Oggi che l’UE approva risoluzioni che mettono al bando e denigrano il comunismo c’è bisogno che i comunisti del nostro paese si mobilitino, si leghino alla resistenza spontanea delle masse popolari al procedere della crisi e agiscano per rafforzare il movimento comunista che rinasce in tutto il mondo. Bisogna puntare a fare dell’Italia un nuovo paese socialista, aprendo così la strada ai comunisti di tutti gli altri paesi!
“Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo”. Questo l’incipit del Manifesto del Partito Comunista redatto da Marx ed Engels fra il 1847 e il 1848 per conto della Lega dei Comunisti. Queste parole riecheggiano tra i comunisti nel nostro paese e in tutta Europa.
Si tratta di una risoluzione che conferma chiaramente la natura anticomunista della UE, obiettivo che questa di è fata sin dalla sua nascita. Non c’è quindi da stupirsi soprattutto se consideriamo che non si tratta del primo documento apertamente anticomunista che viene votato dalla UE.
La natura anticomunista dell’Unione Europea viene ulteriormente messa a nudo dalla risoluzione stessa: «fin dall’inizio l’integrazione europea è stata una risposta all’espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell’Europa centrale e orientale; che per i paesi europei che hanno sofferto a causa dell’occupazione sovietica e delle dittature comuniste l’allargamento dell’UE, iniziato nel 2004, rappresenta un ritorno alla famiglia europea alla quale appartengono […] il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo sono di vitale importanza per l’unità dell’Europa e dei suoi cittadini e per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne».
Ma quali sono queste minacce di cui si fa tanto parlare nella risoluzione? A fronte dell’avanzare della seconda crisi generale del sistema capitalista che a partire dal 2008 è entrata nella sua fase acuta, la comunità dei gruppi imperialisti UE hanno sempre più difficoltà a governare i propri paesi e cioè a “tenere a bada le masse popolari” e conquistare anche un minimo del loro consenso.
In tutta Europa e nel mondo intero la resistenza spontanea delle masse popolari avanza. Questo è il fianco debole della UE, degli USA, del Vaticano e dei gruppi sionisti, tanto che qualsiasi iniziativa prendono finisce per rivoltarglisi contro (dalla Brexit, ai gilet gialli, alla mobilitazione e voto anti larghe intese in Italia, all’ingovernabilità in Spagna, ecc.).
La pace in Europa, le promesse democratiche e tutto l’armamentario di fuffa venduto dai promotori della UE non sono altro che un modo per coprirne la vera natura: istituzioni create per dirigere i governi dei singoli paesi europei e ridurli ad agenzie locali del sistema finanziario internazionale e per eliminare le conquiste strappate dalle masse popolari quando il movimento comunista era forte, mettendo “al riparo” dall’opposizione popolare le autorità dello Stato italiano e degli altri paesi europei.
La comunità dei gruppi imperialisti europei, insieme a quelli americani, sionisti, al Vaticano, alla Mafia e a Confindustria non sono altro che occupanti abusivi del nostro paese. Bisogna cacciarli via a pedate, subito!
Chi vuole cambiare il corso delle cose nel nostro paese deve porsi il compito di liberare l’Italia dal dominio dei caporioni della finanza, dei banchieri e dei grandi capitalisti dell’industria e del commercio, dalla Corte Pontificia e dai grandi capi della criminalità organizzata, cioè sinteticamente dai vertici della Repubblica Pontificia.
Ci vuole un Governo di Blocco Popolare, un’impresa che le masse popolari organizzate e solo le masse popolari organizzate possono compiere! La costituzione del Governo di Blocco Popolare sarà l’avvio dell’impresa che non solo restituirà la sovranità nazionale alle masse popolari italiane, ma aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e quindi creerà il contesto internazionale di cui le masse popolari italiane hanno bisogno sia per resistere alle aggressioni e al boicottaggio della comunità internazionale sia per portare a compimento l’impresa di farla finita con la crisi generale del capitalismo alimentando la rinascita del movimento comunista internazionale e fare dell’Italia un nuovo paese socialista.
Ogni singolo compagno che ha a cuore la causa del comunismo e del futuro dell’umanità può mettersi in moto sin da ora! Quello che occorre è innanzitutto mobilitarsi e organizzarsi: contro chiusura e delocalizzazione delle aziende italiane e la loro vendita ai gruppi multinazionali, per mantenerle aperte e in funzione in Italia (attuazione degli articoli 41, 42 e 43 della Costituzione), per nazionalizzare le aziende come Alitalia, FCA, TIM, ecc. Non c’è sovranità nazionale né benessere popolare né sicurezza personale senza direzione delle autorità italiane e dei lavoratori sulle attività economiche che si svolgono in Italia; contro la UE e le sue istituzioni (debito pubblico, patti di stabilità, pareggio di bilancio in Costituzione, assegnazione di quote di produzione in campo agricolo e industriale, ecc.); contro la NATO (basi e installazioni militari, partecipazione a missioni di guerra, partecipazione alle sanzioni economiche contro altri paesi, ecc.); contro il Vaticano (abolizione dei Patti Lateranensi e dei privilegi della Chiesa Cattolica rispetto alle altre organizzazioni e associazioni religiose).
Il Partito dei CARC chiama tutti i compagni con la falce e martello nel cuore a partecipare a questa impresa. C’è bisogno di una nuova liberazione nazionale contro gli occupanti del nostro paese: banchieri, speculatori, capitalisti, potenze straniere (USA e loro breccio armato, la NATO), Vaticano. Ognuno può e deve dare il suo contributo per costruire e far costruire organizzazioni operaie e popolari, collegarsi con altri organismi e movimenti popolari, portare ovunque arriva la parola d’ordine: organizzarsi, coordinarsi, ribellarsi, costituire il Governo di Blocco Popolare che ha al centro del suo programma un lavoro utile e dignitoso per tutti!