[Reggio Emilia] Contro le condanne e l’attacco politico, nessun passo indietro!

Martedì 17 settembre si è svolta, presso il Tribunale di Reggio Emilia, l’ultima udienza di Primo Grado del processo intentato dal PM Maria Rita Pantani conclusosi con le condanne a chi, legittimamente, ha applicato i valori della Resistenza e della Costituzione il 25 aprile 2014 scendendo in piazza, insieme a decine di compagni, lavoratori, giovani, donne, immigrati, per impedire la provocazione razzista e reazionaria di Matteo Salvini (Lega Nord), da poco ex ministro degli Interni. In questo ruolo ha agito come un vero e proprio sceriffo e i due recenti Decreti Sicurezza ne sono la prova, dal fronte “porti chiusi” alle limitazioni del diritto di sciopero ai lavoratori. Questo è il punto: o l’arbitrio o l’applicazione dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza.

Il presidio solidale e la risposta dei cittadini. Forte la solidarietà raccolta tra i cittadini, i lavoratori, i disoccupati della nostra città, durante il presidio solidale del 17 mattina in piazza del Monte a Reggo E. e nei banchetti per la raccolta firme in solidarietà agli antifascisti sotto processo nei giorni scorsi. Infatti, decine le firme, le piccole sottoscrizioni economiche e le foto con i cartelli “Io sto con Mattia e Gianmarco sotto processo per aver applicato la Costituzione” e “Io sto con Rosalba e Vigilanza Democratica”, cosa questa che dimostra la sensibilità e vitalità delle masse popolari rispetto alla difesa della Resistenza e dei diritti con essa conquistati! Da elettori della Lega, fino alla base del Partito Democratico una cosa è emersa con forza: la voglia di riscossa e di cambiamento reale oltre i proclami e le parole. Significativo il contributo di un beneficiario del Reddito di Cittadinanza che si sta attivando affinché a questo Reddito, per quanto basso, gli venga corrisposto un lavoro, un lavoro di pubblica utilità, ovvero che metta al centro gli interessi della città e di chi la vive. Questa è una strada positiva da imboccare: organizzarsi in ogni dove, dai quartieri alle fabbriche perché non saranno certo né gli sciacalli alla Salvini né tanto meno i Renzi di turno a poterci garantire un futuro degno! Questo il cambiamento reale che è già oggi possibile e necessario realizzare, facendo anche la lotta alla repressione e la promozione della solidarietà di classe ambito di riscossa!

L’udienza e il proseguo della campagna di solidarietà. Che fosse un processo politico, era chiaro fin dall’avvio dello stesso e ora ne abbiamo la certezza: nonostante le testimonianze inconcludenti e contraddittorie degli agenti di polizia, il video che scagiona i due antifascisti accusati e le numerose testimonianze a favore, il giudice S. Medioli Devoto ha fatto eco all’impianto accusatorio della Procura e li ha condannati a 9 mesi (con pena sospesa, la PM aveva chiesto addirittura 1 anno) aggravando la loro posizione: da “tentate lesioni” a “lesioni dolose” nei confronti dei poliziotti che tentarono, il 25 aprile, di arginare la legittimità d’azione e di mobilitazione delle masse popolari! Di fronte a questo ennesimo attacco frontale verso il movimento comunista, l’organizzazione dei cittadini e gli spazi di agibilità politica conquistati con la Resistenza, non faremo nessun passo indietro, né nei Tribunali e né nelle piazze! Lasciamo che si illudano di poter arrestare la riscossa popolare, lasciamo che si illudano di poter evitare che la costruzione della rivoluzione socialista in corso nel nostro paese prosegua e lasciamo che si illudano, infine, di poter arginare la crescente insofferenza e resistenza spontanea delle masse popolari rispetto alla crisi del capitalismo che avanza! Non è possibile e il nostro lavoro continua!

