territori (applicando direttamente tutto quello che si può fare direttamente e imponendo l’attuazione alle autorità ufficiali di quello che non si può fare direttamente). Tanto più si impone la nuova governabilità dal basso tanto più le aziende, le scuole e i territori diventano ingovernabili per le autorità ufficiali (guarda cosa succede in Val Susa con il Movimento NO TAV o a Napoli con il Comitato Vele di Scampia).
Tale nuova governabilità aumenta tanto più le nuove autorità cominceranno a coordinarsi tra loro, a darsi sostegno e solidarietà, promuoveranno l’emulazione e la crescita di altri organismi popolari in altre aziende, scuole e quartieri del paese. Via via dalla direzione popolare di singole aziende, scuole e quartieri la nuova governabilità assumerà una forma sempre più ampia, seppur si svilupperà a macchia di leopardo. Crescerà l’ingovernabilità per lo stato centrale e aumenterà la tendenza pratica delle masse popolari organizzate a dirigere loro stesse il paese.
Il Governo di Blocco Popolare è lo sbocco di questa nuova governabilità dal basso, l’unico sbocco che le nuove autorità pubbliche coordinate tra loro possono darsi per portare fino in fondo la battaglia per l’attuazione di misure urgenti per fare fronte alla crisi. È decisivo che le organizzazioni operaie e popolari lavorino sempre più apertamente in questa prospettiva fino a imporre il Governo di Blocco Popolare, composto da esponenti politici, sindacali e intellettuali che si fanno attuatori, grazie al sostegno e all’azione della rete di organismi operai e popolari, di un programma di misure di emergenza (le sette misure) che servono per invertire realmente il corso disastroso delle cose. Come vedi per instaurare un tale governo l’aspetto decisivo non sono le elezioni, è illusorio pensare che un simile governo potrà essere formato seguendo regole e prassi che i partiti delle larghe intese per anni hanno calpestato e aggirato (quelle regole e prassi che hanno alimentato la deriva che indichi nel M5S).
Dalla nostra parte abbiamo il fatto che di fronte al precipitare della crisi politica, se messi di fronte al fatto che nessun governo loro emanazione riesce a governare il paese, le classi dominanti sono costrette a ingoiare qualsiasi governo che per il momento li tiri d’impiccio, secondo la filosofia “cambiare qualcosa per non cambiare nulla”. Accettano qualsiasi governo con cui contano di poter “trescare” o di riuscire a boicottare e sabotare (vedi i governi M5S-Lega prima o M5S-PD ora). Non sarà quindi diverso per il Governo di Blocco Popolare, che non potrà fare, però, la fine di governi come quello M5S-Lega perché a differenza di questi governi si darà i mezzi e la forza per imporre le misure che servono alle masse popolari: mezzi e forza sono le nuove autorità pubbliche, la nuova governabilità diffusa nel paese e il fatto di essere composto da uomini e donne autorevoli di fiducia per le masse popolari.
Tutto questo, cara Federica, significa per te oggi delle cose precise:
- spingi perché i meetup, si riattivino e prendano ad agire da nuove autorità dei territori in cui sono organizzati riprendendo il ruolo di centri di promozione dell’organizzazione e della mobilitazione delle masse popolari. Promuovi diffusioni davanti alle fabbriche, alle scuole agli ospedali con l’obiettivo di spingere alla partecipazione, all’organizzazione e alla contesa del governo nei territori. Il paese non lo cambia Di Maio o Zingaretti, lo cambieranno le masse popolari che si organizzano;
- promuovi la costituzione di una rete stabile di meetup che agiscono in questa direzione e che mettono al centro i valori della partecipazione, del protagonismo e della decisione dal basso, che sostengono le vertenze e lotte degli operai che lottano contro la chiusura e smantellamento di aziende, ospedali, ecc. Decidere dal basso significa anche e soprattutto fare delle cose o imporre alle autorità che quelle cose vengano fatte. Tanto più un obiettivo diventa comune tanto più la possibilità di raggiungerlo sarà superiore;
- mettete alla prova sin da subito tutti gli eletti del Movimento 5 Stelle con cui siete in contatto. Fategli prendere posizione rispetto a vertenze, battaglie, fateli schierare contro la repressione di chi lotta, si assumano la responsabilità di promuovere e proporre misure di rottura con l’UE, la NATO, il Vaticano, la Mafia e il resto dei poteri forti.
Voi attivisti del Movimento 5 Stelle avete scritto un pezzo di storia del nostro paese, potete ancora farlo unendovi con più forza al diffuso movimento popolare che si organizza in vari campi e settori. Non date per persa una battaglia che abbiamo appena cominciato. Radunate le migliori forze, rialzate la testa e riprendete il cammino con un insegnamento in più: non si può distruggere il nemico stando alle sue regole, alle sue prassi e ai suoi ricatti. Siamo a tua completa disposizione per ulteriori confronti.
“la Staffetta Rossa”
Agenzia Stampa del Partito di CARC
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Cari compagni dell’agenzia stampa “staffetta rossa”,
vi leggo oramai da qualche anno e seguo il vostro Partito dal 2013, da quando avete dato indicazioni di voto al M5S. Sono da sempre una comunista. La mia famiglia mi ha cresciuta con quei valori e nel 2013, all’età di 40 anni, mi sono ritrovata a credere nel progetto del Movimento 5 Stelle. Vedevo nel Movimento la voglia sana di cambiare le cose nel nostro paese e la risposta per milioni di persone che come me era schifata dalla retorica della sinistra che nei primi anni 2000 avevamo messo alla prova e…alla prova dei fatti Bertinotti, Ferrero e “compagnia cantante” ci hanno traditi.
Nel progetto del Movimento mi interessava la spinta e la partecipazione dal basso, nei meetup, la voglia di contare qualcosa da parte di persone che come me ogni giorno lavora per vivere, lavora per pagare le bollette, lavora per fare la spesa, lavora, lavora e lavora.
Dal 2013 fino al 2018 abbiamo combattuto cercando di tenere insieme la partecipazione attiva nei territori con l’irruzione in Parlamento. Rivedendo questo percorso mi rendo conto però che ogni volta che ci siamo ritrovati alle politiche nazionali con percentuali da “capogiro” abbiamo confuso la partecipazione quotidiana degli attivisti con i milioni di voti che abbiamo ricevuto.
Oggi che trovo il Movimento alleato con il PD mi rendo conto che dobbiamo riflettere su come sia successo tutto questo, su come sia possibile tutto questo! Sì perché io sono una di quegli attivisti del Movimento che è schifata dell’alleanza con il PD e non mi basta la risposta “con Salvini non era più possibile andare avanti”. Quello che mi chiedo è: ma come è possibile che ci siamo ridotti a chiederci chi è meglio tra il PD e Salvini?
Che fine ha fatto la prospettiva della democrazia diretta, della partecipazione dal basso, del costruire nuove reti sociali a partire dall’attivismo!?
Penso che noi attivisti, quelli di noi che hanno aderito a una prospettiva di cambiamenti insieme a una parte degli eletti che, nonostante le sirene del Palazzo, non hanno abbandonato gli ideali di partenza del Movimento, dobbiamo riflettere su quanto sia successo per capire come proseguire su questa strada.
Io credo che il problema principale sia consistito proprio nel credere che potevamo cambiare tutto passando dal Palazzo…in fin dei conti siamo nati anche sulla base della critica alla democrazia parlamentare, ed effettivamente la democrazia parlamentare non funziona! Essa non esprime le esigenze della maggioranza degli italiani. Non siamo riusciti a fermare il TAV con la democrazia parlamentare (vedi il voto in Parlamento di agosto…tutti schierati per il TAV tranne noi!). Io credo che sarà il movimento NO TAV a fermarlo il TAV perché aldilà di ogni volontà del Parlamento, chi vive e lavora in Val Susa se vuole può mettere i bastoni tra le ruote alla devastazione del suo territorio. Però c’è un problema…bisogna che qualcuno governi i territori e il paese: voi parlate di governo di blocco popolare, ma chi lo fa? Come arriva a governare? Quanto tempo ci vorrà? E non mi dite che bastano le manifestazioni oceaniche, ne abbiamo fatte di quelle e abbiamo visto che mai una manifestazione può bastare per governare…voglio capire! Perché adesso che il sogno del Movimento sta cadendo davanti ai miei occhi mi sta anche bene il vostro progetto ma voglio spiegazioni più concrete, meno fumose, voglio un progetto chiaro e cose chiare da fare.
Vi ringrazio e vi abbraccio!
Federica