Una cosa è chiara: la repressione sempre più aperta e dispiegata, dai posti di lavoro alle strade, è sintomo di debolezza e paura del nemico perché la borghesia e i padroni non hanno soluzioni positive a fronte del corso catastrofico delle cose. La via immediata per farvi fronte è la costituzione di un governo d’emergenza, un governo popolare che fa leva sul protagonismo diretto dei lavoratori e dei cittadini, come i Consigli di Fabbrica (anche delle Officine Reggiane) ce lo hanno insegnato. L’unica soluzione è la rivoluzione socialista!

La solidarietà e l’antifascismo. Questa condanna è l’occasione, per tutti coloro che si dichiarano antifascisti e fino a ieri si stracciavano le vesti per la “marea nera montante” e per il potere di Salvini, per essere conseguenti con le loro posizioni e le loro parole: è significativo che, a richiesta di solidarietà, esponenti del PD locale hanno fatto orecchie da mercante! Ora hanno la possibilità di contribuire concretamente, altrimenti si riveleranno per ciò che sono! Chiunque ha a cuore le parti progressiste della Costituzione prosegua con noi questa battaglia di giustizia, perché è nella nostra storia che risiedono le radici del nostro futuro. Ci appelliamo alla parte sana della città, ai suoi lavoratori, studenti e precari perché la solidarietà ha mille forme, anche quella del sostegno economico! Invia una sottoscrizione per le spese legali a: Postepay n. 5333 1710 9377 5704 – intestata a Gemmi Renzo.

Per trattare di questo e della fase politica attuale, ma soprattutto del che fare?, i aspettiamo alla lettura pubblica di Resistenza n.9 venerdì 20 ore 20:30 presso la Galleria d’Arte di via Bismantova, 2 – Reggio Emilia.

Sciacalli e provocatori non sono e non saranno tollerati, né ieri né oggi né mai!

#appelloperRosalba
Per la difesa e l’attuazione della Costituzione!
Per la trasparenza nelle catene di comando e la Vigilanza Democratica! Per l’assoluzione di Rosalba! Partecipa e sostieni la mobilitazione per il processo di Appello che si terrà il 25 settembre a Milano contro la condanna di Rosalba!

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Qui la Dichiarazione Spontanea resa in aula dal nostro compagno Mattia Cavatorti

Il 25 aprile 2014, sono sceso in piazza insieme a decine di compagni, lavoratori, giovani, donne, immigrati per impedire la provocazione razzista e reazionaria di Matteo Salvini (Lega Nord), da poco ex ministro degli Interni. In questo ruolo ha agito come un vero e proprio sceriffo e i due recenti Decreti Sicurezza ne sono la prova, dal fronte “porti chiusi” alle limitazioni del diritto di sciopero ai lavoratori. Questo è il punto: o l’arbitrio o l’applicazione dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza. Scendere in piazza quel 25 aprile fu legittimo perché è legittimo tutto ciò che va negli interessi degli operai, dei lavoratori e delle masse popolari e della loro organizzazione! Fu legittimo perché legittimo è applicare i valori costituzionali! Coerentemente, questi mesi di presidi, banchetti, volantinaggi e iniziative i cittadini e i lavoratori, gli studenti e i disoccupati reggiani ci hanno ribadito che non hanno bisogno di decreti sulla Sicurezza o altre misure che alimentano la guerra tra poveri ma necessitano dell’unica cosa che può garantire loro una vera sicurezza, un lavoro utile e dignitoso (e un tetto) per tutti.

Oggi, come Tribunale di Reggio Emilia, siete chiamati a pronunciarvi non tanto e solo rispetto ai reati contenuti nell’impalcatura costruita dal PM Maria Rita Pantani ma soprattutto, in realtà, siete chiamati a scegliere: se fare far valere i principi della Costituzione oppure dare man forte a chi inscena teoremi per fare carta straccia delle conquiste di civiltà e benessere conquistate con la Resistenza e le lotte degli anni passati. A prescindere dall’esito di questo procedimento, una cosa è certa: a Reggio Emilia, città medaglia d’oro della Resistenza, e in tutto il paese, con chi pensa di affossare a suon di denunce e processi i valori e le conquiste di civiltà e benessere che centinaia di migliaia di partigiani hanno affermato con la Resistenza antifascista, diciamo che non faremo nessun passo indietro!

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